Gli scioperi di Hollywood entrano nel loro quinto mese, danneggiando gravemente i ricavi trimestrali dei grandi studi cinematografici. Come andranno a finire?
La Warner Bros prevede un forte calo per le sue entrate annuali a causa degli scioperi di Hollywood. La Writers Guild of America (il sindacato degli sceneggiatori) ha iniziato le proteste il 2 maggio, più di 100 giorni fa. Il 14 luglio, la Screen Actors Guild (il sindacato degli attori) si è poi unita allo sciopero.
All’inizio di settembre, l’Alleanza dei produttori cinematografici e televisivi (AMPTP) ha proposto alcune condizioni ai due sindacati, sperando di porre fine allo sciopero. Sia gli sceneggiatori che gli attori, però, hanno rifiutato il compromesso segnalando possibili scappatoie legali a favore degli studi cinematografici.
Mentre le trattative continuano, l’industria cinematografica entra nel suo periodo più importante dell’anno, con i festival cinematografici internazionali di Venezia, Telluride e Toronto che danno il via alla nuova stagione cinematografica. Gli scioperi vietano ai professionisti di partecipare ai festival cinematografici, privando gli studi di importantissima pubblicità per i film in uscita.
Allo stesso tempo, i grandi blockbuster vengono rinviati a causa degli scioperi. “Dune: Parte II” di Denis Villeneuve, originariamente previsto per novembre, è stato posticipato al 15 marzo 2024.
Ciò significa che il primo trimestre della stagione 2023-2024 non avrà grandi blockbuster, quasi certamente confermando “Barbie” di Greta Gerwig e “Oppenheimer” di Christopher Nolan come i film di maggior successo di quest’anno.
Di conseguenza, Warner Bros prevede un calo dei ricavi tra i 300 ed i 500 milioni di dollari. «Anche se [Warner Bros. Discovery] spera che questi scioperi vengano risolti presto, non può prevedere quando finiranno», ha affermato la società in una nota.
Allo stesso modo, i ricavi derivanti dallo streaming di Disney hanno deluso le aspettative nell’ultimo trimestre.
Che cosa riguardano gli avvertimenti
Le ragioni alla base degli scioperi WGA-SAG AFTRA spaziano una serie di questioni, tra cui retribuzioni ingiuste, bassi dividendi sugli streaming e le minacce poste al settore dall’intelligenza artificiale non regolamentata.
Gli scrittori lamentano i prezzi crescenti degli affitti a Los Angeles senza che le paghe aumentino a loro volta. Tutto questo mentre gli amministratori delegati dei grandi studi guadagnano milioni di dollari all’anno. Inoltre, richiedono una quota maggiore dei ricavi dello streaming.
La cosa più importante per gli sceneggiatori e gli attori, tuttavia, è che l’IA venga regolamentata prima che sfugga di mano. Questo problema deriva dalla recente mania dell’intelligenza artificiale alimentata da tecnologie come Deepfake o software come ChatGPT. Il primo consente agli studi di “incollare” il volto di un attore su una controfigura, mentre il secondo può generare interi testi da semplici istruzioni.
I deepfake, infatti, sono già ampiamente utilizzati. Nella serie Disney “The Mandalorian”, ad esempio, il volto del giovane Mark Hamil è stato posizionato sul corpo di un altro attore usando questa tecnologia.
Anche se il CEO della Disney Bob Iger definisce le richieste degli scioperanti “irrealistiche”, la società starebbe spendendo 900.000 dollari all’anno in ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale.
L’ultima volta che Hollywood ha subito uno sciopero così importante è stato nel 2008, anche se riguardava solo gli sceneggiatori. Durato 100 giorni, alla fine gli studios furono costretti ad accettare ogni richiesta. Al momento, una conclusione simile sembra probabile anche per questi scioperi.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-09-05 19:14:36. Titolo originale: Warner Bros expects $300-500 million revenue slash as Hollywood strikes continue
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