Sanzione amministrativa, definizione, termini e prescrizione

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19 Dicembre 2024 - 17:44

La sanzione amministrativa consegue al compimento di una violazione amministrativa ed è costituita da una somma pecuniaria: ecco di cosa si tratta e come ci si oppone.

Sanzione amministrativa, definizione, termini e prescrizione

Le sanzioni amministrative rappresentano una delle forme più comuni di punizione per chi viola norme di carattere non penale. Si tratta di provvedimenti emessi da enti amministrativi che prevedono il pagamento di una somma di denaro come conseguenza di un’infrazione.

Dalle multe stradali alle violazioni urbanistiche, il panorama delle sanzioni amministrative è ampio e complesso, e la loro gestione richiede una conoscenza approfondita delle regole e delle modalità per opporsi o adempierle correttamente. Vediamo insieme, allora, cos’è la sanzione amministrava, quali sono i termini di notifica e prescrizione e quando e come opporsi tramite ricorso.

La definizione di sanzione amministrativa

La sanzione amministrativa è una misura prevista dall’ordinamento giuridico italiano per punire violazioni di norme che non configurano reati penali.

Si tratta di un provvedimento adottato da un’autorità amministrativa, generalmente sotto forma di multa pecuniaria, anche se in alcuni casi può prevedere misure accessorie come la sospensione di licenze o autorizzazioni.

Quando si riceve una multa stradale, per esempio, ci si sta imbattendo in una sanzione amministrativa di natura pecuniaria.

La legge di riferimento

Secondo la Legge n. 689/1981, che disciplina le sanzioni amministrative, la loro funzione è prevalentemente repressiva, ma non mancano finalità deterrenti ed educative.

Sempre la Legge n. 689 del 1981, che ha istituito l’illecito amministrativo, ha anche attuato il processo di depenalizzazione: molti reati che fino a quel momento erano puniti con l’ammenda oggi sono sanzionati con la sola pena pecuniaria.

Secondo tale normativa, sono sanzioni amministrative tutte quelle che non non hanno conseguenze sul casellario giudiziale del trasgressore. Inoltre, nessuna sanzione amministrativa implica la restrizione della libertà del trasgressore in quanto sono sempre misure sanzionatorie di tipo economico.

Quando scatta la sanzione amministrativa e come funziona

Le principali sanzioni amministrative sono quelle con natura fiscale, conseguenti alla violazione di norme tributarie (come il mancato pagamento delle imposte), e quelle inerenti la tutela del lavoro, quindi la violazione delle regole sull’igiene e la sicurezza nei luoghi di lavoro, il mancato rispetto delle norme contro gli infortuni o degli obblighi di previdenza e assistenza sociale.

Inoltre, sono comprese nel novero delle sanzioni amministrative anche la maggior parte delle violazioni del codice della strada (con l’esclusione della guida in stato di ebbrezza e della guida senza patente).

Una sanzione amministrativa si distingue da quella penale per il fatto che il procedimento che ne deriva non richiede l’intervento dell’autorità giudiziaria. Questo la rende più rapida ed efficiente, ma non priva di rigore, essendo comunque soggetta a regole precise per quanto riguarda la sua emissione, notifica e impugnazione.

La comminazione di una sanzione amministrativa avviene attraverso un processo che include:

  1. l’accertamento della violazione da parte di un soggetto autorizzato, come un pubblico ufficiale;
  2. l’emissione di un verbale di contestazione, in cui vengono specificati i dettagli della violazione;
  3. la notifica al trasgressore, che deve avvenire entro i termini stabiliti dalla legge.

Come vengono determinate le sanzioni amministrative?

Solitamente, la sanzione amministrativa ha carattere pecuniario ed il suo ammontare può essere fisso, quando non è prevista una soglia massima, oppure proporzionale, quando il suo ammontare oscilla da 10 fino a 15 mila euro.

L’articolo 11 della legge n. 689 del 1981 determina i fattori che causano la variazione dell’ammontare della sanzione. Essi sono:

  • la gravità della violazione;
  • l’opera svolta dall’agente per la eliminazione o attenuazione delle conseguenze della violazione;
  • le condizioni economiche del trasgressore.

Comprendere cos’è una sanzione amministrativa e i principi che ne regolano l’applicazione è fondamentale per sapere come comportarsi in caso di contestazione.

