L’Europa sempre più intrappolata nella crisi del gas, che ha visto anche questa settimana raggiungere prezzi ai massimi, nei timori crescenti di una interruzione delle forniture russe.
I prezzi del gas naturale in Europa si sono diretti verso il più lungo periodo di guadagni settimanali quest’anno, mentre aumentano le preoccupazioni per la diminuzione delle forniture dalla Russia.
Nonostante un lieve calo nel benchmark olandese stamane, non sembra esserci un vera tregua per la crisi energetica del vecchio continente, che sta trascinando da mesi i prezzi del combustibile a livelli record. I futures del gas sono ancora diretti verso una quarta settimana consecutiva di aumenti.
Con le bollette elettriche balzate di colpo per le famiglie europee, mentre le utilities un tempo solide stanno lottando per rimanere a galla, lo scenario si fa ogni giorno più cupo.
Un taglio prolungato dei flussi di gas dalla Russia, storicamente il più grande fornitore del continente, metterebbe a repentaglio i piani per avere siti di stoccaggio sufficientemente riempiti in tempo per l’inverno, quando la domanda in genere raggiunge il picco.
In questa cornice, si sta chiudendo una settimana ancora all’insegna di prezzi del gas molto alti per l’Europa.
I prezzi del gas restano elevati in Europa
Alle ore 10.00 circa, sul benchmark olandese i prezzi del gas superano i 171 euro a megawattora, in lieve calo rispetto all’apertura a 180, ma sempre a livelli molto elevati. Il contratto è più che raddoppiato nell’ultimo mese e luglio si è dimostrato un mese infuocato su questo fronte, ad appena 8 giorni dal suo inizio. Basta osservare la curva delle quotazioni in questo grafico Ispi:
Il Nord Stream della Russia, la più grande rotta del gas verso l’Unione Europea, dovrebbe chiudere lunedì per 10 giorni di manutenzione stagionale e cresce il timore che i flussi non torneranno più alla loro normale portata dopo il completamento dei lavori.
Intanto, gli operatori economici e i responsabili politici europei seguiranno attentamente le discussioni programmate del presidente russo Vladimir Putin sulle questioni energetiche con i funzionari del suo Governo. Il capo dell’esportatore statale Gazprom PJSC sarà tra gli oratori, secondo il servizio stampa del Cremlino, che non ha approfondito ulteriormente l’agenda.
L’oleodotto Nord Stream ha funzionato solo al 40% della sua capacità dopo che la Russia ha ridotto le spedizioni il mese scorso, citando problemi tecnici con le turbine che devono essere riparate in Canada, con una di esse bloccata lì a seguito delle sanzioni di Ottawa contro Mosca per la sua invasione di Ucraina.
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