Meno compiti, materie accorpate con una full immersion degli argomenti, cooperazione e laboratori anche all’aperto: tutto sul modello finlandese sperimentato anche nella scuola italiana.
In Italia si sta diffondendo il modello di scuola finlandese che prevede una diversa organizzazione delle lezioni e un differente metodo di apprendimento. Ma nel dettaglio cos’è e come funziona il modello finlandese per la scuola?
Si chiama mof, metodo organizzativo finlandese appunto, e la prima a sperimentarlo in Italia è stata la dirigente scolastica Antonella Accili dell’istituto Della Rovere di Urbania, nelle Marche, e che la stessa è riuscita a esportare in almeno un centinaio di scuole dello Stivale.
Una sperimentazione iniziata ormai 18 anni fa e che ha potuto godere di alcuni contributi nostrani, come la possibilità di sfruttare in modo più proficuo degli spazi all’aperto.
Il modello finlandese per la scuola prevede, tra le altre cose, meno compiti, materie accorpate con una full immersion degli argomenti, cooperazione e laboratori anche all’aperto.
Vediamo nel dettaglio cos’è e cosa prevede il modello finlandese per la scuola sperimentato anche in Italia.
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Scuola, modello finlandese in Italia cos’è: meno compiti e materie accorpate
Meno compiti e materie accorpate con una maggiore facilità di apprendimento da parte degli studenti. Ecco cos’è il modello finlandese della scuola sperimentato, a partire dall’istituto Della Rovere di Urbania, in un centinaio di istituti italiani e applicabile a bambini e ragazzi dai 3 ai 19 anni.
Soddisfatti, stando a quanto riporta il Corriere della Sera, sarebbero gli insegnanti, ma anche gli studenti e i genitori che si troverebbero a non dover stare dietro i propri figli e i loro compiti nel pomeriggio.
Gli elementi centrali del modello finlandese per la scuola sono tre:
- compattazione oraria;
- cooperazione;
- laboratori.
Cosa significa compattazione oraria? Con il mof ogni giorno si lavora al massimo su due materie, come spiega la preside Accili al Corriere, e alcune discipline si concentrano nella prima parte della settimana, altre nella seconda parte.
Ciò tuttavia non va a creare scompiglio nel numero delle ore per materia settimanali e annuali, che resta invariato. Nel modello finlandese approdato in Italia si prevedono:
- full immersion degli argomenti;
- ciclicità degli apprendimenti per sviluppare la memoria a lungo termine di quanto appreso.
“L’apprendimento dello studente viene facilitato, nel momento in cui diventa possibile concentrarsi su un minor numero di discipline per volta - spiega Accili - evitando che, come spesso succede, lo studente in difficoltà, di fronte a un eccessivo numero di sollecitazioni, decida autonomamente di selezionare le discipline, concentrandosi su alcune a scapito di altre; questo porta talvolta a lacune irrimediabili. Con i corsi compattati invece è la scuola a scegliere le scansioni e le priorità.”
Scuola, modello finlandese in Italia: come funziona e risultati
La scuola con modello finlandese in Italia, come spiega sempre la preside che ha portato il mof nel nostro Paese, funziona secondo uno schema che prevede il massimo coinvolgimento degli studenti.
La giornata scolastica parte con il professore che in mezz’ora spiega l’argomento da trattare e in un secondo momento sono gli alunni a diventare protagonisti perché, divisi in piccoli gruppi, sono invitati a svolgere gli esercizi.
A questa attività possono anche aggiungersi i laboratori, anche all’aperto, per procedere al massimo con l’apprendimento. L’accorpamento orario, due materie in una giornata, permette così di lavorare al meglio e in modo approfondito su una determinata disciplina. I risultati nella scuola del metodo finlandese sembrano promettenti.
Stando alla testimonianza di Patrizia Leoni, dirigente dell’Ics di Senigallia, plesso Vallone che sperimenta il mof, e riportata sempre dal Corriere, i risultati Invalsi delle classi risultano essere superiori alle medie territoriali, regionali e nazionali.
Quella del modello finlandese, a detta della dirigente, non è una sperimentazione calata dall’alto, ma che parte dal basso, dalla rete delle scuole ed è questa la sua forza. L’entusiasmo che emerge dagli istituti che hanno introdotto questo modello di scuola fa pensare che possa prendere sempre più piede soppiantando in buona parte l’assetto scolastico tradizionale.
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