Si può vietare al vicino di fumare in balcone?

Ilena D’Errico

12 Ottobre 2024 - 00:04

Il vicino fuma in balcone e vorresti vietarglielo perché ti infastidisce e temi per la tua salute? Ecco quali sono i possibili rimedi legali (e quando si può fumare in balcone senza problemi).

Si può vietare al vicino di fumare in balcone?

Che il fumo di sigaretta sia estremamente nocivo per la salute è indubbio. Al giorno d’oggi anche i rischi del fumo passivo sono noti a tutti, tanto che è vietato fumare in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico o nei quali si applicano particolari norme di sicurezza (per esempio nel posto di lavoro). All’aria aperta è possibile fumare, rispettando eventuali disposizioni specifiche degli enti locali o divieti relativi alle pertinenze di alcune strutture.

Nei luoghi privati, con il consenso del proprietario, non è vietato fumare sigarette. Il balcone, in qualità di pertinenza dell’abitazione, rientra tra questi luoghi. Per quanto fumare sia nocivo, infatti, rientra nelle libertà del cittadino, purché non infastidisca o pregiudichi la salute della collettività. In linea generale, si può fumare nel proprio balcone.

Non è possibile vietare al vicino di disporre liberamente della propria casa, ma è possibile invece imporgli di rispettare il proprio eguale diritto al benessere. La vicinanza dei balconi, la quantità di sigarette fumate e lo smaltimento dei mozziconi sono tutti fattori determinanti in questo senso. Vediamo allora quando si può vietare al vicino di fumare in balcone.

Si può fumare in balcone?

Per fumare sul balcone bisogna accertarsi di non infastidire i vicini di casa. Un principio non sempre facile da intuire, perché si tende a pensare di poter fare qualsiasi cosa all’interno della propria abitazione. In realtà, la legge pone dei limiti a tutela della collettività.

La legge antifumo non vieta di fumare in balcone, anche perché quest’ultimo rappresenta una pertinenza dell’abitazione, entro cui chi ci vive ha un’indiscutibile libertà di agire. Una libertà non assoluta, comunque, così come stabilito dal Codice civile.

La normativa, infatti, deve bilanciare l’interesse del singolo con quello della collettività, chiedendo a questo scopo di assicurarsi che il proprio agire non sia pregiudizievole per gli altri. Quante volte abbiamo sentito la massima “la mia libertà finisce dove inizia la tua”?

Il principio di fondo è pressoché questo, infatti l’articolo 844 del Codice civile prevede la libertà di provocare immissioni entro il limite della normale tollerabilità. Questa soglia dipende da numerosi fattori, a loro volta dipendenti dal tipo di immissione preso in esame. Ad esempio, riguardo al rumore si tiene conto – tra i vari elementi – degli orari e dell’ambiente.

Riguardo al fumo di sigaretta, o simili, bisogna senza dubbio adottare interpretazioni più restrittive. Questo perché il fumo passivo è incontrovertibilmente nocivo e il nostro ordinamento tutela con attenzione il diritto alla salute.

Se il balcone non è quello di casa propria, ma di un’abitazione altrui o di una struttura alberghiera per esempio, bisogna in ogni caso attenersi alla decisione del proprietario. Gli hotel di solito vietano di fumare anche nei balconi, per garantire il confort di tutta la clientela, e il divieto deve essere rispettato.

Quando si può fumare in balcone

La regola è quindi che si può fumare in balcone finché non si eccede la normale tollerabilità, avendo quindi cura di non arrecare danni ai vicini di casa. Come già detto, non è sempre semplice individuare questo livello limite, sia per i fumatori che per i vicini disturbati che vogliono sapere quando poter intervenire.

Il caso particolare viene valutato dal giudice in base a tutti gli elementi, ma in genere è importante considerare:

  • La distanza tra i balconi;
  • la quantità di fumo (e quindi di sigarette fumate o numero di fumatori in contemporanea);
  • le condizioni di salute dei vicini di casa, la presenza di minori o donne incinte;
  • il momento in cui si fuma in balcone.

Per esempio, chi abita all’ultimo piano di un condominio può facilmente fumare qualche sigaretta in più, dato che il fumo salendo non arrecherà disturbo agli inquilini di sotto. Oppure, il fumo in balcone diventa più tollerabile quando i vicini di casa hanno le finestre chiuse (ad esempio quando non sono in casa o durante la notte), ma attenzione: se i vicini sono costretti a tener chiuse le finestre proprio per evitare il fumo si è ben oltre la soglia di normale tollerabilità.

Bisogna quindi valutare anche la capacità del fumo di propagarsi fino ai vicini, soprattutto in presenza di situazioni meritevoli di tutela. Si pensi, per esempio, al vicino che soffre d’asma.

Inoltre, non bisogna dimenticare di non importunare i vicini con cenere e mozziconi – o altri prodotti di scarto – nel rispetto del vicinato e dell’ambiente. Gettare le sigarette dal balcone, peraltro, può integrare il reato di getto pericoloso di cose. Se la soglia di normale tollerabilità viene superata, i vicini hanno diritto a intentare una causa civile per ottenere la cessazione del comportamento e anche un risarcimento per i danni patiti.

Fumare in condominio

Chi abita in un condominio deve rispettare qualche limite in più riguardo al fumo. È infatti vietato fumare in tutte le aree comuni al chiuso e per quelle all’aperto, come il cortile, devono essere rispettati i medesimi limiti che riguardano il balcone.

Fumare in balcone all’interno di un condominio, oltretutto, può essere fondamentalmente vietato, perché spesso balconi e finestre delle abitazioni sono a distanza molto ridotta tra loro.

Infine, bisogna tener conto dell’eventuale regolamento condominiale, che può prevedere sanzioni aggiuntive a quelle disposte dalla legge erogabili direttamente dall’amministratore di condominio.

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