Sell-off sui mercati, trader corrono verso i beni rifugio

Mauro Speranza

20 Settembre 2021 - 17:03

Vendite generalizzate sui mercati dopo l’ennesimo tonfo di Evergrande e gli investitori si rivolgono verso i beni rifugi per salvarsi dalla tempesta.

Sell-off sui mercati, trader corrono verso i beni rifugio

Non si ferma il panic selling di questa prima seduta settimanale, causato dall’ennesimo tonfo del gigante cinese Evergrande con effetto trascinamento su tutto il mercato globale.

I trader sembrano volersi allontanare dall’avversione al rischio e ne stanno facendo le spese l’azionario, le materie prime e le criptovalute.
Un fuggi fuggi che sta innescando una corsa verso quelli che vengono definiti beni rifugio, solido attracco in tempo di sell-off

Il sell-off sui mercati globali

Dall’Europa agli Stati Uniti si sta ripetendo il copione visto in chiusura alla borsa di Hong Kong, dove l’indice Hang Seng ha ceduto oltre il 3%, ennesimo crollo dopo la perdita del 4,90% della settimana scorsa.
Nel vecchio continente i principali indici stanno andando verso una chiusura di color rosso intenso, con flessioni che sfiorano il 3% per il Ftse Mib, il Dax, il Cac 40 e l’Ibex 35.
Destino non diverso sembra riservato anche a Wall Street, dove i future sembrano voler ripetere lo stesso copione anche oltre Oceano, rendendo il sell-off davvero globale.
Dal mondo delle criptovalute sembra arrivare l’ennesima smentita sulle monete digitali quali bene rifugio, viste le vendite in corso sul Bitcoin, l’Ethereum, il Cardano, il Binance e il Ripple, spesso a doppia cifra.
Anche nelle materie prima le acque sono agitate e il petrolio WTI cede oltre il 2% e torna sotto i 70 dollari mentre il Brent ronza intorno i 74 dollari al barile.
La volatilità, dunque, la fa da padrona, misurata dal CBOE Volatility Index (VIX) che con un +24% (25,94 punti) torna ai livelli di inizio 2021.

La corsa verso i beni rifugio

In mezzo alla tempesta gli investitori cercano porti sicuri e li stanno trovando nei classici beni difensivi. Prima di tutto il dollaro, con l’indice della valuta americana che resta in verde e la coppia EUR/USD scambiata a 1,1712 a seguito del calo della moneta unica.
Resiste alle vendite anche l’oro, in recupero dopo un tentennamento nella notte, quotato a 1.757 dollari l’oncia.
Positivi anche sui treasury statunitensi, con il decennale in calo del 4% spinto dagli acquisti, al pari del Btp italiano a 10 anni che scende di oltre il 2%.

Sfiducia verso Evergrande

Il nuovo crollo di Evergrande di oggi, -10% in chiusura, dimostra ancora una volta la sfiducia verso il gigante immobiliare, dopo che aveva già perso l’80% del suo valore in borsa. Il secondo gruppo del real estate cinese è considerato incapace di onorare i 300 miliardi di dollari di debito accumulati finora, mentre per il 23 settembre è prevista la scadenza per il rimborso di 84 milioni di dollari di soli interessi.

Un crollo della società metterebbe a rischio l’intera economia cinese, trasferendo le turbolenze alla finanza globale, ancora di più di quanto stia facendo oggi, visti gli investimenti nei bond cinesi.

Timori che stanno spingendo gli analisti a parlare di un “pericolo Lehman Brothers” per l’economia cinese, così come accadde negli USA nel 2008, poi estesa a tutto il sistema finanziario prima ed economico globale dopo. Crisi che ancora sta facendo sentire i suoi effetti in molte economie mondiali.

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