Squadre quotate in borsa: chi ha guadagnato di più?

Simone Micocci

27 Luglio 2018 - 15:44

Ad oggi sono 24 le società di calcio europee quotate in borsa: in crescita le italiane Juventus e Lazio, mentre la Roma paga la vicenda stadio. Ma il club più ricco resta il Manchester United.

Squadre quotate in borsa: chi ha guadagnato di più?

Ci sono delle squadre di calcio europee per le quali i risultati ottenuti sul campo contano, ma non sono i soli ad interessare: stiamo parlando di tutti quei club che sono quotati in borsa e per i quali quindi le “vittorie” si misurano anche in termini di guadagno del titolo.

D’altronde questi due fattori sono profondamente legati tra di loro: più alti saranno i guadagni ottenuti dal titolo, infatti, e maggiore sarà la liquidità da reinvestire nelle strutture del club (basti pensare agli stadi di proprietà) e sul parco giocatori, elementi imprescindibili per ottenere anche le vittorie sul campo.

Ad oggi in totale abbiamo 24 squadre di calcio europee quotate in borsa, comprese tre italiane: Lazio, Roma e Juventus. Due sono i club della Premier League - Manchester United e Arsenal - mentre la lega più rappresentata è quella danese con ben 6 club quotati in borsa (Aalborg BK, Brondby, AGF, Aalborg, Copenaghen, Silkeborg). Il Lione è l’unica francese, mentre in Portogallo abbiamo Porto, Benfica e Sporting Lisbona, nonché prime tre classificate dello scorso campionato.

In Olanda l’unica è l’Ajax, in Germania il Borussia Dortmund e in Svezia l’Aik; non ci sono invece squadre del campionato spagnolo.

Qual è il club più ricco?

Tra i club quotati in borsa la squadra con la capitalizzazione più alta è sicuramente il Manchester United, valutato circa 3 miliardi e 400 milioni di dollari. Il club è anche tra quelli che hanno beneficiato maggiormente dello sbarco in borsa, avvenuto il 10 agosto del 2012; da allora, infatti, il valore del titolo è cresciuto del 35,81% (+6,31% nei primi mesi del 2018) passando da 15,50 a 21,05 sterline. E pensare che oltre al campionato vinto nello stesso anno e la vittoria dell’Europa League nel 2017, il Manchester United in questi 6 anni non ha ottenuto dei brillanti risultati sul campo.

Ciò nonostante il club dei Red Devils ha mantenuto un equilibrio finanziario stabile grazie soprattutto ad una gestione mirata, con buona parte degli introiti che arrivano dal merchandising, dalle sponsorizzazioni e dai diritti televisivi.

Discorso analogo per l’altro club inglese quotato in borsa: l’Arsenal. Il club londinese è quotato dal 10 febbraio del 1995 e da allora il valore del titolo è aumentato del 91,67% (+30,19% nel 2018). Tuttavia anche l’Arsenal non è che in questi ultimi anni abbia ottenuto chissà quali risultati sul campo: dopo i tre titoli ottenuti nel 1997-1998, 2001-2002 e 2003-2004, infatti, l’Arsenal si è dovuto “accontentare” di qualche Community Shield e FA Cup, con nessun successo in ambito internazionale.

Se i club inglesi possono sorridere per il loro sbarco in borsa, lo stesso non si può dire delle tre squadre portoghesi: Porto (quotato dal 1° giugno 1998), Benfica (22 maggio 2007) e Sporting Lisbona (14 ottobre del 1999), infatti, hanno perso rispettivamente il 91,62%, il 72,42% e l’84,05% da quando sono sbarcate in borsa.

Ad aver guadagnato di più è il titolo della danese Fc Copenaghen, vincitrice del campionato 2016-2017; dal 1° maggio 1995, infatti, il valore del titolo è cresciuto del 276,55%, con una performance positiva del 21,74% nei primi mesi del 2018. Trend opposto invece quello che ha caratterizzato il Brondby, il quale dal 6 aprile del 1990 ha perso l’84,83%. Buone però le prestazioni del titolo in questo 2018, cresciuto del 104,49%.

Buoni anche i risultati ottenuti dal Besiktas (+111,53% dal 20 febbraio 2002) e dal Celtic (+122,41%), mentre deludono il Borussia Dortmund (-37,90%), il Lione (-79,69%) e l’Aik (-65,06%).

