Scommettere sul calo dei prezzi può aumentare le nostre opportunità di guadagno ma è un’operazione non esente da rischi. L’analisi de Il Settimanale di TRADERS’.
Per i trader è una benedizione poter negoziare azioni e altre attività sottostanti in entrambe le direzioni, fa notare l’analisi de Il Settimanale di TRADERS’.
Oltre al classico investimento a lungo termine attraverso l’acquisto diretto di azioni, gli investitori possono anche scommettere sul calo dei prezzi. Questo consente ai trader di aumentare le possibilità di guadagno in ogni fase del mercato e di ottenere così rendimenti migliori. Ma ci sono dei rischi.
Se sei convinto che un titolo scenderà, ci sono diversi modi per trarne profitto. Puoi prendere il titolo in prestito da un broker o un altro operatore del mercato - di solito per una commissione - e poi rivenderlo sul normale mercato azionario. Da qui deriva il termine “short sale” o vendita allo scoperto: vendi qualcosa che in realtà non possiedi.
Se la previsione è corretta, e le quotazioni scendono, puoi acquistarlo nuovamente sul mercato a un prezzo più basso e restituirlo al broker. La differenza tra i proventi delle vendite e il prezzo di riacquisto più favorevole, al netto delle commissioni, costituisce il profitto del trader.
Un esempio: prendi a prestito 100 azioni Daimler perché ti aspetti che il loro prezzo scenda dagli attuali 70 euro a 60 euro e le rivendi immediatamente sulla piattaforma di trading elettronica Xetra per 70 euro. Se la quota del produttore di auto di Stoccarda scende effettivamente a 60 euro, puoi vendere la posizione e ottenere 100 volte dieci euro di profitto. Se però, contro le vostre aspettative, la quota di Daimler dovesse aumentare di dieci euro, dovrai sostenere una perdita di 1.000. Non tutte le azioni tuttavia possono essere vendute allo scoperto e non tutti i broker offrono vendite allo scoperto.
Per un prestito Intraday, di solito dovrai pagare solo i costi di transazione per la vendita e l’acquisto. Nel caso di prestiti overnight, c’è anche una commissione. Il tuo broker sarà sicuramente felice di fornirti informazioni sull’offerta.
In alternativa puoi utilizzare contratti per differenza (CFD), prodotti quotati con effetto leva (certificati knock-out, certificati a leva, warrant di sottoscrizione), opzioni, exchange traded fund (ETF) short o futures per scommettere sui prezzi in calo. Per questi prodotti la gamma di attività sottostanti è più ampia.
Gli investitori vengono espulsi
Ma, naturalmente, anche uno scenario di trading elaborato scrupolosamente può rivelarsi una falsa ipotesi. Ciò può portare ad un elevato rischio per il venditore allo scoperto - soprattutto se la proporzione delle quote vendute allo scoperto, il cosiddetto interesse short, è già particolarmente elevato per quel determinato asset sottostante.
Se, ad esempio, notizie positive o voci di acquisizione inaspettate ribaltano la situazione e le quotazioni iniziano a salire, i venditori scoperti devono vendere nuovamente per limitare le perdite. I professionisti della vendita allo scoperto sono spesso impegnati in posizioni di milioni di azioni: ogni euro nella direzione sbagliata si paga a caro prezzo e un aumento può rapidamente generare nervosismo.
Se i primi venditori allo scoperto vendono, vi è una domanda aggiuntiva per il titolo. Ciò porta inevitabilmente a ulteriori rialzi nel prezzo, aumentando la pressione sui restanti venditori allo scoperto, dal momento che le loro perdite continuano ad aumentare. Ciò crea una domanda in eccesso, che può portare a fortissimi rialzi.
È proprio questo circolo vizioso che viene indicato come short squeeze, durante la quale i venditori con posizioni short vengono letteralmente “buttati fuori”. Il panico di fronte a enormi perdite può quindi portare i venditori allo scoperto ad acquistare a qualsiasi prezzo richiesto portando l’asset sottostante a picchi che nessuno in precedenza avrebbe pensato immaginabili.
Esempi pratici
Il 23 giugno 2016, nel contesto dell’isterico dibattito sulla Brexit, gli inglesi votarono per uscire dall’Unione Europea dopo ben 43 anni di appartenenza, cosa che fu piuttosto sorprendente per la maggior parte dell’opinione pubblica. In seguito al voto, gli esperti di mercato temevano che gli investitori potessero farsi prendere dal panico e gettare le proprie azioni sul mercato a causa delle inaspettate conseguenze della votazione. Un simile scenario non si era mai verificato prima.
Come previsto, il venerdì successivo, il DAX aprì in effetti con un crollo di quasi 900 punti (vedi grafico), ma tornò a stabilizzarsi nuovamente il lunedì. Tuttavia, poiché dopo il recupero intraday del venerdì, il lunedì si verificò un nuovo ribasso rispetto al minimo del giorno precedente, molti altri partecipanti al mercato aprirono posizioni short, dato che ci si aspettava che lo shock dovuto al risultato del voto avrebbe portato a ulteriori ribassi.
Tuttavia, quando dopo pochi giorni il DAX si riprese, emerse chiaramente che i britannici avrebbero potuto addirittura beneficiare del declino della sterlina britannica. Il vento cambiò. Rapidamente, molti investitori vendettero e si posizionarono long per non farsi sfuggire l’occasione. La Short Squeeze era pronta e, nell’arco di un mese, aveva spinto il DAX dai 9389 punti iniziali al rialzo di oltre 1400 punti o quasi il 14 per cento, un buon 600 punti nei primi tre giorni di trading dopo il solo cambio della tendenza.
I trader che operano allo scoperto dovrebbero sempre essere consapevoli del rischio! Teoricamente, il rischio di perdita per vendite short è illimitato, in quanto non ci sono limiti al prezzo.
Nel 2008, i trader con posizioni short che scommisero sul ribasso dei titoli Volkswagen, si scottarono dolorosamente. Soffrirono perdite enormi in uno scenario di estrema volatilità dei prezzi a causa dello Short Squeeze, dal momento che le azioni del produttore di auto tedesco si impennarono improvvisamente da 200 a oltre 1.000 euro in soli due giorni dopo un inaspettato tentativo di scalata da parte di Porsche. I venditori allo scoperto erano fortemente impegnati nelle azioni della Volkswagen in quel momento.
Conclusione: non farti “spremere”!
Tuttavia esistono modi per i trader di prendere precauzioni contro il rischio di Short Squeeze o almeno di limitarne i rischi. Il modo più semplice per limitare il rischio di perdita è la scelta del veicolo di investimento. Come accennato, anche con taluni prodotti short con leva è possibile ottenere profitti sfruttando il ribasso dei prezzi.
Tuttavia, a differenza di una vendita diretta allo scoperto, il rischio di perdita è sempre limitato al capitale che il trader ha investito, dal momento che non vi è obbligo di effettuare altri pagamenti. Lo stesso vale per gli ETF short. Se preferisci vendere azioni direttamente, devi prestare attenzione che il mercato sia sufficientemente liquido quando scegli l’attività sottostante così che, nel peggiore dei casi, sia possibile una rapida copertura.
In generale, maggiore è il rischio di short squeeze, più alti sono gli short open interest. Conoscerli in anticipo potrebbe quindi essere molto vantaggioso per gli investitori. Si possono trovare informazioni sugli short open interest su internet. La pagina www.nasdaqtrader.com fornisce i dati per il mercato statunitense. I dati per il mercato tedesco possono essere trovati su www.bundesanzeiger.de, ma non per tutte le azioni.
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