Sarah e Yusra Mardini, chi sono: la storia vera delle protagoniste del film “Le nuotatrici”

Luna Luciano

28 Novembre 2022 - 19:16

Due sorelle in fuga dalla guerra civile che hanno nuotato per oltre tre ore per raggiungere le coste dell’Europa. È questa la vera storia dietro l«Le nuotatrici». Ecco chi sono Yusra e Sarah.

Sarah e Yusra Mardini, chi sono: la storia vera delle protagoniste del film “Le nuotatrici”

Fuggire dalle bombe della guerra civile, intraprendendo un duro viaggio per ritornare a nuotare libere. È questa la storia di Sarah e Yusra Mardini, due giovani ragazze che nel 2015 hanno deciso di lasciare il proprio Paese, la Siria, perché non più sicuro, per giungere sulle coste europee e poter coltivare i propri sogni: nuotare sognando la piscina olimpionica.

Una storia che è stata, ed è tutt’ora, fonte d’ispirazione non solo per migliaia di giovani ma anche per la regista Sally El Hosaini, la quale ha voluto rendere omaggio all’impresa delle sorelle Mardini, realizzando il film Le nuotatrici, distribuito su Netflix. Una pellicola che ha già riscosso un notevole successo.

Un film che racconta del percorso impervio affrontato dalle sorelle, senza mostrarne la crudezza, un viaggio che ogni giorno migliaia e migliaia di rifugiati affrontano pur di raggiungere una terra sicura.

Davanti a un simile racconto è quanto mai necessario conoscere la vera storia delle sorelle Mardini, ciò che hanno dovuto affrontare e dove sono adesso. Ecco tutto quello che c’è da sapere.

Chi sono le sorelle Mardini: le nuotatrici in fuga dalla guerra in Siria

È l’estate del 2015 e in Siria va ormai avanti da anni una guerra civile , quando una bomba crolla sul tetto di una piscina a Damasco, proprio in quel momento era in corso una gara di nuoto. Una bomba che a causa di un guasto non è esplosa. Le nuotatrici in acqua raggiungono velocemente le loro famiglie e tra queste c’è quella delle sorelle Mardini.

Sarah e Yusra Mardini sono due sorelle che fin dalla più tenere età si sono dedicate al nuoto, la stessa disciplina praticata dal padre Ezzat Mardini. Nel 2012 Yusra aveva gareggiato ai campionati mondiali per rappresentare la Siria. Con lo scoppio della guerra tutto si complica e se la piscina non è più una struttura sicura non lo è nemmeno più la propria casa, andata distrutta.

L’evento della bomba inesplosa segna profondamente le due ragazze che in quel momento scelgono di abbandonare il loro Paese. Sarah e Yusra hanno solo 20 e 17 anni. Insieme a due cugini intraprendono un lungo viaggio dalla Siria, a Beirut, in Libano, successivamente in Turchia. Raggiunta Smirne, le sorelle Mardini pagano degli scafisti per essere portate in Grecia, ma il tentativo di varcare i confini dell’Ue fallisce dopo che l’imbarcazione è stata intercettata dalla Guardia Costiera e ricondotta in Turchia.

Ritentano l’impresa pochi giorni dopo, nonostante sia imminente una tempesta. A causa di un danno al motore il gommone sovraffollato inizia a imbarcare acqua. Le sorelle - insieme ad altre due persone che sapevano nuotare - si tuffano in mare e nuotano per mantenere in equilibrio la barca, che riesce a raggiungere Lesbo dopo tre estenuanti ore. “Avevo solo i vestiti indossati, il mio cellulare e 500 euro” racconterà Yusra.

Chi sono le nuotatrici: il sogno di Yusra di gareggiare alle Olimpiadi

Raggiunte le coste greche, Sarah e Yusra attraversano tutti i Balcani a piedi e in treno, fino a raggiungere Berlino.

È qui che le due ragazze decidono di tornare a praticare nuoto: quella stessa disciplina che ha permesso loro di salvarsi e di salvare gli altri naufraghi. La piscina Wasserfreunde Spandau 04 si trova a poca distanza dal campo profughi, dove vivono. Grazie all’allenatore di nuoto le sorelle si trasferiscono in un edificio vicino alla piscina. Intanto anche il resto della propria famiglia: i genitori e la sorella minore Shahed riescono a raggiungere la Germania, chiedendo lo status di rifugiati.

È qui che Yusra decide di inseguire il suo sogno: gareggiare alle Olimpiadi. Riprendendo con costanza l’allenamento, su cui concentra tutte le proprie energie e sentimenti, riesce a qualificarsi per le Olimpiadi di Rio De Jainero 2016, nella squadra dei Rifugiati.

Attira da subito l’attenzione per aver conquistato la prima batteria dei 100 m stile farfalla, anche se questo non le consentirà di classificarsi fra le prime. Yusra, diventata ambasciatrice Unicef, decide di raccontare la sua storia e quella di sua sorella nel suo libro Butterfly, da cui trarrà espirazione Sally El Hosaini.

Intanto Yusra non si ferma e torna a gareggiare per le Olimpiadi di Tokyo 2021, sempre con la squadra dei Rifugiati. Probabilmente parteciperà alle Olimpiadi 2024 con la Germania, avendo nel frattempo ottenuto la cittadinanza. La sorella Sarah ha invece dovuto abbandonare il nuoto a causa di un infortunio, decidendo di entrare a far parte di Emergency, lavorando all’accoglienza di rifugiati proprio sulle coste di Lesbo, dove anni prima sono approdate lei e la sorella. Nel 2018 è stata arrestata insieme al suo direttore in campo di Emergency, con l’accusa di aver fatto entrare illegalmente dei rifugiati. Sarah si è detta innocente e al momento sta sostenendo il proprio processo, e se ritenuta colpevole potrebbe ricevere 20 anni di carcere.

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