Il ministro ragiona sulla rapida firma del contratto nazionale della scuola scaduto da oltre tre anni e mezzo: i professori potrebbero arrivare a un aumento di stipendio a tre cifre in due step.
Un percorso a due step per garantire significativi aumenti di stipendio agli insegnanti italiani, attesi oramai da tre anni e mezzo. Il neo-ministro dell’Istruzione (e del “merito”) Giuseppe Valditara, quota Lega, ha proposto questo piano ai sindacati nell’incontro di stamattina per rinnovare rapidamente il contratto nazionale della scuola e soddisfare le richieste di professori e professoresse.
L’obiettivo è non diventare il quinto ministro che non riesce a chiudere il Ccnl. Prima di lui Bussetti, Fioramonti, Azzolina e Bianchi non sono riusciti ad arrivare alla fatidica firma e ora è corsa contro il tempo per farlo entro la fine dell’anno. Come ha spiegato a Repubblica, infatti, Valditara vuole far arrivare agli insegnanti gli aumenti entro Natale, assieme agli arretrati contrattuali (che varrebbero anche per il personale Ata di bidelli, impiegati e tecnici).
Se infatti si aspettasse la legge di Bilancio, con gli appositi fondi stanziati per i prossimi anni, sarebbe necessario cambiare l’atto di indirizzo e partirebbe una lunga trafila burocratica. Insomma, gli insegnanti rischierebbero di aspettare moltissimo per avere buste paga più pesanti. Il ministro, invece, vuole una roadmap in due step: subito la firma del rinnovo del contratto nazionale e poi, con la manovra, nuovi fondi a finanziare possibili aumenti ulteriori. Vediamo come funzionerebbe e di quanto possono aumentare ora e nel 2023 gli stipendi nella scuola.
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L’ipotesi è ricalcare quello che fece nel 2007 l’allora governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi, con l’ex ministro Giuseppe Fioroni. La firma immediata del rinnovo del contratto, prima della manovra, permetterebbe di ottenere immediatamente gli aumenti già calcolati. Si tratta dell’oramai noto aumento di 50-60 euro in media al mese, giudicato insufficiente dai sindacati, ma comunque un passo avanti rispetto allo stallo attuale.
I soldi arriverebbero assieme agli arretrati dal 2019, essendo il contratto in discussione quello del triennio 2019-2021. Nei prossimi giorni il ministro Valditara potrebbe quindi convocare i sindacati e illustrare la proposta. Si procederebbe subito a garantire entro dicembre gli aumenti previsti e gli arretrati maturati.
Stipendi insegnanti, aumento a tre cifre nel 2023
Poi c’è il secondo step. Nel contratto potrebbe essere inserito un rimando a un futuro riconoscimento di benefici economici dopo l’approvazione di finanziamenti aggiuntivi. Il ministro non vorrebbe toccare i fondi di valorizzazione dei docenti, gli oltre 300 milioni che vengono dal salario accessorio e che l’ex ministro del governo Draghi Patrizio Bianchi aveva contrattato di riversare, almeno in parte, sul contratto.
Insomma: entro il 2023, magari iniziando dalla legge di Bilancio, bisognerebbe trovare tutte le risorse aggiuntive necessarie, per arrivare possibilmente, tra fondi per la valorizzazione, nuovi finanziamenti e rinnovo, a un aumento degli stipendi a tre cifre (100/120 euro lordi, come preventivato).
Altrimenti si potrebbero utilizzare subito i 300 milioni e inserire in legge di Bilancio il finanziamento di un nuovo fondo per la valorizzazione. Con l’occasione si potrebbero essere modificate le sue finalità, per essere più in linea con quel principio di “merito” a cui tiene Valditara. Tuttavia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato chiaramente che la legge di Bilancio, visti i pochi fondi a disposizione, si concentrerà sull’emergenza energia. Sarà quindi difficile trovare nuove risorse per la scuola.
Possibile bonus di fine anno da 3mila euro
Quindi, quanti soldi otterrebbe da subito un insegnante se il piano andasse in porto? Facciamo l’esempio di un docente della scuola secondaria di secondo grado nella fascia 28. Dovrebbe avere per il 2019 circa 30 euro lordi al mese, per il 2020 circa 70 e per il 2021 circa 120. In totale gli arretrati varrebbero 4420 euro lordi.
Se si considera una trattenuta del 35-40%, la cifra sarebbe di circa 2700-2800 euro netti. Tutto questo mentre è in vigore il contratto nazionale 2022-2024, avviato da oltre un anno.
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