Stop ai rimborsi per i voli cancellati: la proposta per salvare le compagnie aeree

Marta Tedesco

30 Aprile 2020 - 16:55

Stop ai rimborsi per i voli aerei cancellati, sì al rimborso tramite buoni e voucher. È la richiesta avanza alla Commissione Europea da alcuni Paesi per salvare le compagnie aeree dalla crisi post coronavirus.

Stop ai rimborsi per i voli cancellati: la proposta per salvare le compagnie aeree

Stop ai rimborsi per i voli cancellati: è la proposta di 12 Paesi che hanno chiesto alla Commissione Europea di sodi sospendere temporaneamente le norme a tutela dei passeggeri che obbligano le compagnie aeree a rimborsare le prenotazioni in caso di cancellazione del volo.

Al posto del rimborso, gli Stati propongono di offrire ai clienti dei voucher. Tale proposta però implica dei rischi per i passeggeri e ha fatto scatenare le associazioni dei consumatori.

Stop ai rimborsi dei biglietti aerei: la richiesta

Durante l’ultima videoconferenza dei ministri dei trasporti europei, 12 Paesi hanno diffuso una lettera in cui viene sottolineata la necessità di “ emendare urgentemente il regolamento europeo sui diritti dei passeggeri” per poter “preservare il mercato dell’aviazione oltre la crisi causata dalla pandemia di COVID-19″.

Ad oggi infatti la normativa UE prevede l’obbligo, su richiesta dei passeggeri, di rimborsare in denaro i biglietti dei voli cancellati. Le compagnie però si trovano nella difficile situazione di dover affrontare gravi problemi di liquidità e il supporto statale non si sta rivelando sufficiente a frenare la crisi economica in cui si stanno trovando le aziende, comprese le compagnie di bandiera.

Alla richiesta presentata da Francia, Olanda e Irlanda hanno aderito Belgio, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia e Portogallo.

La proposta dei Paesi europei

Secondo i Paesi firmatari il rilascio temporaneo di voucher potrebbe essere un’ottima soluzione per tutelare sia le compagnie aeree che i consumatori. Devono essere però rispettati dei principi chiave: “informazioni trasparenti per i passeggeri, non discriminazione, una durata comune della loro validità, massima flessibilità nell’uso e un chiaro diritto di rimborso immediatamente alla fine del periodo di validità nel caso in cui il voucher non venga utilizzato” si legge nella lettera.

Al di là della normativa europea però sono molte le compagnie aeree che sul proprio sito hanno già fatto sparire i moduli per richiedere il rimborso.

Nel Regno Unito, ad esempio, i consumatori stanno lamentando grossi problemi con British Airways. Anche Air France-Klm ha cominciato a venire meno alle regole europee elargendo voucher al posto dei rimborsi, lo stesso vale per l’irlandese Ryanair.

I rischi dei consumatori

Le associazioni dei consumatori sono in tumulto. BEUC, l’Organizzazione europea dei consumatori, tuona che “i consumatori non dovrebbero essere costretti dai governi a pagare il conto per salvare l’industria dei viaggi”.

Tra l’altro bisogna ricordare che il voucher si basa sull’assunto che, nei prossimi 12 mesi, la compagnia aerea continuerà a volare. Ma in un periodo di crisi nera come quello che stiamo vivendo, non è detto che ciò sia possibile. “Anche questo è un problema, perché a oggi non esiste l’assicurazione obbligatoria per insolvenza delle compagnie aeree” dichiara Monika Nardo, consulente legale del CEC (Centro Europeo Consumatori Italia).

L’UE per il momento si è limitata a ricordare che le regole vanno rispettate. La commissaria UE ai trasporti, Adina Valean, dichiara che erano già giunte davanti alla Commissione le richieste di alcuni governi di modificare le regole vigenti: “non prendo la cosa neanche in considerazione”.

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