CSS: “Stop alla Marijuana Light”. Centinaia di grow shop a rischio chiusura

Simone Micocci

21 Giugno 2018 - 12:20

Possibile sospensione per le vendite di Marijuana light: secondo il Consiglio superiore di Sanità non è ancora possibile escludere la pericolosità per la salute di chi ne fa uso.

CSS: “Stop alla Marijuana Light”. Centinaia di grow shop a rischio chiusura

Duro colpo per coloro che hanno aperto un grow shop e hanno deciso di vendere cannabis light.

Dopo la circolare del Ministero delle politiche agricole che ne ha specificato le regole per la coltivazione e la vendita, infatti, è arrivata la decisione del Consiglio superiore di Sanità che potrebbe rimettere tutto in discussione.

Secondo il CSS, infatti, bisogna assolutamente fermare le vendite della cannabis light, ovvero delle infiorescenze di canapa con principio attivo THC inferiore alla soglia di illegalità (0,6%).

Il parere - comunicato su richiesta del Ministero della Salute - potrebbe portare allo stop delle vendite della cosiddetta cannabis legale con la chiusura dei grow shop che in questi mesi si sono diffusi sul territorio nazionale. C’è il rischio concreto, quindi, che anche la Marijuana legale diventi illegale.

Il parere del CSS

Come dichiarato da Consiglio superiore di Sanità la cannabis light non può essere venduta liberamente come avviene oggi. Questo perché non è ancora possibile “escludere la pericolosità” delle suddette infiorescenze.

Per questo motivo è necessario che il Governo proceda - “nell’interesse della salute individuale e pubblica in applicazione del principio di precauzione” - con il porre un divieto alla vendita dei prodotti derivati dalla canapa.

Secondo il CSS non è sufficiente che la Marijuana sia “light” per escludere qualsiasi rischio sulla salute di chi la consuma; per le caratteristiche farmacocinetiche e chimico-fisiche, infatti, anche la minima concentrazione di Delta-9-tetraidrocannabinolo (TCH) potrebbe arrecare danni all’organismo.

Questi principi, infatti, se inalati o assunti con le infiorescenze di cannabis nativa potrebbero accumularsi in alcuni tessuti - compreso il cervello - ben oltre “le concentrazioni plasmatiche misurabili”.

I rischi per la salute causati dal consumo di cannabinoidi a bassa concentrazione di THC, quindi, non sono stati ancora verificati ed è per questo che prima di allora bisognerebbe vietare la vendita di quella conosciuta come Cannabis o Marijuana light.

Anche perché - aggiunge il CSS - non è stato ancora valutato il “rischio al consumo di tali prodotti in relazione a specifiche condizioni, quali ad esempio età, presenza di patologie concomitanti, stati di gravidanza e allattamento, interazioni con farmaci, effetti sullo stato di attenzione”. Prima di allora, quindi bisogna evitare l’assunzione, poiché non è stato accertato che questa sia “sicura e priva di effetti collaterali” come si crede.

Cosa succederà adesso?

Questo naturalmente è il parere del CSS che è importante sottolineare non è vincolante per il Ministero della Salute. Inoltre, prima che questo prenda una decisione in merito bisognerà attendere che anche l’Avvocatura dello Stato si esprima a riguardo, anch’essa interpellata dal Ministero della Salute.

Tuttavia, dal momento in cui il Ministero della Salute ha deciso di interpellare il CSS per capire cosa fare in merito alla vendita della Marijuana light in Italia, difficilmente deciderà di non ascoltare quello che è il suo parere.

Per questo motivo, specialmente se anche l’Avvocatura dello Stato dovesse esprimersi contro queste nuove attività, c’è il rischio concreto di una sospensione delle vendite in attesa di ulteriori accertamenti sugli effetti dei cannabinoidi.

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