Stalking condominiale, cos’è, come difendersi e cosa si rischia

Ilena D’Errico

1 Aprile 2024 - 00:12

Lo stalking condominiale si configura quando gli atti persecutori avvengono tra vicini e sono aggravati dalle circostanze. Ecco quando si configura, come difendersi e cosa rischia chi lo commette.

Stalking condominiale, cos’è, come difendersi e cosa si rischia

Lo stalking è altamente debilitante per le vittime, che a causa della continua pressione sono costrette dalle circostanze a cambiare le proprie abitudini, subire disagi nella vita privata e vivere in un costante stato d’ansia o paura. La giurisprudenza ha spesso affrontato il tema dello stalking condominiale, considerando che tra vicini questo reato può facilmente manifestarsi e proprio in questo caso risultare ulteriormente dannoso.

Ecco cosa c’è da sapere, a partire da quando si configura questo reato, come difendersi e soprattutto cosa rischia chi commette lo stalking condominiale. Quest’ultimo, peraltro, non riguarda solo comportamenti apertamente aggressivi e intimidatori come minacce esplicite, ma un ampio spettro di azioni che possono obbligare chi le subisce in uno stato di perenne malessere.

Cos’è lo stalking condominiale?

Non esiste uno specifico reato di stalking condominiale nel nostro ordinamento. La norma di riferimento in questo senso è l’articolo 612 bis del Codice penale, il quale punisce gli atti persecutori, definiti nel modo seguente:

“condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.”

Naturalmente, si parla di stalking condominiale quando il reato si consuma in condominio o comunque tra vicini di casa. Ipotesi che è stata ampiamente analizzata dalla giurisprudenza, che annovera numerose sentenze della Corte di Cassazione.

Quest’ultima ha svolto una funzione fondamentale, contribuendo a portare la punibilità del reato di stalking al di fuori delle relazioni di coppia.
Si parla di stalking condominiale quando sono presenti questi elementi:

  • minacce o molestie, più o meno tacite, commesse in modo ripetuto, continuo e frequente;
  • lo stato perenne d’ansia e agitazione di chi le subisce, eventualmente insieme alla paura per l’incolumità propria o dei propri familiari;
  • la necessità della vittima di modificare le proprie abitudini o lo stile di vita per cercare di tutelarsi, evitare le molestie o per paura di ripercussioni;
  • l’autore del reato e la vittima sono vicini di casa o vivono nello stesso condominio.

Quando si presentano queste caratteristiche, qualsiasi comportamento può in potenza integrare il reato di stalking, con conseguenze ben più gravi delle classiche liti condominiali che affollano i tribunali civili italiani. Dispetti e intromissioni nella vita privata sono soltanto alcuni esempi di azioni che possono integrare questa fattispecie penale.

Come difendersi e come provarlo

Trattandosi di un reato, l’unico modo efficace per difendersi è recarsi dalle forze dell’ordine per sporgere una querela nei confronti del vicino persecutore. Salvo nei casi aggravati, in cui gli atti persecutori sono contro minori, donne incinte o disabili, questo reato è procedibile soltanto dietro querela di parte.

Ciò significa che soltanto la vittima può chiederne la punibilità e deve peraltro farlo entro 6 mesi dall’ultimo episodio (anche se trattandosi di un reato continuo è difficile pensare a una scadenza del termine, a meno che l’autore non si ravveda spontaneamente).

Si darà così inizio a un procedimento penale, nel quale il giudice valuterà il caso ed eventualmente condannerà l’autore. Se esistono fondati motivi di pericolo, oltretutto, il tribunale potrebbe adottare provvedimenti provvisori per tutelare la vittima e la sua famiglia. In sede di processo, sempre assistiti da un avvocato, sarà fondamentale provare lo stalking subito.

I mezzi di prova variano inevitabilmente a seconda delle condotte poste in essere dal vicino, ma può trattarsi di testimonianze, fotografie, filmati, registrazioni, scritti, messaggi e qualsiasi altro mezzo che attesti le molestie o le minacce. Per provare i danni psico-fisici riportati e il nesso causale con le azioni del condomino sarà utile anche un certificato medico.

È poi possibile costituirsi parte civile nel processo per chiedere anche un risarcimento, al fine di vedere riparati economicamente i danni riportati.

Cosa rischia chi fa stalking condominiale

Chi commette stalking condominiale rischia una condanna alla reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi, ma la pena aumenta se il reato avviene con mezzi informatici, quando la vittima è un minore, una donna in gravidanza o un disabile, oppure si impiegano armi o camuffamenti. Infine, potrebbe essere dovuto anche un risarcimento danni.

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# Reato

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