Dai risultati delle prove Invalsi 2022 emerge un miglioramento rispetto al 2021. Divario tra Nord e Sud e dati negativi al quinto anno di superiori: ecco i dati peggiori in Italia.
Scuola: sono stati pubblicati i risultati delle prove Invalsi 2022, non troppo lusinghieri in alcune parti di Italia. Ma dove si registrano i dati peggiori?
Le prove Invalsi 2022 si sono svolte in tutta Italia e in tutte le scuole di ogni ordine e grado con test di matematica, italiano e in alcuni casi di inglese.
I risultati, stando al Rapporto Nazionale Invalsi 2022, registrano un graduale ritorno alla normalità dopo lo scompiglio creato da due anni di didattica a distanza a causa della pandemia di Covid, con la ripresa delle rilevazioni anche nelle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado, quindi alle superiori.
Nonostante la ripresa però, i risultati delle prove Invalsi 2022 non sono ancora dei migliori ed evidenziano un divario territoriale tra il Nord e Sud del Paese, con i dati peggiori registrati nel Meridione. Vediamo allora dove si collocano i peggiori risultati delle prove Invalsi 2022.
Scuola, risultati prove Invalsi 2022: i peggiori in Italia
I risultati delle prove Invalsi 2022 sono stati svelati alla presenza del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi il quale ha espresso soddisfazione per la ripresa evidenziata dai dati sebbene vi siano ancora delle criticità. Prima di vedere i risultati, e quali sono i peggiori in Italia ricordiamo, come da comunicato, che le prove hanno coinvolto:
- oltre 920mila alunni della scuola primaria (classe II e classe V);
- circa 545mila allievi della scuola secondaria di primo grado (classe III);
- oltre 953mila studenti delle classi II della scuola secondaria di secondo grado.
Sono state svolte oltre 5.200.000 prove computer based nel periodo che va da marzo a maggio nelle scuole secondarie di primo e secondo grado.
Dai risultati delle prove Invalsi 2022 emergono delle problematiche della scuola italiana, ma anche il recupero in alcune discipline per alcuni gradi scolastici. Come abbiamo già messo in evidenza dai risultati del 2022 emerge l’arrestarsi del peggioramento registrato nel 2021 nella scuola secondaria rispetto al 2019, prima della pandemia e della didattica a distanza.
Nel dettaglio rispetto al 2019 alle elementari i dati sono rimasti invariati sebbene delle flessioni in alcuni territori, e con alcuni segnali preoccupanti, si registrino principalmente in matematica, ma con un miglioramento in inglese specie nell’ascolto (listening).
Preoccupazioni maggiori vi sono invece per i risultati che emergono nella scuola secondaria, specie per le competenze base, con evidenti differenze a livello territoriale e tra diversi indirizzi di studio.
Più nel dettaglio i risultati delle prove Invalsi per la seconda classe della scuola primaria evidenziano che:
- in italiano il 72% degli allievi raggiunge almeno il livello base, con Valle D’Aosta, Umbria, Lazio e Molise in cui si supera la media. La Sicilia è di poco al di sotto della media;
- in matematica il 70% degli allievi raggiunge almeno il livello base, con il Molise che supera la media. Per la Provincia Autonoma di Bolzano i risultati spno sotto la media.
Per le classi quinte della primaria invece:
- in italiano l’80% degli allievi raggiunge almeno il livello base. Valle D’Aosta e Umbria sono sopra la media, mentre Calabria e Sicilia sono sotto la media;
- in matematica il 66% degli allievi ha raggiunto almeno il livello base, fra cui Umbria, Marche, Molise e Basilicata sopra la media. Calabria, Sicilia e Sardegna non superano la media;
- in inglese il 94% degli allievi ha raggiunto il livello A1 in lettura, l’85% raggiunge il livello A1 in ascolto. Le differenze fra Nord e Sud sono minime.
Per quanto riguarda la secondaria di primo grado, quindi le medie, i risultati delle prove Invalsi 2022 evidenziano un miglioramento in italiano e matematica, e una certa stabilità in inglese.
Ma veniamo alle superiori e in particolare all’ultimo anno che riguarda coloro che hanno conseguito la Maturità 2022.
Per le classi seconde della secondaria di secondo grado, che lo scorso anno non hanno svolto le prove Invalsi, si evidenzia che:
- il 66% degli studenti ha raggiunto il livello base di Italiano (4 punti in meno rispetto al 2019);
- il 54% degli studenti ha raggiunto il livello base di Matematica (8 punti in meno rispetto al 2019). Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna non raggiungono in media il livello base.
Nelle classi quinte delle superiori invece:
- in italiano il 52% degli studenti raggiunge almeno il livello base, tuttavia 6 regioni del Mezzogiorno si fermano sotto la media del livello base;
- in matematica il 50% raggiunge almeno il livello base, ma 7 regioni del Centro-Sud si fermano sotto la media del livello base.
Dopo 13 anni di scuola, considerando quindi elementari, medie e superiori, i risultati delle prove Invalsi evidenziano che non raggiungono il livello base in italiano gli allievi delle seguenti regioni:
- Campania;
- Puglia;
- Basilicata;
- Calabria;
- Sicilia;
- Sardegna.
I risultati peggiori delle prove Invalsi 2022 ancora una volta riguardano le regioni del Sud, alle quali si aggiunge anche la regione Lazio per quanto riguarda la matematica.
Scuola, risultati Prove Invalsi 2022: dispersione scolastica
I risultati delle prove Invalsi 2022, che si possono approfondire nel report completo che riportiamo di seguito, evidenziano ancora una volta il problema della dispersione scolastica implicita che però comincia a scendere.
Il processo è molto lento ma in quasi tutte le regioni italiane si passa dal 9,8 del 2021 al 9,7% di quest’anno.
Ciò che emerge dal rapporto è che i livelli più bassi di apprendimento si registrano tra gli studenti che provengono da contesti socio-economici e culturali svantaggiati ed è proprio lì che la scuola deve intervenire.
A commentare i risultati delle prove Invalsi 2022 è stato anche il ministro dell’Istruzione Bianchi:
I dati delle rilevazioni INVALSI che sono stati presentati oggi dimostrano che c’è stata una fase di ripresa dopo gli anni più duri della pandemia e che la scelta di riprendere la scuola in presenza è stata giusta, ha permesso di contenere il calo delle competenze delle studentesse e degli studenti e in molte situazioni proprio di invertire la rotta.
Lo stesso ministro ha concluso evidenziando il divario tra le varie aree del Paese e la necessità di un intervento con la creazione di una nuova scuola grazie al Pnrr:
Dobbiamo ricordare, però, un aspetto: sulla scuola si riverberano questioni che riguardano l’intero Paese, i divari tra Nord e Sud, tra centro e periferie. Dalla scuola possiamo e dobbiamo partire per ricucire le fratture e rimuovere le distanze, ma occorre rispondere a problematiche così articolate con una gamma strutturata di strumenti e interventi che coinvolgono diversi settori e richiedono responsabilità condivise. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è una risorsa, un’occasione per costruire una nuova scuola, che rispetti le autonomie, ma che sia eguale e di pari opportunità in tutti i territori italiani.
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