Tagli all’organico della scuola dal prossimo anno scolastico. Il governo riduce i posti per docenti e Ata nella bozza della Manovra nonostante i percorsi abilitanti e i concorsi da bandire.
Tagli al personale della scuola: dal prossimo anno scolastico ci saranno oltre 7.000 posti in meno tra quelli riservati ai docenti e quelli previsti per il personale Ata. Una doccia fredda per il mondo della scuola che arriva con l’ultima Legge di Bilancio 2025 a pochi giorni dallo sciopero che interessa soprattutto i precari indetto dai sindacati per il 31 ottobre.
Ma cosa prevede nel dettaglio la Legge di Bilancio 2025 sui posti in meno per docenti e Ata? Il testo è ancora in bozza e potrebbe pertanto subire delle modifiche fino alla sua approvazione definitiva entro la fine dell’anno. I dettagli.
Scuola: oltre 7.000 posti in meno nel testo in bozza della Legge di Bilancio
Nel testo in bozza della Legge di Bilancio 2025, e nella relazione illustrativa che lo accompagna, è precisato nero su bianco che dal prossimo anno scolastico vi sarà un taglio al personale docente con il blocco del turn over.
Si legge nel testo in bozza, in particolare all’articolo 110 (Misure in materia di personale pubblico), quanto segue:
A decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva di cui all’articolo 1, commi 64 e 65, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia. Conseguentemente, le consistenze dell’organico dell’autonomia del personale docente di cui all’articolo 16-ter, comma 5, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 sono corrispondentemente ridotte.
E ancora:
[...] con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, da adottare entro il 15 febbraio 2025, si procede alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, in modo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità.
Nonostante Valditara rassicuri circa la temporaneità della misura questione questa poco chiara, oltre 7.000 mila posti in meno per insegnanti e Ata sono un duro colpo per la scuola e soprattutto per i precari che da anni lavorano con contratti a tempo determinato e che attendono il ruolo. Precari che sono costretti a seguire corsi abilitanti a cifre esorbitanti e a fare concorsi di continuo; sì perché l’ultimo concorso scuola Pnrr per gli idonei che lo hanno superato anche con voti alti non prevede una graduatoria di merito a esaurimento e, a prove ancora in corso, il Mim già si prepara a bandirne uno nuovo per la gioia della miriade di corsi online a pagamento che preparano alle prove.
Insomma ci troviamo di fronte a una scuola mercificata e che in virtù del risparmio viene sacrificata. Il tutto mentre il ministero elogia quanto fatto nei due anni di governo su tutti i suoi canali web, compresi quelli social, suscitando tuttavia una valanga di commenti negativi da parte dello stesso personale docente che la scuola la vive ogni giorno tra mille difficoltà.
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Nonostante il Mim abbia cercato di spiegare che la misura è temporanea non vi è alcuna certezza in merito e dura è stata la reazione delle opposizioni sui tagli al personale docente e agli Ata tra collaboratori scolastici e amministrativi.
Siamo molto preoccupati per il taglio agli organici della scuola previsto in legge di bilancio. Altro che investimenti sull’istruzione e la tanto sbandierata valorizzazione del personale. Solo tagli lineari scritti nero su bianco. L’avvio caotico di questo anno scolastico all’insegna di classi sempre più numerose e segreterie scolastiche oberate da impegni sempre più gravosi avrebbe imposto altre scelte.
Così Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd, cui si aggiunge la voce del capogruppo della commissione Cultura alla Camera dei Cinque Stelle Antonio Caso:
La mannaia di Meloni e Giorgetti si abbatte senza pietà sulla scuola pubblica. Il taglio di quasi 6.000 posti dell’organico dei docenti e di oltre duemila posti del personale Ata – previsto in manovra – rappresenta l’ennesimo colpo letale inferto alla scuola, dopo il taglio di oltre settecento istituti con il “dimensionamento” e la prospettiva di uno spaccamento del sistema scolastico nazionale con le autonomie. In Parlamento e fuori ci batteremo con ogni forza contro questo scempio.
Per i dettagli sugli oltre 7.000 posti tra personale docente e Ata in Legge di Bilancio e conferme occorre attendere l’iter di discussione del testo e la sua definitiva approvazione.
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