Il terzo polo ridefinisce gli equilibri per le elezioni politiche 2022. Il centrosinistra esce sfavorito dall’accordo tra Italia Viva e Azione.
Con l’alleanza tra Italia Viva e Azione, secondo le previsioni YouTrend, in collaborazione con l’Istituto Cattaneo Zanetto, il disegno delle nuove Camere post voto differisce sensibilmente dalla situazione antecedente al caso Renzi-Calenda.
La coalizione dei due partiti, che ha prodotto il cosiddetto terzo polo, secondo gli analisti sarebbe in grado di spostare l’assetto elettorale ancor più a sfavore del centrosinistra. Sono stati individuati infatti i vari territori «scoperti» (punti deboli) per il fronte capitanato dal PD con un ritocco al ribasso per la percentuali dei seggi finali.
In particolare le intenzioni di voto in queste nuovo scenario mostrano però come, pur ampliandosi la maggioranza del centrodestra, anche questo blocco subirà una sorta di contraccolpo: non verrà raggiunta la quota dei due terzi che consentirebbe a FdI, Lega e FI di varare in solitaria una riforma costituzionale in senso presidenziale.
Nuovi equilibri: le percentuali dei partiti
Le proiezioni sono state eseguite tramite una simulazione sui collegi uninominali del Rosatellum e sulla base del voto delle Europee 2019 tendo conto anche della media dei sondaggi pubblicati tra la seconda settimana di luglio e la prima di agosto 2022.
Le ipotesi di partenza attribuiscono al centrosinistra il 30%, alla lista Iv-Azione il 6%, ai tre partiti di centrodestra avrebbero il 46%, al M5S poco meno dell’11 per cento.
La simulazione per la Camera, che si basa sulla Supermedia dei sondaggi pubblicata ogni settimana per Agi, è composta così da 245 deputati del centrodestra, 107 del centrosinistra, 27 del Movimento 5 Stelle, 16 di Iv-Azione, 3 di Svp, 2 altri. Il Senato sarebbe invece composto da 127 senatori di centrodestra, 51 di centrosinistra, 12 del M5S, 7 di Iv-Azione, 2 di Svp e 1 altri.
Cosa perde il centrosinistra
Nefasti presagi per il centrosinistra che perde vari collegi «sicuri» quali Prato, Grosseto, Imola, Ravenna, Carpi, Reggio Emilia, Modena.
Verrebbero confermati quindi solo 3 collegi della ex zona rossa (Emilia-Romagna, Toscana) con buone possibilità esclusivamente nelle città di Firenze, Bologna e Scandicci.
Male quindi nelle altre grandi città con perdite a Milano (tre collegi perdi), Torino, Genova (I municipio), Roma (I e II municipio) e Napoli (Napoli-Fuorigrotta e Napoli-San Carlo).
I risultati finali scontentano (quasi) tutti
Il problema che si pone con l’immissione del terzo polo per il centrodestra, facendo le somme sulla base dei dati attualmente disponibili, è l’improbabilità che la coalizione possa conquistare i due terzi dei seggi come auspicato.
L’Istituto infatti chiarisce che «ci sono 114 collegi con tendenza favorevole al centrodestra, ma fino a 14 sono contenibili se Calenda-Renzi crescessero fino al 10%, sottraendo quindi 4 punti a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia».
«Rispetto all’equilibrio che emerge da questa stima, i margini di crescita sulla quota proporzionale appaiono risicati.».
Si parla quindi uno scarso margine di crescita, ma va pur sempre considerato il concreto raggiungimento della maggioranza.
Sempre il Cattaneo sottolinea infatti la forza dei numeri fino ad ora consolidati.
Questo venir meno delle forze del centrosinistra porta così i tre partiti di centrodestra verso interessanti risultati:
Anche assumendo, come avevamo implicitamente fatto nella stima precedente (senza Iv-Azione, ndr) che i parlamentari eletti in liste indipendenti della ripartizione dell’America meridionale aderiscano al centrodestra, il centrodestra dovrebbe conquistare altri 6 collegi uninominali del Senato (tra i 9 che le stime del Cattaneo ancora assegnano al centrosinistra) e, soprattutto, 20 collegi in più alla Camera (tra i 23 che le stime dell’Istituto ancora assegnano al centrosinistra)
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