La politica internazionale si attiva contro l’operazione militare di Erdogan in Turchia
Stop vendita delle armi alla Turchia, o quasi. All’infiammarsi della situazione in Siria, gli Stati dell’Unione Europea sono uniti nella condanna dell’operazione “Fonte di Pace”, ma non si decidono per un embargo comune.
Intanto il Presidente USA Donald Trump rompe gli indugi e annuncia sanzioni.
Condanna UE per Erdogan
Al termine del Consiglio per gli Affari Esteri, gli Stati membri hanno rilasciato un comunicato nel quale viene condannata senza mezzi termini l’operazione militare turca in Siria.
La settimana scorsa, il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha avviato un’offensiva militare nella Siria del nord, con l’obiettivo di colpire le forze curde che Ankara considera terroriste.
I curdi delle Syrian Democratic Forces (SDF), che in questi anni hanno combattuto contro l’ISIS, hanno annunciato resistenza e si sono alleate con il governo siriano. Intanto, con l’insediamento dell’esercito di Erdogan oltre 800 prigionieri del terrorista Stato Islamico, detenuti dai curdi, sono fuggiti.
Le SDF hanno attualmente sotto custodia circa 10.000 prigionieri ISIS. Il timore è che, in caso di fuga, questi possano riorganizzarsi.
L’azione della Turchia “mette seriamente a rischio la stabilità e la sicurezza della regione”, si legge nel comunicato, e “rende le prospettive di un processo guidato dalle Nazioni Unite per raggiungere la pace in Siria molto più difficili”.
L’Europa prende atto delle preoccupazioni di sicurezza nazionale della Turchia, ma precisa che queste dovrebbero essere gestite con “mezzi politici e diplomatici, non con l’azione militare”.
Stop vendita armi europee a Turchia
Tutti gli Stati si impegnano a prendere “posizioni nazionali forti riguardo alle proprie politiche di esportazione di armi alla Turchia”. L’impegno, dunque, è stato preso, ma non a livello europeo. Ogni membro si occuperà personalmente del proprio export (quiquanto vale quello dell’Italia).
Nei giorni scorsi Germania, Francia, Finlandia e Svezia hanno già imposto gli embarghi nei confronti della Turchia. L’Italia, ha annunciato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio al termine del Consiglio in Lussemburgo, lo farà a breve.
L’embargo di armi dell’Italia contro Ankara sarà effettuato attraverso decreto ministeriale che la Farnesina spiegherà “alla Camera per dare tutte le informazioni che servono al Parlamento”.
Di Maio ha poi precisato che non è stato approvato un embargo europeo perché ciò avrebbe portato “a mesi e mesi di lavoro”, mentre l’impegno dei singoli Stati “crea immediatezza”.
David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, ha lanciato un duro attacco contro la Turchia: “Ankara non pensi che finisce qui, con l’embargo delle armi”.
Trump annuncia sanzioni alla Turchia
Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, invece, anche oggi aveva annunciato “grandi sanzioni” nei confronti della Turchia, ma la posizione degli USA era rimasta in un primo momento ambigua.
È stato Trump, in effetti, a dare il via libera all’attacco da parte di Erdogan ritirando le truppe USA dalla Siria. Una mossa controversa, che è costata al Presidente non poche critiche.
Nello specifico, Washington aumenterà i dazi sull’acciaio fino al 50% e porrà fine alle trattative commerciali con il Paese. “Questo ordine permetterà agli Stati Uniti di imporre potenti sanzioni addizionali a chiunque sia coinvolto in serie violazioni dei diritti umani [...] in Siria”, si legge nel comunicato.
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