L’arrivo di DeepSeek ha scombinato i piani di supremazia degli Stati Uniti. Che ora si trovano dinnanzi alla loro più grande paura.
Fino a qualche settimana fa nel campo dell’intelligenza artificiale c’era una sola nazione a farla da padrone che primeggiava considerandosi leader nel mondo: stiamo parlando degli Stati Uniti. Sono americane le aziende più importanti, come OpenAI, creatore di ChatGPT. Nessuno sembrava essere in grado di competere, sopratutto dopo il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump e le sue politiche volte a portare l’America nell’età dell’oro. E invece, forse non è un caso nemmeno il periodo storico scelto a margine dell’insediamento ufficiale di Trump, per immettere sul mercato un nuovo modello di intelligenza artificiale che punta a spodestare il dominio di ChatGPT. Stiamo parlando di DeepSeek. La provenienza? Cina. E questo ha creato un forte scompiglio negli Stati Uniti.
DeepSeek è un modello di intelligenza artificiale generativa sviluppata dall’omonima startup cinese fondata nel maggio 2023 da Liang Wenfeng, un imprenditore che fa parte del fondo di investimento High-Flyer. Il fondo ha una capitalizzazione di 7 miliardi di dollari investiti in varie aziende, tra cui anche la DeepSeek.
DeepSeek-R1, la prima versione di modello AI creato, offre risposte allo stesso livello di Gpt-4o e degli altri modelli linguistici più efficienti ma promette di essere migliore sopratutto per due motivi: il primo è che svilupparla e addestrarla è costato 6 milioni di dollari contro i 100 che sono serviti per addestrare l’AI creata da OpenAI. Il secondo motivo è che consuma circa un decimo per effettuare le sue operazioni rispetto alla concorrente statunitense. Questo nonostante usi chip Nvidia di qualità inferiore rispetto a Gpt perché gli Stati Uniti hanno vietato l’esportazione dei chip più avanzati verso la Cina. Inoltre poi è un modello open source, questo significa che chiunque può usare il modello per fare altri software, lo può modificare, unire ad altri, lo può ridistribuire, persino commercializzando il nuovo prodotto.
Il rapido successo della startup cinese DeepSeek e del suo assistente AI omonimo sta alimentando le preoccupazioni della Silicon Valley sulla supremazia tecnologica degli Stati Uniti nell’intelligenza artificiale. L’app DeepSeek per iOS ha rapidamente conquistato le prime posizioni nelle classifiche di download di Apple, mettendo in discussione la solidità della leadership americana nel settore. La politica della chiusura delle esportazioni verso la Cina non ha dato i frutti sperati perché la nazione asiatica si è mostrata in grado di creare un qualcosa che al momento sembra funzionare meglio di quella creata dagli Stati Uniti.
Timore di perdere la supremazia
E così gli americani ora devono fare i conti con la loro più grande paura: quella di perdere la leadership nel settore dell’intelligenza artificiale. Un settore fondamentale per il futuro, ambitissimo. Inaccettabile che la Cina possa prendersi lo scettro dell’AI, investendo meno soldi e con chip di minor qualità.
Le conseguenze dell’arrivo sul mercato di DeepSeek si sono viste anche sui mercati azionari dove c’è stato un tracollo in borsa. Nvidia, leader nel settore dei microchip per l’intelligenza artificiale con una quota di mercato del 90%, ha subito la peggiore perdita della sua storia. Il titolo in borsa è crollato del 17%, facendo evaporare quasi 600 miliardi di dollari di valore di mercato, segnando il più grande calo mai registrato per un’azienda quotata.
L’impatto si è esteso ad altre società del settore: Micron e Broadcom hanno perso oltre il 10%, mentre Alphabet, Meta e Microsoft, tutte fortemente investite nell’AI, hanno registrato ribassi tra il 2% e il 4%. L’intero ecosistema legato all’intelligenza artificiale, dalla ricerca alla produzione di componenti, è stato coinvolto nella contrazione.
Certo contro DeepSeek ci sono i limiti alla trasparenza. Un qualcosa che ha costretto anche il nostro Garante della Privacy a impedirne l’utilizzo al momento in Italia. Risolti questi limiti, può davvero spodestare dal mercato l’intelligenza artificiale statunitense.
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