La SNB sta «monitorando la situazione» di Credit Suisse. Tradotto, bailout in vista?

Mauro Bottarelli

5 Ottobre 2022 - 20:13

Stando a rumors, il governo elvetico potrebbe attivare la rete di salvataggio approvata lo scorso marzo, fornendo liquidità alla banca e divenendo creditore privilegiato. E attenzione al cds di BNP

La SNB sta «monitorando la situazione» di Credit Suisse. Tradotto, bailout in vista?

Apparentemente, la situazione starebbe accelerando. Ovviamente, la discrezione svizzera starebbe garantendo toni bassi e poco clamore. Ma per la prima volta da quando l’impennata del credit default swaps di Credit Suisse ha acceso i radar del mercato sul timore di un evento stile Lehman, la Banca centrale svizzera (SNB) ha ammesso di monitorare la situazione dell’istituto.

Ma che quanto sta accadendo in queste ore sia qualcosa di più serio di un normale aumento della vigilanza, lo ha di fatto confermato alla Reuters un membro del consiglio di Credit Suisse, Andrea Maechlersaid, a detta del quale il management sta lavorando a una strategia che sarà resa nota a fine ottobre. E se questi due grafici

Andamento correlato di titolo azionario e credit default swap di Credit Suisse Andamento correlato di titolo azionario e credit default swap di Credit Suisse Fonte: Bloomberg/Zerohedge
Andamento correlato dei cds «esplicito» e implicito in base all'andamento del titolo di Credit Suisse Andamento correlato dei cds «esplicito» e implicito in base all’andamento del titolo di Credit Suisse Fonte: Bloomberg/Zerohedge

confermano plasticamente come uno fra equity e credito stia bluffando sullo stato di salute dell’istituto, di fatto un pericoloso chicken game alla ricerca della verità, ecco che la Neue Zürcher Zeitung ha pubblicato un’indiscrezione in base alla quale il governo svizzero sarebbe pronto ad attivare in anticipo la rete di salvataggio per le grandi banche che ha varato lo scorso marzo e che, terminati gli studi di applicazione e fattibilità da parte del ministero delle Finanze, sarebbe dovuto divenire operativo a metà 2023.

Di fatto, lo schema è basico: lo Stato garantisce liquidità attraverso una linea di credito alle banche sistemiche in difficoltà, un veicolo di vero e proprio liquidity backstop ma, in base allo statuto e come conditio sine qua non dell’accesso al fondo, diviene automaticamente titolare di un bankruptcy privilege, ovvero sarà creditore privilegiato e primo della fila a salvataggio avvenuto, al fine di non compromettere denaro pubblico.

E a consolidare la percezione di un attivismo emergenziale, a stretto di giro di posta ci ha pensato anche l’ente di vigilanza del mercato elvetico FINMA, il quale ha confermato di aver acceso un faro su Credit Suisse e sulla sua stabilità. Insomma, l’accelerazione pare in atto. E la percezione è quella di uno Stato che non intende minimamente incorrere in danni reputazionali, lasciando che uno dei suoi gioielli bancari precipiti in una situazione di collasso disordinato. E con il rischio di innescare una spirale di caos sull’intero comparto e la catena di controparte.

Ma sempre in queste ore, stranamente sono emerse queste due facce della stessa medaglia.

Andamento del titolo azionario di BNP Paribas Andamento del titolo azionario di BNP Paribas Fonte: CNBC

se da un lato Bloomberg faceva notare come il fallout finanziario della Brexit abbia messo il turbo a Parigi come nuovo hub alle spese della City, addirittura con Deutsche Bank in predicato di optare per la capitale francese rispetto a quella britannica, CNBC accendeva un faro - a freddo - sullo short interest di BNP Paribas, istituto a dir poco sistemico per la stessa Francia. Inusualmente alto rispetto ai principali competitor e pari a 1,68 miliardi di dollari in scommesse ribassiste sul titolo della banca, pari a 3,66% di tutte le azioni trattate. Qualcuno non gradisce la grandeur financier di Parigi oppure l’Europa rischia di ritrovarsi al centro di un mezzo terremoto creditizio, utile magari per spostare il focus da altre latitudini?

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