Aumenti fino a 1.600 euro l’anno? Bombardieri (Uil) non ci sta: “Tra lo stipendio di dicembre e quello di gennaio aumento di massimo 20 euro”. Ha ragione, ecco perché.
Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, ha spiegato le ragioni per cui nonostante la conferma del taglio al cuneo fiscale i sindacati hanno in programma di scioperare contro la legge di Bilancio 2024.
A precisa domanda del giornalista “come spiegherà alle persone che scioperate contro il provvedimento che conferma lo sgravio contributivo”, infatti, Bombardieri ha fatto notare che nonostante le misure contenute in manovra “la busta paga di dicembre sarà esattamente uguale a quella di gennaio”.
Il segretario della Uil ha quindi voluto fare chiarezza contro coloro che annunciano “aumenti in busta paga fino a 1.600 euro”, definendo “balle” queste notizie: ci sarà un solo miglioramento dovuto alla revisione delle aliquote fiscali, che tuttavia comporterà un incremento dai 6 ai 20 euro al mese.
Misure che secondo Uil non sono sufficienti e non rispondono a quelle che erano le richieste avanzate dalle parti sociali che quindi si riservano della possibilità di scioperare contro la legge di Bilancio: soluzioni come la detassazione degli aumenti contrattuali e della contrattazione di secondo livello non sono state prese in considerazione, ragione per cui la manovra com’è oggi non soddisfa i sindacati.
Va detto che quanto sostenuto da Bombardieri corrisponde alla realtà: c’è troppo entusiasmo, infatti, riguardo allo sgravio contributivo che da solo costerà circa 10 miliardi di euro in manovra.
Per quanto si tratti di una misura di notevole importanza, in quanto garantisce un risparmio sui contributi dovuti ai fini assicurativi e contributivi, non bisogna sopravvalutare le conseguenze in busta paga: come spiegato dal segretario della Uil, infatti, tra lo stipendio percepito a dicembre e quello in arrivo a gennaio 2024 non ci saranno ulteriori aumenti se non quelli di pochi euro garantiti dalla revisione delle aliquote Irpef.
Come cambia lo stipendio tra dicembre e gennaio
La conferma del taglio al cuneo fiscale non comporterà alcuna differenza tra la busta paga di dicembre e quella di gennaio, in quanto appunto si tratta di una “conferma” di quanto già applicato.
Come più volte abbiamo avuto modo di spiegare, infatti, lo sgravio contributivo è già stato introdotto nel 2023 e portato al livello attuale - 6% per chi guadagna fino a 1.923 euro, 7% per chi è sopra ma comunque entro i 2.692 euro - da luglio scorso. Ciò significa che con la legge di Bilancio 2024 viene confermato qualcosa che già c’è e nella stessa misura attuale, non comportando così alcuna novità tangibile per i lavoratori.
Diverso il discorso della revisione delle aliquote Irpef, dove il secondo scaglione - tra i 15 mila e i 28 mila euro di reddito - viene portato dal 25% al 23% con un risparmio annuo che al massimo può arrivare a 260 euro.
Si tratta di aumenti che nel migliore dei casi, quindi per chi guadagna almeno 28 mila ma comunque meno di 50 mila (sopra questa soglia infatti vengono riviste le detrazioni al fine di annullare le conseguenze della riforma fiscale), raggiungeranno i 20 euro al mese, molto meno rispetto a quanto viene raccontato.
La legge di Bilancio 2024 è da buttare?
Ciò non significa che la manovra sia da buttare, in quanto la conferma dello sgravio contributivo non va comunque sottovalutata: perché se da una parte non comporterà novità in busta paga è anche vero che senza i lavoratori si sarebbero ritrovati con uno stipendio più basso, fino a 100 euro in meno al mese in alcuni casi.
E va detto anche che la conferma dello sgravio contributivo alla misura attuale e per tutto il 2024 genererà comunque un aumento complessivamente maggiore rispetto a quanto percepito nel 2023, come specificato nella seguente tabella.
Come anticipato, infatti, quest’anno lo sgravio è stato applicato per intero solamente da luglio, mentre nel primo semestre - come pure sulla tredicesima - è pari rispettivamente al 2% e 3%. Il fatto che nel 2024 sarà interamente del 6% e 7% non comporterà quindi differenze in busta paga, ma nell’arco dell’anno il vantaggio sarà comunque tangibile.
Retribuzione lorda | Aumento mensile (già applicato in busta paga) | Aumento complessivo | Differenza rispetto al 2023 |
---|---|---|---|
10.000 euro | 44,92 euro | 583,96 euro | 179,69 euro |
12.500 euro | 56,15 euro | 729,95 euro | 224,63 euro |
15.000 euro | 67,38 euro | 875,94 euro | 269,50 euro |
17.500 euro | 67,22 euro | 873,86 euro | 268,87 euro |
20.000 euro | 76,82 euro | 998,66 euro | 307,09 euro |
22.500 euro | 86,42 euro | 1.123,46 euro | 345,66 euro |
25.000 euro | 96,03 euro | 1.248,39 euro | 384,16 euro |
27.500 euro | 90,54 euro | 1.177,02 euro | 422,52 euro |
30.000 euro | 90,49 euro | 1.176,37 euro | 402,78 euro |
32.500 euro | 91,52 euro | 1.189,76 euro | 427,07 euro |
35.000 euro | 98,56 euro | 1.281,28 euro | 459,36 euro |
© RIPRODUZIONE RISERVATA