Club Data inizio quotazione Quotazione iniziale* Quotazione attuale* Performance attuale Performance da inizio anno
Manchester United 10 agosto 2012 15,50 21,05 35,81% 6,31%
Arsenal 10 febbraio 1995 1.800.000 3.450.000 91,67% 30,19%
Celtic 29 settembre 1995 58,90 131,00 122,41% 0,77%
Trabzonspor 15 aprile 2005 2,26 1,32 -41,57% -40%
Besiktas 20 febbraio 2002 1,14 2,41 111,53% -41,08%
Galatasaray 20 febbraio 2002 2,16 1,69 -21,58% -19,43%
Fenerbahce 20 febbraio 2004 10,50 28,24 168,95% -17,67%
Brondby 6 aprile 1990 10,51 1,60 -84,83% 104,49%
Copenaghen 1 maggio 1995 22,31 84,00 276,55% 21,74%
Aik 31 luglio 2006 6,67 2,33 -65,06% 19,49%
Borussia Dortmund 30 ottobre 2000 10,13 6,29 -37,98% 2,60%
Ajax 5 novembre 2011 9,90 11,75 18,69% 17,38%
Lione 9 febbraio 2007 14,57 2,96 -79,69% 3,86%

*I valori sono indicati secondo la valuta di riferimento

Le italiane in borsa

Le italiane non se la passano certamente meglio: dalla quotazione iniziale, infatti, Juventus, Lazio e Roma hanno perso rispettivamente il 33,36%, il 92,24% e il 77,96%.

Nel nostro Paese la svolta c’è stata nel 1996, quando cambiò la finalità delle società calcistiche con l’introduzione dello scopo di lucro. La prima che decise di sbarcare in borsa fu la Lazio (6 maggio del 1998), seguita dalla Roma che grazie all’IPO del 23 maggio 2000 incassò circa 71 milioni di euro (liquidità importante per ripagare una parte dei debiti del club).

Il 20 dicembre del 2001 fece altrettanto la Juventus che con un prezzo ad azione di 3,70 euro (a fronte di 38,7 milioni di azioni vendute) riuscì a guadagnare nell’immediato 143,190 milioni di euro, dei quali circa 80 milioni entrarono nella casse della holding della famiglia Agnelli.

Tuttavia nei primi anni la quotazione di questi tre club è caratterizzata da un calo drastico del valore azionario; un crollo che comportò la perdita di diversi milioni di euro causato molto probabilmente dalla sopravvalutazione iniziale del titolo.

Naturalmente non aiutarono neppure i risultati sportivi e le vicende fuori campo, come ad esempio lo scandalo Calciopoli che toccò da vicino Juventus e (in dimensioni ridotte) la Lazio.

C’è da dire però che il 2017 è stato l’anno della ripresa per Lazio, Roma e Juventus; quest’ultima, ad esempio, è passata da 0,305 euro per azione a 0,764, segnando un +154% e raggiungendo così una capitalizzazione di 780 milioni di euro.

Buone anche le performance da inizio anno, con il valore del titolo che grazie alla vittoria del campionato e alla più recente acquisizione di Cristiano Ronaldo ha guadagnato il 13,28% (per un valore del club cresciuto a 857,48 milioni di euro).

Bene anche la Lazio, cresciuta del +103% lo scorso anno e che nel 2018 può già vantare una crescita del 47%, con un valore per azione pari a 1,70 euro e una capitalizzazione di 107 milioni di euro.

Anche la Roma ha ottenuto delle prestazioni positive nel 2017, segnando un buon +47% motivato in parte dalla promessa della costruzione del nuovo stadio; per lo stesso motivo, visto quanto successo a Roma con la vicenda Parnasi, il titolo nel 2018 ha perso il 13,36% del suo valore, per un totale di 0,51 euro ad azione e una capitalizzazione a 320 milioni di euro.

Club Data inizio quotazione Quotazione iniziale (euro) Quotazione attuale (euro) Performance attuale Performance da inizio anno
Juventus 20 dicembre 2001 1,30* 0,87 -33,36% 13,28%
Lazio 6 maggio 1998 21,85 1,70 -92,24% 45,08%
Roma 23 maggio 2000 2,31 0,51 -77,96% -13,36%

* Valore rettificato con l’aumento di capitale avvenuto nel 2011

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