I risultati del sondaggio dove Money.it ha chiesto ai propri lettori cosa dovrebbe fare il governo in merito alla vicenda Ilva: anche qui regna l’incertezza, con la ricerca di un nuovo acquirente con tanto di entrata dello Stato nel capitale che è stata la risposta più votata.
Sondaggio: cosa deve fare il governo in merito alla vicenda Ilva? I risultati in merito al quesito riguardante la decisione di ArcelorMittal di recedere dal contratto sottoscritto nel 2018, abbandonando così la gestione di 12 siti industriali compreso quello di Taranto per un totale di 10.777 lavoratori, che però raggiungono il numero di 15.000 considerando anche l’indotto.
Sondaggio: cosa dovrebbe fare il governo con l’Ilva?
- Accettare le richieste di ArcelorMittal (scudo penale ed esuberi) per salvare la produzione e gli altri posti di lavoro - 27,1%
- Chiedere ad ArcelorMittal di rispettare il contratto sottoscritto andando così alla battaglia legale - 18,9%
- Cercare un nuovo acquirente per l’Ilva con l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale come fatto per Alitalia - 29,9%
- Chiudere lo stabilimento di Taranto e attuare un piano di riconversione industriale - 24,1%
Che la questione Ilva sia di grande complessità si capisce anche dall’esito del sondaggio, che ricordiamo non ha valore scientifico ma soltanto indicativo visto che non è stato realizzato a campione, viste le percentuali simili per ognuna delle opzioni di risposta.
La maggior parte dei lettori si è espressa a favore della ricerca di un nuovo acquirente con tanto di ingresso di CDP nel capitale, ipotesi questa di poco preferita rispetto a quella dell’accettare le richieste di ArcelorMittal iniziando dal ripristino dello scudo penale.
Quasi un partecipante su quattro si è invece espresso a favore della soluzione più radicale: chiudere in maniera definitiva l’Ilva a Taranto per attuare una riconversione industriale del sito.
Leggi anche Cosa accadrà ora ll’Ilva
Un sondaggio sul futuro dell’Ilva
Nel pieno della sessione di Bilancio la questione Ilva è la classica bomba a orologeria pronta a esplodere tra le mani del governo giallorosso. Una partita questa di grande importanza, con la possibile chiusura che secondo Svimez potrebbe avere un impatto negativo sul Pil italiano di 3,5 miliardi (lo 0,2% del totale), di cui la quasi totalità (2,6 miliardi) concentrati al Sud soprattutto in Puglia.
Con la decisione da parte di ArcelorMittal di ritirarsi dall’acquisto dell’Ilva, tornano a riacutizzarsi tutte le problematiche mai veramente risolte dalla politica inerenti a un sito che è il più grande stabilimento siderurgico europeo
Il colosso franco-indiano un anno dopo la firma dell’accordo sull’affitto decennale dell’impianto vuole ora recedere il contratto, motivando tale scelta dallo scudo penale che è stato tolto e la chiusura dell’altoforno 2 decisa dal Tribunale di Taranto che impedirebbe di fatto all’azienda di rispettare il contratto di produzione.
Alla base di tutto però ci potrebbe essere la volontà di ArcelorMittal di procedere a circa 5.000 esuberi, vista la diminuzione della produzione preventivata a causa anche di una crisi globale che sta attanagliando il settore dell’acciaio.
Tra la questione dei dazi e un generale calo dei prezzi a causa della sovrapproduzione mondiale nel settore, l’Ilva in un anno ha fatto perdere ai propri gestori circa 1 miliardo di euro e la situazione non sembrerebbe essere destinata a migliorare.
Nel mezzo poi c’è anche la questione ambientale, visto che nel 2012 lo stabilimento pugliese è stato commissariato dopo un’inchiesta per disastro ambientale con i giudici che hanno parlato dell’Ilva come “fonte di malattia e di morte”.
“Dopo un po’ è emerso nella discussione che non era questa la vera causa del disimpegno dell’azienda - ha dichiarato il premier Giuseppe Conte al termine dell’incontro con i vertici di ArcelorMittal - Lo scudo penale non è il tema, il tema è che l’azienda ritiene che con i livelli di produzioni non siano sostenibili gli investimenti e di non poter assicurare gli attuali livelli di occupazione. Per assicurare la continuità aziendale ci viene rappresentato l’esubero di 5.000 lavoratori. Per noi è inaccettabile”
La vera partita si giocherà tutta sugli eventuali esuberi, con i giallorossi che dovranno decidere se accettare le richieste di ArcelorMittal per salvaguardare tutti gli altri posti di lavoro, oppure chiudere l’Ilva e cercare nuovi acquirenti tanto che si parla anche di un ritorno dello Stato nella gestione tramite Cassa Depositi e Prestiti.
Con questo sondaggio Money.it ha voluto cercare di capire quale possa essere la soluzione migliore secondo i propri lettori, con i fattori ambientali, economici e occupazionali che si intrecciano in questa complessa vicenda riguardante l’Ilva.
© RIPRODUZIONE RISERVATA