Cinque città italiane si sono rifiutate di applicare il decreto sicurezza di Salvini, scatenando una bufera tale da rendere sempre più necessario un incontro con i vertici.
La decisione di Orlando di non applicare il decreto sicurezza di Salvini a Palermo, ha scatenato un inaspettato effetto domino che ha visto il fermo di altri sindaci nel non attuare la norma.
La protesta cresce di ora in ora a colpi di attacchi con Salvini e Di Maio, tanto che sembra d’obbligo organizzare un incontro per discutere vis à vis sulla questione.
Decreto sicurezza di Salvini: c’è una falla
Il primo a dare l’allarme è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Infatti nella giornata di ieri ha mandato un comunicato all’anagrafe annunciando che nella sua città non sarebbe stato attuato il decreto sicurezza, perché ritenuto discriminatorio, finché non avesse ricevuto dei chiarimenti.
L’audace scelta di Orlando ha incontrato l’adesione di altri sindaci: Luigi De Magistris (Napoli); Dario Nardella (Firenze); Giuseppe Falcomatà (Reggio Calabria) e Federico Pizzarotti (Parma). Ognuno dei quali sostiene che alcune norme presenti nel decreto violino i diritti umani, per questo non applicheranno il ddl sicurezza.
Da subito abbiamo segnalato che questo decreto, per come è scritto, crea solo problemi, difficoltà nell’avere documenti e quindi nell’inserirsi in un percorso regolare, anche per ottenere un lavoro
Afferma il sindaco di Parma e ancora quello di Firenze:
Firenze non si piegherà al ricatto contenuto nel decreto sicurezza che espelle migranti richiedenti asilo e senza rimpatriarli li getta in mezzo alle strade
La protesta ha incontrato il favore anche dei sindaci come Sala, Zuccalà e Decaro che chiedono un incontro con il governo per discutere le modifiche da apportare alla legge.
Inoltre l’opposizione verrà tradotta in ordinanze scritte. Si tratta di un’azione non priva di rischi, perché coloro che parteciperanno alla stesura potranno essere denunciati per abuso d’ufficio.
Nel frattempo anche il pd si è schierato con i sindaci, grazie a parole di sostegno come quelle pronunciate da Zingaretti:
Mi sento vicino al sindaco Orlando al suo impegno contro l’odio e capisco la sua fatica per porre rimedio a norme confuse scritte solo per l’ossessione di fare propaganda
A cui si aggiungono le affermazioni di Martina:
Capisco i sindaci che per difendere i loro cittadini reagiscono a tutela delle città [...] I sindaci che esprimono la loro posizione critica verso il decreto Salvini vanno ascoltati, non insultati
La reazione di Salvini e di Di Maio
La protesta dei sindaci contro il decreto sicurezza di Salvini non è stata ben accettata dal leghista che sin dal principio si è espresso duramente nei confronti dei cosiddetti «disobbedienti» e la vicenda in corso:
Con tutti i problemi della città, il sindaco sinistro pensa a fare disobbedienza [...] Non farò mai azioni di forza, saranno gli elettori a giudicare l’operato dei sindaci [...] ne risponderanno personalmente, legalmente, civilmente, e penalmente perché è una legge dello Stato che mette ordine e mette regole
Non perde tempo nell’esprimersi anche sulla presa di posizione di De Magistris, sindaco di Napoli, che ha dichiarato di voler aprire i propri porti ai profughi della SeaWatch:
Se c’è qualche sindaco che non è d’accordo si dimetta: dimettiti Orlando! Vai a fare il sindaco in uno dei Paesi da cui arrivano i finti profughi e anche tu De Magistris con tutti i problemi e i casini che ci sono a Napoli vuoi attaccare il decreto sicurezza? Dimettetevi
Ma Salvini non è solo nella lotta per salvare il suo decreto, infatti a sostenerlo c’è Di Maio:
Solo campagna elettorale da parte di sindaci che si devono sentire un po’ di sinistra facendo un po’ di rumore. Ma se vuoi sentirti di sinistra, metti mano ai diritti sociali di questo Paese, quelli che la sinistra ha distrutto in questi anni. Pensate come stanno messi male
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