L’ex consigliere che aiutò Trump ad arrivare alla Casa Bianca nel 2016 ha attaccato Elon Musk promettendo di fermarlo quanto prima.
Steve Bannon è stato lo stratega che ha aiutato Donald Trump a vincere le elezioni presidenziali nel 2016. Un consigliere fidato rimastogli federe fino ad andare anche in carcere. Ora si trova fuori dalla cerchia ristretta del presidente neo eletto. Trump lo ha licenziato nel 2017 dopo che Bannon aveva rilasciato un’intervista in cui contraddiceva la posizione di Trump sulla Corea del Nord e insultava i suoi consiglieri commerciali. Il tycoon infuriato e non nuovo a scelte impulsive, lo licenziò in tronco. Nonostante tutto Bannon è anche andato in carcere ed è uscito da poco dopo essere stato condannato per oltraggio al Congresso per essersi rifiutato di comparire davanti alla sottocommissione che indaga sull’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021.
Il fatto che lui non sia più uno dei consiglieri più vicini e fidati di Trump e il fatto che probabilmente quella posizione la stia prendendo sempre più Elon Musk, ha accentuato la poca simpatia che nutre nei confronti dell’uomo più ricco del mondo. In una recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, Steve Bannon ha attaccato nuovamente Elon Musk promettendo una sfida ormai personale: estromettere l’imprenditore dalla Casa Bianca quanto prima.
«Otterrò che Elon Musk sia cacciato via entro l’insediamento. Non avrà un pass blu con pieno accesso alla Casa Bianca. Sarà come chiunque altro. È una persona davvero malvagia. Fermarlo è diventata per me una questione personale. Prima, dal momento che ha messo così tanti soldi, ero pronto a tollerarlo. Ora non più», ha detto al quotidiano.
Per Bannon, Musk mira solo alla sua ricchezza e a diventare trilionario. «Il suo unico obiettivo è diventare trilionario. Farà qualsiasi cosa per assicurarsi che ogni sua azienda sia protetta o abbia un accordo migliore o faccia più soldi».
L’ex consigliere ha anche messo in discussione la presenza di Musk nell’amministrazione statunitense, non essendo nato in America. «Dovrebbe tornare in Sudafrica. Perché abbiamo dei sudafricani bianchi, le persone più razziste della terra, che fanno qualsiasi commento su ciò che accade negli Stati Uniti», ha commentato.
Scontro partito sulla differenza di vedute sui visti H-1B
Teatro dello scontro continua essere da settimane la differenza di pensiero sui visti H-1B per lavoratori specializzati e di talento. Musk si è detto sostenitore del visto in quanto aiuterebbero a reclutare talenti globali nelle aziende americane. Bannon invece non è d’accordo perché crede che i visti toglierebbero opportunità lavorative ai lavoratori americani meritevoli perché le aziende andrebbero ad assumere dipendenti dall’estero. Secondo Bannon è inaccettabile che i lavori americani ben pagati vadano a lavoratori a contratto stranieri. Ad esempio, gli dà fastidio il fatto che, secondo lui, il 76% degli ingegneri della Silicon Valley non siano americani, anche se questi sono «i migliori lavori del paese».
Musk al momento ha preferito non commentare le parole dell’ex stratega di Trump. La rivalità proseguirà ma difficilmente Musk resterà fuori dalla Casa Bianca, sopratutto dopo aver versato 250 milioni di dollari per finanziare la campagna elettorale del tycoon.
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