Serbia e Kosovo, guerra vicina: Carabinieri al confine, cosa sta succedendo?

Alessandro Cipolla

12 Dicembre 2022 - 08:30

Aria di guerra tra Serbia e Kosovo: ultimatum per la rimozione dei blocchi stradali eretti dai serbi, Belgrado in stato di allerta mentre i nostri Carabinieri sono già al confine.

Serbia e Kosovo, guerra vicina: Carabinieri al confine, cosa sta succedendo?

Il rischio di una guerra tra Serbia e Kosovo sta spaventando il mondo intero e, in particolar modo, l’Italia visto che, oltre alla vicinanza geografica, quello dei nostri Carabinieri è il contingente più numeroso della Kfor, la forza militare internazionale guidata dalla Nato che opera dal 1999 nel tormentato Paese balcanico.

Da tempo si sono riaccese le tensioni tra il governo centrale di Pristina e la minoranza serba presente nella parte settentrionale del Kosovo, proprio quella dove sono di stanza i nostri Carabinieri; se questa estate è stata la questione delle targhe serbe a provocare proteste e blocchi, adesso la possibile miccia di una guerra è l’arresto di un ex poliziotto serbo-kosovaro con l’accusa di terrorismo.

Nelle scorse ore la minoranza serba è tornata a erigere dei blocchi stradali, con l’episodio più inquietante che è stato il lancio di una granata stordente contro una pattuglia di Eulex, la missione di sicurezza dell’Ue, che fortunatamente non ha provocato vittime; nella notte poi ci sarebbero state altre esplosioni e raffiche di spari.

Visto il delicato momento internazionale, lo scoppio di un conflitto tra Kosovo e Serbia potrebbe incendiare non solo i Balcani, ma il mondo intero visto che alle spalle di Belgrado c’è la Russia mentre a difesa di Pristina c’è la Nato: uno scenario questo da terza guerra mondiale.

C’è il rischio di una guerra tra Serbia e Kosovo?

Nella serata di ieri il premier kosovaro Albin Kurti ha lanciato una sorta di ultimatum nei confronti della minoranza serba, a cui è stato intimato la rimozione delle barricate per evitare un intervento delle forze speciali.

Per tutta risposta, il presidente serbo Aleksandar Vucic ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza nazionale: dopo il faticoso accordo trovato sulle targhe, in Kosovo tornano così a spirare venti di guerra.

Secondo il premier kosovaro Kurti, la Serbia potrebbe scatenare una nuova guerra con l’invio di proprie truppe nel Kosovo, accusando al tempo stesso Belgrado di appoggiare l’attività di gruppi criminali le cui attività illegali destabilizzerebbero continuamente la situazione nel Nord del Paese.

Naturalmente non può scoppiare una guerra per un problema di targhe o per l’arresto di un ex poliziotto; i problemi nel Kosovo hanno radici profonde tanto che, quello che è un protettorato Onu, tuttora è rivendicato dalla Serbia con Cina e Russia che non hanno mai riconosciuto Pristina.

Già questa estate la tensione nei Balcani è salita ben oltre i livelli di guardia, visto che anche in Bosnia la convivenza tra le varie etnie resta problematica, con i nostri Carabinieri che nel frattempo sono stati schierati lungo il confine che divide la Serbia dal Kosovo.

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