Il più importante indice al mondo è alla ricerca di minimi da comprare per il breve periodo? Vediamolo insieme.
S&P500, il più importante indice americano e il più importante al mondo, è alla ricerca di minimi da comprare per il lungo periodo. Come visto nelle analisi precedenti sugli altri indici azionari globali, il mercato si trova in una condizione di probabile ribasso su base biennale, perciò i movimenti che ci possiamo e dobbiamo attendere nel corso delle prossime settimane sono da valutare con una certa cautela.
La volatilità sarà il motore di questi mercati per i prossimi mesi, il tutto considerando una condizione macro assolutamente precaria e che prevede il cambiamento di molte variabili, in primis la liquidità.
S&P500, forte e solido nel lungo periodo
L’indice americano per eccellenza, a differenza del connazionale Nasdaq del quale troviamo qui l’analisi di lungo periodo, ha una forza maggiore nell’assorbire meglio gli urti del mercato ribassista. Con ogni probabilità, questo è dovuto a un peso relativo minore dei titoli tecnologici sull’indice, a differenza appunto del Nasdaq100 composto in prevalenza assoluta di aziende del settore tech. Per fare un paragone, dai minimi del Covid di marzo 2020, S&P500 ha performato un sonoro +120% contro lo strabiliante +150% di Nasdaq.
Questa differenza è ovviamente frutto della composizione più pesante di S&P500, indice composto dalle 500 aziende più capitalizzate degli Usa. Per fare un paragone “aeronautico”, è più facile far salire di quota un ultraleggero rispetto a un aereo di linea. Per quanto riguarda i ribassi, la situazione è diversa. Dai massimi di fine 2021, il Nasdaq è sceso del 31% mentre S&P500 si è limitato a un 20%. Considerando i ribassi in termini percentuali, il ribasso di Nasdaq è stato 1,5 volte il ribasso di S&P500 e anche questo è dovuto principalmente ai titoli tech.
In sostanza, S&P500, sia per composizione che per entità di rialzi e ribassi, risulta essere un ottimo indice rappresentativo dello stato di salute del mercato azionario globale e può essere utilizzato come benchmark per stabilire eventuali scenari di lungo periodo.
S&P500 e lo scenario macro
Come oramai è noto, la Fed è improntata a un progressivo aumento dei tassi di interesse e di conseguenza all’aumento del costo del denaro. Questa strategia porta quasi in modo del tutto inevitabile a un’impostazione di mercato ribassista di lunghissimo periodo. Il mercato azionario è probabilmente ribassista per il biennio 2022-2023 per via di una componente inflazionistica alta e di un progressivo aggiustamento delle politiche monetarie da parte delle banche centrali.
In questo scenario dobbiamo considerare anche il mercato obbligazionario che probabilmente potrebbe aumentare i suoi rendimenti per contrastare proprio l’inflazione. Per quanto riguarda l’indice S&P500, prendiamo in considerazione sempre l’andamento di lungo periodo e possiamo notare palesemente l’inizio di un movimento ribassista che attualmente sembra in via di esaurimento nel breve periodo.
Come successo nel 2007-2008, il mercato aveva già iniziato il suo ribasso ben prima del crack Lehman, di conseguenza dobbiamo considerare sempre il fatto che, con una situazione macro come quella attuale, è doveroso essere pazienti e aspettare che il mercato spalmi il suo ribasso di lungo periodo nel tempo. Passiamo ora all’analisi più tecnica dei movimenti.
Cosa aspettarsi da S&P500?
Il grafico mostra l’andamento di S&P500 su base mensile, ossia ogni candela è un mese di negoziazione. Il grafico mensile mostra un movimento ribassista iniziato a fine 2021 e che ora è ancora in fase di formazione e probabilmente in fase di esaurimento. A livello temporale e a livello di prezzo potremmo trovarci in una possibile fase di inversione che si spiegherebbe in questo modo. Le aree verdi all’interno del grafico indicano le zone più scambiate e quelle presumibilmente più comprate nel lungo periodo.
La prima area a sinistra, mostra i livelli tra 3800-3990 ed è un’area molto scambiata tra dicembre 2020 e aprile 2021. Quest’area è molto importante perché c’è stata la negazione di un pattern di inversione ribassista di lungo periodo, un forte segnale rialzista di lungo periodo. La seconda area verde, che indica gli stessi prezzi di cui prima, è quella dove il mercato ha reagito di recente e dove il mercato attuale potrebbe reagire nei prossimi giorni/settimane di trading.
Da questi livelli è probabile una spinta rialzista che potrebbe durare tutta l’estate fino area 4300-4500, in sostanza un recupero di circa un 10%. Questo recupero, generalizzato su tutti i mercati azionari, è dovuto a una dinamica di lungo periodo che oramai sembra compromessa per quanto riguarda le spinte rialziste.
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