La tecnologia cell broadcast permette allo Stato di spiare il telefono dei cittadini? Quali sono le garanzie legali?
L’utilizzo dei sistemi di allarme pubblico come IT Alert e gli analoghi sul territorio europeo hanno destato diverse preoccupazioni in alcuni cittadini, preoccupati all’idea che i propri cellulari siano facilmente controllabili. L’allarme acustico è studiato appositamente per raggiungere in tempo reale la popolazione, garantendo che possa sentirlo indipendentemente dall’eventuale modalità silenziosa impostata sullo smartphone.
Proprio quest’ultimo punto ha scatenato molti dubbi. In tanti si chiedono come sia possibile far suonare i cellulari scavalcando in qualche modo le impostazioni decise dall’utente stesso. Il sistema di allerta blocca il cellulare fino all’accettazione della notifica, viene inviato tenendo conto della localizzazione del dispositivo, il tutto completamente da remoto. Se a ciò si aggiunge la contemporaneità dell’allarme è facile capire come, in un momento storico non particolarmente roseo, alcune persone abbiano timori per la propria riservatezza.
Gli elementi di funzionamento del sistema di allerta, indipendentemente dalle ragioni per cui viene azionato, sono indispensabili per il funzionamento dell’allarme, ma alcuni ne temono l’uso per scopi meno nobili. Alcune preoccupazioni sono condivise da un ampio numero di persone e ciò è comprensibile. Nell’era digitale la tutela della privacy è un tema più che delicato e spesso lo smartphone è un veicolo di accesso a informazioni fondamentali, nonché estremamente personali. Denotando anche una certa mancanza di fiducia nei confronti delle istituzioni, tanti domandano se lo Stato possa spiare il telefono dei cittadini. Cerchiamo di fare chiarezza.
Cell broadcast: il cellulare viene controllato?
La tecnologia impiegata per l’invio delle notifiche “IT Alert” prende il nome di cell broadcast, che per le sue caratteristiche si presta in maniera molto efficace ad allarmi e situazioni di emergenza. In particolare, si tratta di una modalità di comunicazione unidirezionale, in cui appunto i destinatari possono soltanto ricevere il messaggio e non rispondere o effettuare invii a propria volta. È bene ricordare che questo sistema non dipende dal numero di telefono, che peraltro rimane anonimo anche in seguito alla ricezione della notifica.
Per la verità, non è nemmeno stabilito a priori chi riceverà il messaggio, non avviene nemmeno a posteriori un’identificazione degli utenti. Il messaggio di testo viene infatti inviato alle celle telefoniche, scelte in modo preciso per assicurare una copertura geografica ottimale nel territorio interessato. A questo punto, tramite le stazioni mobili il messaggio viene inviato ai dispositivi che sono “agganciati” alle celle telefoniche. Per la ricezione dell’allerta è infatti necessario che il dispositivo abbia una connettività telefonica e che sia acceso, per quanto la trasmissione avvenga anche in condizioni critiche, come in caso di connessione limitata.
Di conseguenza, non è possibile ricevere messaggi di questa tipologia su un cellulare spento, in modalità aereo, senza campo o privo di una scheda Sim. Il sistema cell broadcast non consente di accedere a informazioni di alcun genere, ma nemmeno di controllare in qualche modo il cellulare. Il funzionamento di questa modalità di comunicazione non permette infatti di estrapolare dati e nemmeno di comandare delle azioni sul dispositivo. L’unica azione di fatto possibile è quella di subordinare la cessazione dell’allarme a una determinata azione, proprio come ricevere la notifica. Un esempio un po’ semplicistico e non del tutto corretto che tuttavia rende bene l’idea è quello del codice Pin associato alla Sim, senza il quale il dispositivo non può essere utilizzato (se non, appunto, senza la card).
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Lo Stato può spiare il telefono?
L’unica componente invasiva di IT Alert riguarda la disattivazione della notifica, che tuttavia le autorità hanno limitato al messaggio di prova, ritenuto di “priorità altissima” per informare i cittadini dello strumento. Oltre a questi casi, le notifiche di questo genere possono essere semplicemente disattivate (o riguardate) dalle impostazioni del proprio telefono cellulare. Soltanto una grave emergenza, infatti, può giustificare il superamento delle preferenze dell’utente.
Lo strumento ha senza dubbio delle potenzialità dannose, non per questioni di controllo e sorveglianza quanto più come veicolo di messaggi alla massa, ma la normativa europea - e anche quella italiana nello specifico - impediscono di farne un uso non controllato e soprattutto non giustificato da un interesse preminente.
L’articolo 12 della Dichiarazione universale dei diritti umani sancisce infatti quanto segue:
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesione del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.
I principi costituzionali, a partire dalla ripartizione dei poteri, garantiscono la tutela di tale diritto da parte dei cittadini.
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