“Chiudere adesso senza vaccini credo che non serva a niente e a nessuno”, sostiene Matteo Salvini
Dopo le recenti parole volte a spingere per un ritorno dei ristoranti nella fascia serale, Matteo Salvini evidenzia ancora le sue posizioni «riaperturiste».
Lo fa di fronte alle ipotesi della cosiddetta super zona rossa nazionale di 3-4 settimane in discussione tra esecutivo e Cts proprio in queste ultime ore.
Per il leader della Lega un nuovo lockdown sarebbe infatti inutile “senza i vaccini”, come dichiara ai giornalisti che lo intercettano a Milano:
“Se il lockdown serve a una megaoperazione di messa in salute e in sicurezza perché no. Ma chiudere adesso senza i vaccini temo che non serva a niente e a nessuno”,
spiega Salvini.
Salvini ancora contro lockdown: “Senza vaccini è inutile”
Dopo un periodo di relativo silenzio in relazione a lockdown e misure restrittive, il leader del Carroccio sembra tornare, seppure gradualmente, sulle posizioni nettamente aperturiste mostrate ampiamente in passato.
Sicuramente il nuovo DPCM non ha entusiasmato Salvini, che forse si aspettava una linea diversa dal nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi. Ma le misure decise dal governo e attive in prevalenza dal 6 marzo seguono la strada segnata da Conte e lasciano il Paese diviso per zone.
In più, una chiusura ben più massiccia potrebbe interessare la nazione, che potrebbe essere presto soggetta alla cosiddetta super zona rossa nazionale di 3-4 settimane, ovvero un lockdown simile a quello della prima ondata da attivare mentre il piano vaccinale si intensifica.
Proprio su questo punto sembrano concentrate le parole e i dubbi di Salvini, che vede un lockdown insensato se mancano i vaccini, facendo riferimento alle spedizioni ridotte e ai problemi riscontrati di recente con le case farmaceutiche.
Torna quindi sulla necessità di trovare alternative se le dosi già ordinate tardano ad arrivare:
“Se non arrivano da Bruxelles possono arrivare dall’India, da Israele da San Marino, dalla Russia, dagli Stati Uniti e anche dalla Groenlandia, ma bisogna comperarli al prezzo che serve perché prima mettiamo in sicurezza la popolazione prima usciamo dall’emergenza”
Ma in questo momento - prosegue - anche se in linea con le indicazioni della comunità scientifica le chiusure “temo che non servano a niente e a nessuno”.
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