Powell è atteso al Congresso Usa in due giorni di testimonianza, oggi e mercoledì: cosa dirà il presidente Fed sull’economia statunitense, l’inflazione e la politica dei tassi? I mercati aspettano.
Il presidente Fed Powell testimonierà davanti a una commissione del Senato oggi, martedì e una commissione della Camera mercoledì, probabilmente anticipando cosa accadrà nella riunione della Federal Reserve di fine marzo.
Per questo, le sue parole sono attese più che mai e considerate già un driver cruciale dei mercati, dal quello valutario con un focus sul dollaro a quello azionario, con gli asset di rischio pronti a vacillare dinanzi a un probabile tono ancora aggressivo sul rialzo dei tassi di interesse.
Da evidenziare che i rapporti sugli indicatori dei prezzi, sul mercato del lavoro e sulla spesa dei consumatori per gennaio sono stati tutti positivi, con una inflazione ancora elevata nell’indice core.
E questo a sua volta ha spinto al rialzo i rendimenti dei titoli del Tesoro a lungo termine, avvertendo che nei mercati si stanno incorporando aspettative di inflazione più elevate. I tassi più alti stanno anche peggiorando il deficit di bilancio del governo federale.
In questa cornice si inseriscono i discorsi di Powell alle commissioni di Senato e Camera di oggi martedì 7 marzo e mercoledì 8 marzo. Ogni sua osservazione sarà passata al setaccio e lascerà traccia nei mercati. Cosa aspettarsi?
Powell oggi al Congresso: cosa aspettarsi dal suo discorso?
Powell si dirige a Capitol Hill, mentre i funzionari della Fed osservano che l’aumento dei tassi continuerà per reprimere l’inflazione ostinata, un messaggio che sta mettendo a disagio i legislatori democratici.
Alcuni politici suggeriscono che potrebbe essere necessario fare di più per domare i prezzi in seguito anche a una serie di forti rapporti su posti di lavoro, prezzi e consumi, che hanno spinto gli operatori a scommettere che la Fed salirà oltre il livello del 5,1% stimato a dicembre.
“Voglio essere completamente chiaro: è necessario sostenere che dobbiamo andare più in alto”, ha detto giorni fa il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic. “I posti di lavoro sono arrivati più forti di quanto ci aspettassimo. L’inflazione rimane ostinata a livelli elevati. La spesa dei consumatori è forte. I mercati del lavoro rimangono piuttosto stretti.”
Un tono aggressivo da parte di Powell allontanerà probabilmente quello che vogliono i progressisti, ovvero una Fed più cauta per non infliggere indebite sofferenze al mercato del lavoro.
“Deve presentarsi con un tono aggressivo e dare un messaggio da falco”, ha detto Diane Swonk, capo economista di KPMG, riguardo alla testimonianza di Powell questa settimana. “La linea di fondo è che siamo ancora in una posizione in cui la Fed non consentirà all’inflazione di disancorarsi”.
Secondo Ipek Ozkardeskaya, analista senior di Swissquote Bank, certamente Powell “ribadirà che la Fed non ha ancora finito con la sua lotta contro l’inflazione, che il mercato del lavoro rimane particolarmente forte, che un atterraggio morbido è possibile, ma che la Fed non esiterà a sacrificare la crescita per ridurre l’inflazione il prima possibile.”
Lo stratega di Deutsche Bank Jim Reid ha sottolineato che il presidente potrebbe fornire indizi su ciò che i numeri sull’occupazione e sull’inflazione devono fare per far agire la Fed in un modo particolare, ovvero con rialzi da 50 punti base.
Proprio questo è un punto chiave: la domanda è se Powell aprirà la porta a una nuova accelerazione degli aumenti dei tassi, tornando a un ritmo di 50 punti base, dopo che i funzionari si sono tenuti sui 25 il mese scorso.
La sfida è duplice: da una parte si vuole evitare di segnalare qualsiasi reazione di panico a dati forti che potrebbero quindi minare la fiducia che la Fed abbia il controllo della situazione. Dall’altra, però, sarebbe importante suggerire che il ciclo di inasprimento andrà più in alto e più a lungo.
Da quando Powell all’inizio del mese scorso pronunciato la parola disinflazione, ci sono poi stati diversi scossoni, a indicare che i progressi nella riduzione delle pressioni sui prezzi non sono stati così grandi come si pensava.
Infine, in focus nelle testimonianze del presidente della banca centralle c’è un altro spinoso argomento per gli Usa. Mentre il capo della Fed senza dubbio mirerà a evitare di commentare la politica fiscale, i legislatori repubblicani potrebbero spingerlo a commentare se l’onere del debito degli Stati Uniti debba essere frenato con tagli alla spesa (questo è un cavallo di battaglia contro Biden).
I democratici potrebbero invece spingere Powell a mettere in guardia contro qualsiasi tentativo di utilizzare il limite del debito federale come leva politica, date le devastanti conseguenze del mancato aumento o sospensione del tetto da parte del Congresso prima che il Tesoro finisca i contanti, come previsto nel terzo trimestre.
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