La scuola potrebbe essere a rischio chiusura anticipata rispetto alla data di inizio prevista per le vacanze di Natale. Il problema è particolarmente sentito in Lombardia dove si rischia un esodo degli insegnanti verso Sud già alla fine della prossima settimana. Appello dei presidi a Fontana e al governo.
Scuola: possibile la chiusura in anticipo prima di Natale rispetto a quanto previsto dal calendario scolastico 2020-2021.
A lanciare l’allarme di una possibile chiusura anticipata delle scuole rispetto alla data di inizio delle vacanze di Natale fissata dalle Regioni sono i presidi del Nord e in particolare della Lombardia che temono una fuga anticipata dei professori, precari e supplenti soprattutto, verso Sud a seguito delle restrizioni sugli spostamenti imposte dall’ultimo Dpcm del 3 dicembre a partire dal 21 dicembre.
Sono moltissimi gli insegnanti che dal Sud si sono trasferiti al Nord e in particolare in Lombardia per lavoro e non è un caso che sia proprio questa una delle regioni con più cattedre scoperte riservate ai supplenti.
Il timore di una chiusura anticipata delle scuole non è affatto da sottovalutare se si considera che sono già molte le richieste di ferie per i giorni che precedono le vacanze di Natale. I presidi fanno un appello al governo.
Scuola: ecco perché rischia di chiudere in anticipo
La scuola almeno al Nord, e in particolare in Lombardia, rischia di chiudere in anticipo rispetto all’inizio previsto per le vacanze di Natale e a lanciare l’allarme, come riporta il Corriere della Sera, è la preside Maddalena Di Muccio di un Istituto comprensivo di Milano, il Capponi, che il giorno dopo l’annuncio delle misure del nuovo Dpcm ha ricevuto le prime richieste di ferie da parte degli insegnanti per i giorni che precedono le vacanze di Natale e queste richieste ora ammontano a una decina.
Si tratta di precari e fuori sede che tornerebbero al Sud in terra natia intorno al 19 dicembre, ma il 21, il 22 e il 23 la maggior parte delle scuole in Italia sono ancora aperte e i presidi si troverebbero in serie difficoltà.
Come riporta il quotidiano di Via Solferino la preside del Capponi potrebbe decidere di rifiutare la richiesta di ferie e permessi, ma teme di ritrovarsi poi lunedì 21 con una sfilza di certificati di malattia. In quel caso la situazione diventerebbe molto più difficilmente gestibile, con improvvisi buchi nell’orario, la mancanza di personale, i bambini in classe e i genitori non preparati per riportarli a casa e organizzarsi con il lavoro. Una situazione abbastanza rischiosa che potrebbe esplodere la settimana prossima anche per altri presidi del Nord.
Ovviamente molto dipende dall’organico disponibile in ciascuna scuola, organico che con le supplenze interne potrebbe evitare la chiusura. Ma chi non ne è provvisto?
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Appello a Fontana
La preside di Milano, raccogliendo la preoccupazione di molti suoi colleghi circa il rischio di dover chiudere la scuola in anticipo per Natale, ha fatto un appello al presidente della Regione Attilio Fontana tramite il Corriere.
“Vorrei che il governatore chiedesse al governo una deroga, in modo che siano garantiti sia il diritto allo studio dei ragazzi, sia la possibilità per loro e per gli insegnanti di raggiungere i familiari che vivono in altre regioni. Si tratta nella maggior parte dei casi di lavoratori stabili nella precarietà, ovvero che insegnano qui da anni e quindi hanno spostato qui la residenza, ma che sono soli.”
La preside chiede che il governo, tramite l’appello a Fontana, attui una deroga per gli insegnanti consentendo lo spostamento tra regioni anche dopo il 21 dicembre, in modo che possano rientrare al Sud anche a ridosso della Vigilia.
La preside raccoglie il suo appello in una lettera in cui accanto al diritto allo studio dei ragazzi accosta anche il diritto agli affetti portando anche avanti la battaglia dei suoi insegnanti che vogliono rientrare al Sud dai propri cari per Natale.
Agostino Miele, presidente della sezione milanese dell’Associazione Nazionale Presidi ha dichiarato al quotidiano:
“È molto difficile che i dirigenti riescano a bilanciare i due diritti: ci proveranno sostituendo chi parte magari con personale Covid. E per chi non ci riuscirà c’è il problema della tutela dei minori che va garantita e supera il diritto al permesso. Evidentemente il legislatore, abituato a considerare le scuole chiuse, non ha tenuto conto che le scuole saranno ancora aperte. E sono due giorni che rischiano di essere deleteri.”
E sulla questione dei permessi e ferie che potrebbero portare a una chiusura anticipata delle scuole in Lombardia si è espressa anche la presidente dell’Ufficio scolastico regionale Augusta Celada:
“I presidi devono esercitare la funzione datoriale che gli è propria nel valutare se concederli o negarli. Per il resto, il rientro alla propria abitazione è comunque permesso.”
Dopo aver quasi ceduto allo spostamento fra comuni nella stessa regione a Natale non è detto che il governo non pensi a una deroga per gli spostamenti degli insegnanti tra il 21 e il 23 dicembre, sebbene questo potrebbe generare caos tra le regole da rispettare. Tocca attendere le prossime ore per vedere quale sarà, se ci sarà, l’effetto dell’appello dei presidi lombardi sulle istituzioni.
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