Salvini e il balletto del coronavirus: da “aprite tutto” ai 100 miliardi per l’emergenza

Violetta Silvestri

12/03/2020

Salvini e coronavirus: il leader della Lega protagonista di un vero balletto di cifre e proclami in questo periodo di emergenza. Dall’aprite tutto all’Europa zona rossa, fino alle somme per l’economia, passate da 10 a 70 miliardi.

Salvini e il balletto del coronavirus: da “aprite tutto” ai 100 miliardi per l’emergenza

Il coronavirus sta scatenando Matteo Salvini. Tutta l’opposizione continua a lanciare accuse al Governo, parlando addirittura di schizofrenia, parola molto usata da Giorgia Meloni in questi giorni. Ma chi veramente sembra in preda a continue contraddizioni è il leader della Lega.

Da quando l’Italia ha iniziato ad essere coinvolta nell’emergenza coronavirus, infatti, l’ex ministro dell’Interno ha lanciato proposte, proclami, slogan, accuse, polemiche di ogni tipo.

Un vero balletto altalenante quello del capo politico leghista, che ha dichiarato tutto e il suo contrario man mano che l’emergenza epidemia prendeva piede nel nostro Paese.

Ancora oggi, Salvini invoca la necessità di proposte ancora più forti di quelle appena prese da Conte, nonostante l’invito a chiudere tutto sia stato soddisfatto dall’ultimo decreto.

Da “aprite tutto” a “Europa zona rossa”, fino alla richiesta di somme miliardarie man mano più alte per l’economia italiana: ecco tutte le contraddizioni di Salvini ai tempi del coronavirus.

Salvini e coronavirus: da “Venite in Italia” a “Europa zona rossa”

La situazione coronavirus si aggrava e cambia di ora in ora. Per questo il Governo è costretto a rivedere le misure da adottare man mano che il quadro dell’epidemia - ormai pandemia secondo l’OMS - si delinea.

I continui interventi dell’esecutivo, però, vengono puntualmente tacciati di poca chiarezza, contraddizione e inefficienza dall’opposizione, in primis da Matteo Salvini. Eppure, facendo un resoconto di tutti gli slogan finora proclamati a gran voce dal leader leghista la confusione sembra dominare anche nella sua strategia contro il coronavirus.

Da fine febbraio, quando sono cominciati i timori per l’epidemia, ad oggi i messaggi salviniani sono stati a dir poco contrastanti e, a volte, poco fondati.

Il primo allarme lanciato con enfasi è stato quello delle ultime settimane di febbraio, quando il grido allo scandalo è stato rivolto contro i porti aperti, veicoli quasi certi di esportazione di coronavirus per colpa dei migranti.

Timore che si è rivelato infondato, visto che il contagio in Italia è scattato in Lombardia e per via di un italiano. Poi, a fine febbraio, Salvini ha cominciato a esortare tutti a uscire e a continuare le proprie vite. L’invito è stato rivolto soprattutto agli stranieri, chiamandoli a visitare il nostro Paese, libero da qualsiasi pericolo sanitario.

La strategia è cambiata nuovamente con il mese di marzo, quando, complice l’intensificarsi dei casi positivi al coronavirus in Italia, i proclami di Salvini hanno assunto un altro tono. Chiudere tutto è stato lo slogan, seppur mitigato dallo slancio nazionalista di mangiare italiano e, soprattutto, viaggiare italiano.

Ora è il verbo chiudere a dominare la comunicazione leghista. Che ancora oggi, dopo le ulteriori restrizioni di Conte, insiste su un blocco ancora più totale, lo stesso auspicato per l’Europa.

Salvini e il balletto di cifre per l’emergenza coronavirus

La stessa confusione sembra dominare anche la visione economica di Salvini. Preoccupato dell’impatto devastante del coronavirus sul PIL e sulla produzione italiana, il capo della Lega ha iniziato a elencare cifre di sostegno al sistema Italia sempre diverse.

Dal febbraio al 10 marzo, Salvini ha annunciato, in successione temporale, la necessità di 10, 20, 50, poi 30, 70 e infine 100 miliardi di euro.

Incertezza, confusione, contraddizione? Sembrerebbe almeno esserci poca chiarezza in Salvini - e forse anche una smania di opposizione al Governo - per affrontare un’emergenza complessa, quale quella del coronavirus in Italia.

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