Sanzione amministrativa, termini di notifica previsti dalla legge

Uno degli aspetti fondamentali della gestione delle sanzioni amministrative riguarda i termini entro cui devono essere notificate. Questi termini sono fissati dalla legge per garantire il diritto alla difesa del cittadino e per evitare che un procedimento si trascini indefinitamente.

Secondo l’articolo 14 della Legge n. 689/1981, la notifica di una sanzione amministrativa deve avvenire entro 90 giorni dalla data in cui è stata accertata la violazione, se il trasgressore è residente in Italia. Questo termine si estende a 360 giorni nel caso in cui il destinatario risieda all’estero.

La notifica può essere effettuata attraverso diversi mezzi:

È importante sottolineare che il mancato rispetto dei termini di notifica rende nulla la sanzione. Tuttavia, il conteggio del termine può variare a seconda delle modalità di accertamento. Ad esempio, nel caso di multe stradali rilevate da autovelox, il termine dei 90 giorni parte dal momento in cui la violazione è stata effettivamente accertata dall’autorità, non da quello della sua commissione.

Per verificare la validità della notifica, è fondamentale controllare la data riportata sul verbale e quella dell’effettiva ricezione. Se la notifica è avvenuta oltre i termini previsti, è possibile impugnare la sanzione e richiederne l’annullamento.

Come ci si oppone alla sanzione amministrativa? Ecco come fare ricorso

Se ritieni che una sanzione amministrativa sia ingiusta o viziata da errori formali, hai il diritto di presentare ricorso per chiedere l’annullamento o la riduzione della stessa. Questa procedura consente di chiedere la revisione del provvedimento, evidenziando eventuali irregolarità o motivi di contestazione.

Generalmente l’opposizione va presentata al giudice di pace del luogo in cui è stata commessa la violazione. Vi sono poi dei casi - tassativamente elencati - in cui l’opposizione deve essere rivolta al giudice ordinario, per esempio in materia di previdenza e assistenza sociale, antiriciclaggio, tutela del lavoro e igiene degli ambienti di lavoro.

  1. Chi vuole opporsi alla sanzione amministrativa deve presentare il ricorso, insieme alla copia del provvedimento contestato, presso la cancelleria del tribunale competente. In questo step è caldamente consigliato reperire eventuali prove fotografiche o testimonianze e una memoria difensiva in cui vengano spiegate le ragioni della contestazione.
  2. Si aprirà un giudizio nel quale l’opponente e l’autorità che ha emesso la sanzione amministrativa possono stare in giudizio personalmente, perché non è necessario l’intervento degli avvocati.
  3. Sentite le ragioni di entrambe le parti, il giudice stabilisce se il ricorrente è tenuto a pagare la sanzione o se questa può essere ridotta, in virtù delle circostanze emerse nel contraddittorio delle parti.

Il ricorso, poi, va presentato entro i termini: solitamente entro 30 giorni per il Giudice di Pace o 60 giorni per il Prefetto dalla data di notifica.
Se presenti ricorso al Prefetto, questo avrà 120 giorni per esaminare la tua istanza e decidere. In caso di rigetto, potrai ricorrere ulteriormente al Giudice di Pace.

Quando va in prescrizione una sanzione amministrativa

La prescrizione è un istituto giuridico che prevede l’estinzione del diritto dell’amministrazione a riscuotere una sanzione amministrativa dopo un determinato periodo di tempo.

La legge n. 689 del 1981 fissa il termine di prescrizione della sanzione amministrativa a 5 anni, che decorrono dal giorno in cui è stata commessa la violazione.

Il termine di prescrizione inizia a decorrere:

  • dalla data in cui la violazione è stata commessa, se la sanzione non è stata ancora notificata;
  • dalla data di notifica del verbale, se il destinatario ha ricevuto la comunicazione della sanzione.

Durante il periodo di prescrizione, eventuali atti interruttivi, come una richiesta di pagamento o un sollecito da parte dell’ente creditore, fanno ripartire il conteggio dei cinque anni. È, quindi, essenziale tenere traccia di tutte le comunicazioni ricevute per verificare se il termine sia stato rispettato.

Nel caso di multe stradali o tributarie, il termine di prescrizione può subire variazioni a seconda della normativa specifica applicabile. Ad esempio, per alcune sanzioni fiscali, si applicano termini più brevi o procedure differenti.

Se ritieni che una sanzione amministrativa sia prescritta, puoi presentare opposizione all’ente che ha emesso la sanzione o al giudice competente. È importante fornire prove documentali che attestino il superamento del termine di prescrizione e l’assenza di atti interruttivi.

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