Stipendi supplenti sbloccati, ecco quando vengono pagati

Alessandro Nuzzo

7 Gennaio 2024 - 15:00

Sbloccati con quattro mesi di ritardo gli stipendi dei supplenti. Il pagamento avverrà entro fine gennaio.

Stipendi supplenti sbloccati, ecco quando vengono pagati

Il comparto scolastico vede diverse figure: ci sono gli insegnanti di ruolo, poi i supplenti con incarichi annuali e poi ci sono loro, i precari della scuola. Supplenti che accettano incarichi brevi, saltuari anche della durata di 3-4 giorni o poche settimane. Persone che fanno magari enormi sacrifici spostandosi chilometri lontano da casa per accumulare punteggio utile in graduatoria.

Per loro la modalità di retribuzione è differente ed infatti chi ha lavorato a settembre di quest’anno, non ha visto ancora un euro. Stipendi che finalmente dovrebbero essere stati sbloccati dal ministero che entro fine gennaio dovrebbe provvedere ad erogare.

Il ministero in una nota ha specificato che a dicembre sono stati pagati 55mila precari e che l’11 gennaio arriverà lo stipendio con un’assegnazione straordinaria per altri 15mila docenti. Le scuole sono state invitate ad autorizzare entro il 10 gennaio tutti i pagamenti dei supplenti brevi così da inserirli nell’ordine fissato per l’11 gennaio in modo tale che lo stipendio avrà un’esigibilità con data 18-19 gennaio. Ma come mai questo ritardo? I motivi sono tutti di carattere burocratico.

Perché gli stipendi vengono pagati in ritardo

I supplenti brevi non hanno lo stesso trattamento degli insegnanti di ruolo o i supplenti con incarichi annuali magari con contratti fino al 31 agosto o al 30 giugno, ovvero fino a fine anno scolastico. In questo caso gli stipendi arrivano ogni mese regolarmente. Per i precari invece, che in Italia sono migliaia e che si sottopongono a non pochi sacrifici accettando incarichi spesso lontani anche parecchi chilometri da casa per soli pochi giorni, c’è un iter diverso. Le loro assunzioni a breve termine non sono previste perché avvengono nel momento in cui manca il docente di ruolo, ad esempio, per malattia.

Quindi la scuola quando avvengono queste defezioni, si attiva per cercare il sostituto e segnalarlo al ministero. Solo a quel punto si può calcolare il compenso dovuto, autorizzare il pagamento e infine versare lo stipendio. Un procedimento però che non avviene tutti i mesi e così capita spesso che ci vogliono anche 3-4 mesi per sbloccare gli stipendi. Questa prassi è già stata ampiamente criticata dai sindacati in passato.

«Non è possibile che un cavillo burocratico e organizzativo impedisca il regolare pagamento di coloro che, con impegno e dedizione, lavorano tutti i giorni ed hanno diritto ad essere retribuiti», le parole di Giuseppe D’Aprile, il segretario generale Uil Scuola riportate da Il Messaggero.

Il ministero dell’Istruzione con il suo capo Giuseppe Valditara, ha inserito il problema del pagamento dei precari nella lista dei 20 interventi inseriti nel piano di semplificazione amministrativa, presentato nella primavera scorsa. Il punto numero 11 prevedeva infatti quella di adottare soluzioni digitali e organizzative per velocizzare i tempi di pagamenti dei supplenti.

Se oggi ci vogliono in media 4 mesi, con queste novità i tempi si accorceranno significativamente. Secondo il cronoprogramma del piano di semplificazione, l’intervento salva-stipendi dovrebbe sbloccarsi per marzo ma una prima proposta sarà inoltrata già entro la fine di gennaio. Se poi gli stipendi non dovrebbero arrivare entro gennaio come promesso, i sindacati sono pronti a far partire le diffide nei confronti del ministero.

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