Il rendimento del Bloomberg EM Aggregate Sovereign Index è salito al massimo di 1 anno all’8,93% all’inizio di ottobre battendo l’earning yield medio dell’8,63% delle azioni del MSCI Emerging Markets.
I mercati sembrano prezzare con un’elevata probabilità lo scenario di soft landing prospettato dai banchieri centrali. Attualmente in America ci si aspetta una crescita degli utili del 25% fino al 2025, una discesa dei prezzi del petrolio del 20% entro 2 anni, un (quasi) raggiungimento dei target di inflazione e un aggiustamento di 3 tagli ai tassi da parte della Federal Reserve nel secondo semestre del 2024.
Gli analisti hanno aggiustato le stime sugli utili del 2024 rivedendoli a rialzo di circa il 12% rispetto alle stime di crescita attese per il 2023. Se si guarda piu’ a fondo si noterà che la crescita degli utili attesa per il 2025 è sostanzialmente simile, attualmente, a quella per il 2024. Questo mentre ci si attende una crescita dei ricavi relativamente piuttosto bassa (circa il 5% per entrambi gli anni), quindi si ipotizza un miglioramento dei margini piuttosto deciso rispetto ad un livello già storicamente elevato. Il mercato obbligazionario, invece, sta prezzando uno scenario di inflazione poco superiore al 2%.
Il calo ipotizzato dei prezzi del petrolio del 20% fa sì che le aspettative siano di una sorta di Goldilock: bassa inflazione e crescita moderata, di lì le attese per un leggero taglio dei tassi nella seconda parte del 2024. Eppure storicamente gli scenari di soft landing sono stati ipotizzati e mantenuti per poco tempo. Nell’aprile 2008, maggio 2001, luglio 1990, gennaio 1970 e maggio 1960 l’economia ha continuato a contrarsi oppure nel giugno 1972 l’inflazione riprese ad accelerare.
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