Ecco quando si può avere la residenza nella seconda casa, cosa prevede la legge e in quali casi si commette un reato.
La residenza normalmente viene posta all’interno della propria abitazione, ma per chi possiede due o più case possono aprirsi dei dubbi, soprattutto se si spende molto tempo nella seconda casa. Avere la residenza nella seconda casa può avere diversi vantaggi, ma prima di effettuare il cambio bisogna accertarsi di non commettere illeciti o reati.
In linea di principio, avere la residenza nella seconda casa è legale, ma se lo spostamento della residenza non corrisponde alla verità oppure viene utilizzato per non pagare le tasse si incorre in conseguenze fiscali e penali. Vediamo allora quando si può avere la residenza nella seconda casa e cosa si rischia negli altri casi.
Si può avere la residenza nella seconda casa?
Secondo la legge la residenza di un cittadino deve necessariamente coincidere con la sua dimora abituale, ossia il luogo in cui trascorre la maggior parte del suo tempo. Dato anche l’obbligo di reperibilità, non si può quindi avere la residenza nella seconda casa se quest’ultima è utilizzata in modo marginale.
Per esempio, non è possibile avere la residenza nella casa al mare in cui si trascorrono soltanto le vacanze estive, poiché non è in questa casa che si dimora abitualmente. Ognuno è infatti libero di viaggiare e pernottare ovunque, senza per questo dover cambiare la sua residenza. È però importante che quest’ultima coincida con l’abitazione in cui vive stabilmente, anche se ha altre case in cui si reca in modo sporadico.
Allo stesso tempo, chi ha una seconda casa ma decide di utilizzarla come abitazione principale, pur essendo stata acquistata in un secondo momento, non solo è libero di trasferire lì la sua residenza ma anzi deve farlo per essere reperibile. Si ricorda, infatti, che si rischiano delle sanzioni amministrative, oltre alla revoca della residenza, se il Comune non riesce a reperire il soggetto nella sua residenza.
Chi, invece, ha una seconda casa in cui trascorre lo stesso tempo che passa nella prima può sostanzialmente mettere la residenza dove preferisce.
Quando avere la residenza nella seconda casa è un reato
Dichiarare di avere la residenza nella seconda casa può perfino integrare un reato, nello specifico il falso in atto pubblico. Quest’ultimo reato è disciplinato dall’articolo 483 del Codice penale ed è punito con la reclusione fino a 2 anni. Bisogna però sapere che il reato è di tipo commissivo, cioè è punibile soltanto il comportamento di chi dichiara di avere una residenza in un determinato luogo pur non essendo la verità.
Non è invece penalmente rilevante il comportamento omissivo, per esempio chi non sposta la residenza nella nuova casa non è perseguibile per alcun reato. È invece possibile che avere la residenza nella seconda casa integri la fattispecie dell’evasione fiscale, che entro certi limiti è però un illecito e non un reato.
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Residenza nella seconda casa, esenzione Imu ed evasione fiscale
L’evasione fiscale si compie quando lo spostamento della residenza nella seconda casa è fittizio e avviene con lo scopo specifico di non pagare le tasse e/o usufruire indebitamente delle agevolazioni fiscali. È particolarmente importante a riguardo l’esenzione dell’Imu sulla prima casa, che può essere sì ottenuta sulla seconda casa ma soltanto se quest’ultima diventa l’abitazione principale e la dimora abituale.
La Corte di cassazione ha peraltro ribadito più volte che non è ammissibile la diversità di residenze dei coniugi a questo fine, ma anzi con la disgregazione del nucleo familiare si perde del tutto il diritto all’agevolazione in quanto nessuna delle casa è configurabile come abitazione principale. Gli accertamenti fiscali possono quindi portare alla revoca dell’esenzione, ma anche al recupero crediti delle tasse non pagate (che può sfociare nel pignoramento) e nella revoca della residenza da parte del Comune.
È invece ammissibile l’esenzione dell’Imu sulla casa acquistata come seconda se l’immobile rispetta i requisiti e ospita sia la residenza che la dimora abituale del nucleo familiare. A tal fine, le prove testimoniali (ad esempio le dichiarazioni dei vicini di casa) e documentali (come l’intestazione delle forniture) sono indispensabili per accertare la veridicità della dichiarazione.
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