Sciopero aerei 8 giugno, stop per le low cost: cosa rischia chi è in partenza

Chiara Esposito

07/06/2022

Tre compagnie aeree a terra per 4 ore causa rimostranze dell’equipaggio: il prezzo dei voli low cost lo pagano hostess, stuart e piloti?

Sciopero aerei 8 giugno, stop per le low cost: cosa rischia chi è in partenza

In un momento di boom dei prezzi dei biglietti, per il settore della mobilità aerea la riapertura della stagione è in salita anche sul fronte delle partenze, ostacolate dalle rimostranze dei lavoratori del comparto. Tre compagnie lowcost Ryanair, EasyJet e Volotea sciopereranno l’8 giugno 2022 e lo faranno come forma di denuncia verso il taglio degli stipendi e la mancanza di acqua e cibo per gli equipaggi. Coinvolte nella spinosa dinamica anche i professionisti di Malta Air e Crewlink, le due società che fanno capo sempre a Ryanair.

Le rivendicazioni che hanno spinto piloti, stuart e assistenti di volo a far scattare il blocco alle partenze nella giornata di mercoledì trovano sostegno nelle proclamazioni dei sindacati con una chiara minaccia:

«Voli a rischio tutta l’estate se non ci ascolteranno».

Per tutte le 5 compagnie è stato quindi indetto uno sciopero nazionale di 4 ore, dalle 10 alle 14, in un periodo che, come è semplice intuire, rappresenta un vero e proprio segmento chiave del business e della ripartenza dopo gli stop imposti dalla pandemia.

Le questioni sollevate dai lavoratori del settore però sono sensibili e, per la loro portata, potrebbero preludere a una nuova ondata di importanti rivendicazioni. Il preludio delle difficoltà è quindi rappresentato proprio da questa protesta di inizio giugno.

La dichiarazioni di protesta

Per comprendere le motivazioni che spingono gli equipaggi ad aderire allo sciopero basta dare uno sguardo all’elenco di criticità segnalate dalle organizzazioni sindacali in merito alla gestione del personale e dei voli delle compagnie lowcost:

  • il mancato adeguamento ai minimi salariali previsti dal contratto nazionale;
  • il perdurare di un accordo sul taglio degli stipendi (contingency agreement) non più attuale;
  • le arbitrarie decurtazioni della busta paga;
  • il mancato pagamento delle giornate di malattia;
  • il rifiuto della compagnia di concedere giornate di congedo obbligatorio durante la stagione estiva;
  • la mancanza di acqua e pasti per l’equipaggio.

A conti fatti, sembra proprio che gli sconti di cui i consumatori beneficiano abbia un contraltare di dolore privazioni sul personale di bordo.

Tra le molteplici questioni aperte si delinea poi una linea di crescente complessità nella ricerca di un accordo anche perché lo stop degli equipaggi di Ryanair nasce, sempre secondo le dichiarazioni dei sindacati coinvolti, dalla constatazione «dall’impossibilità di aprire un confronto dedicato alle problematiche che da mesi affliggono il personale navigante».

Cosa rischiano i passeggeri

L’unico precedente sul caso è uno sciopero a livello continentale dei dipendenti di Ryanair avvenuto nel luglio del 2018, ma proprio in virtù di questa mancanza di dialogo e reattività dall’alto Filt Cgil e Uiltrasporti lanciano la protesta di mercoledì 8 sottolineando come questa sarà «solo la prima azione di sciopero di una serie che interesserà tutto il periodo estivo». Ecco che lo spettro del disservizio aleggia.

Se così fosse l’episodio si ripeterebbe presto e, viste le tante pressanti tematiche su cui dovrebbe svolgersi la mediazione, è ragionevole pensare che il dilemma perduri e che nuovi voli potrebbero essere presto cancellati.

Già allo stato attuale delle cose i voli per l’intera giornata rischiano di saltare o tardare, ma il personale della compagnia irlandese ha minacciato analoghi scioperi anche in Belgio, Spagna, Francia e Portogallo. L’unico fronte sicuro resta quindi quello dei collegamenti con le isole (Sicilia e Sardegna) certificato dall’Enac; in particolare non saranno interessati dallo sciopero i due voli tra Cagliari e Torino e altrettanti tra Bergamo e Trapani.

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