Se si votasse oggi l’Italia sarebbe guidata dalla coalizione di centrodestra, con Fratelli d’Italia primo partito del Paese. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle ultime proiezioni di voto.
Mancano meno di 30 giorni alle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre. I partiti sono in fermento e si apprestano a condurre le ultime settimane di campagna elettorale, ormai entrata nel vivo.
Intanto l’attenzione dei politici è totalmente assorbita anche dai sondaggi e le proiezioni di voto, in modo da valutare l’andamento dei consensi e poter prevedere quale sarà il verdetto finale dopo il voto alle urne.
La ricerca più affidabile è quella di supermedia Agi/Youtrend, che settimanalmente fornisce una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto degli elettori. Stando agli ultimi dati - risalenti al 27 agosto - la spartizione di voti e seggi sembra essere chiara. Ecco tutto quello che si sa sulle proiezioni di voto e chi vincerebbe queste elezioni se si votasse quest’oggi.
Sondaggi politici, proiezioni di voto al 27 agosto: qual è la situazione
Guardando ai singoli partiti il risultato che emerge dagli ultimi sondaggi condivisi da supermedia Agi/Youtrend è che Fratelli d’Italia diventerebbe il primo partito del nostro Paese se si votasse quest’oggi. È aumentato, infatti, il divario tra il partito di Giorgia Meloni e il secondo partito in classifica - il Pd di Enrico Letta. Di seguito la situazione attuale dei partiti e cosa è cambiato rispetto ai sondaggi della scorsa settimana.
- FdI 24,3% (+0,3);
- Pd 22,7% (-0,5);
- Lega 13,4% (=);
- M5s 10,9% (+0,5);
- Forza Italia 8,4% (-0,2);
- Terzo Polo 5,9% (+1,1);
- Verdi/Sinistra 3,4% (-0,2);
- Italexit 2,8% (=);
- +Europa 2,3% (-0,3);
- NcI-Udc 2,2% (+0,4);
- IPF-Impegno civico 1,1% (-0,4).
Guardando ai dati ciò che emerge è che Fratelli d’Italia sta vincendo la sfida contro il Partito democratico, con un divario che aumenta sempre di più. Fratelli d’Italia si trova in testa con il 24,3% dei consensi, il che equivale a un elettore su quattro, acquistando un altro 0,3%, mentre il Pd continua a cadere, perdendo lo 0,5% dei consensi e scendendo al 22,7%. Come sottolineato anche da Repubblica, lo scarto in una settimana è passato da 0,8 a 1,6 punti percentuali.
L’alleanza tra Renzi e Calenda porta invece i suoi frutti con il Terzo polo che sale al 5,9%, benché a essere terzo in classifica per consenso elettorale è il Movimento 5 Stelle con il 10,9%, che continua la sua crescita, guadagnando lo 0,5% in più rispetto la scorsa settimana: «una percentuale che vale una trentina di seggi», come riportato sempre da Repubblica.
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Come spesso spiegato, nell’attuale sistema elettorale (il Rosatellum) le coalizioni giocano un ruolo fondamentale. È opportuno quindi spostare l’attenzione sulle alleanze strette tra i partiti, decisive per l’assegnazione dei collegi uninominali.
Se si votasse oggi, il centrodestra, che vede protagonisti Fdi, Lega e Forza Italia e che conta anche il partito centrista Noi Moderati, sfiorerebbe la maggioranza assoluta, raggiungendo il 48,2% dei consensi tra gli elettori, staccando di quasi 20 punti la coalizione di centrosinistra, ferma al 29,5%. Coalizione che vede coinvolti il Pd, Sinistra Verde, + Europa e Impegno civico (il partito di Di Maio).
Lo squilibrio ampio tra le parti vedrebbe di conseguenza una vittoria - definita «a valanga» dall’Agi - dei candidati di centrodestra nei collegi uninominali; nonché il superamento della maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera che al Senato.
Una vittoria che sembra ormai essere data per scontata dagli analisti, senza contare il fatto che l’intero centrosinistra stia velocemente perdendo consensi. Se il Pd è a -0,5%, allo stesso modo si registrano perdite per +Europa (-0,3%), Sinistra Verde (-0,2%) e Impegno Civico (-0,4%); quest’ultimo partito si trova poco al di sopra del 1% del consenso elettorale, se continuasse a perdere decimi scendendo al di sotto l’1%, i suoi voti non andrebbero al centrosinistra, ma verrebbero dispersi inutilmente.
Eppure, se il centrodestra di Meloni, Salvini e Berlusconi, sembrerebbe trionfare, è ancora vero che manca un mese alle vere elezioni e c’è ancora l’incognita degli elettori indecisi (circa il 10%) e astensionisti (un altro 30%) che potrebbe ribaltare tutto.
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