Il governo vuole riformare il reclutamento degli insegnanti e per farlo punta a una modifica dei concorsi. L’obiettivo è l’assunzione di 70mila docenti.
Il governo vuole sbloccare i concorsi per l’ingresso nel mondo della scuola. L’obiettivo è raggiungere il traguardo prefissato dal Pnrr, con l’inserimento di 70mila nuovi docenti per evitare il problema ricorrente dell’istruzione italiana: le cattedre vuote e le migliaia di supplenze ogni anno.
A cambiare, inoltre, saranno anche le regole delle selezioni. Concorsi diversi dal passato, con sistemi che garantiscano assunzioni in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico e per non lasciare le cattedre vacanti. Le nuove regole sono state discusse in un primo incontro avvenuto al ministero dell’Istruzione con le sigle sindacali.
Il confronto ha riguardato quello che sarà il prossimo sistema di reclutamento degli insegnanti. Nelle intenzioni del governo, spiega Il Sole 24 Ore, ci sarebbe l’idea di assumere i docenti attraverso bandi annuali, che portino all’inserimento di 70mila nuovi insegnanti assunti nelle scuole italiane.
Scuola, i problemi del reclutamento oggi
I problemi del reclutamento nella scuola italiana a oggi sono evidenti: per esempio a settembre del 2022 è stato coperto con contratti stabili solo un terzo dei posti scoperti, ovvero il 28,6%. Percentuale che sale al 41% aggiungendo anche i contratti a tempo determinato da confermare in ruolo a settembre del prossimo anno. Percentuali simili a quelle del 2021, quando mancavano circa la metà delle 112mila cattedre vacanti e alla fine si è quindi dovuti ricorrere alle supplenze.
I supplenti in cattedra
Quest’anno in cattedra, nelle scuole italiane, ci sono 217mila precari. E va ricordato che è stato superato il sistema dell’organico temporaneo Covid che aveva innalzato i numeri nell’ultimo biennio. Se pensiamo che oggi in totale ci sono circa 850mila docenti, vuol dire che circa il 25% - uno su quattro - è un supplente e quindi precario. La scuola italiana è fondata, in buona parte, sull’insegnamento frammentato che di certo non aiuta gli studenti.
Assunzioni scuola, come potrebbero cambiare
In occasione della riunione al ministero alcune sigle sindacali hanno presentato delle proposte per la riforma delle assunzioni nella scuola, che possono darci un’idea di come potrebbe cambiare il sistema. Per esempio l’Anief chiede, da una parte, un concorso riservato ai docenti con 24 cfu e tre anni di servizio entro aprile del 2023 e, dall’altra, l’assunzione dei docenti di sostegno specializzati con contratti a tempo determinato da trasformare, dopo il superamento dell’anno di prova, in un contratto a tempo indeterminato.
Diverse le richieste della Cgil, che punta a una riforma dei crediti formativi universitari, ma anche alle stabilizzazioni dalle graduatorie provinciali per le supplenze (Gps). Per quanto riguarda invece la stabilizzazione degli insegnanti, la Cgil chiede anche l’assunzione dei docenti precari con almeno 36 mesi di servizio. Bisognerà poi capire quali di queste richieste verranno accolte dal governo e come sarà il prossimo sistema di reclutamento degli insegnanti.
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