4 strategie per crescere dei figli intelligenti, secondo la psicologia

Davide Galasso

2 Febbraio 2025 - 16:49

Ecco quali sono, secondo la psicologia, i 4 metodi migliori per crescere dei figli intelligenti.

4 strategie per crescere dei figli intelligenti, secondo la psicologia

Tutti i genitori desiderano il meglio per i propri figli, tuttavia crescere un bambino intelligente non significa solo far sì che sia bravo a scuola o che raggiunga importanti traguardi accademici, ma anche aiutarlo a sviluppare emotività, creatività e socialità, aspetti che gli permetteranno di affrontare al meglio le sfide della vita.

Secondo la psicologia è possibile favorire lo sviluppo cognitivo attraverso strategie differenti basate sulla stimolazione della curiosità, dell’indipendenza, dell’empatia e di altre valide metodologie di apprendimento da applicare durante l’infanzia.

I 4 metodi migliori per crescere dei figli intelligenti

A partire da alcune forme di gioco e di lettura, passando allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, fino ad arrivare alla comprensione di come poter sviluppare il livello cognitivo dei propri figli comportandoci noi stessi in maniera intelligente.

Ecco quali sono i 4 migliori metodi da utilizzare per riuscire a crescere dei figli brillanti.

1) Stimolare lo sviluppo cognitivo attraverso il gioco

La partecipazione del bambino al gioco simbolico, come il più classico «facciamo finta di essere...», è fondamentale per incrementare lo sviluppo del pensiero astratto, la creatività e l’empatia. Questa forma di attività permette, infatti, di esplorare vari ruoli sociali e di far comprendere meglio al bambino il mondo che lo circonda.

Questo metodo è ritenuto da molti esperti uno dei più efficaci nel garantire un adeguato sviluppo intellettivo ai propri figli. Lo stesso Jean Piaget, considerato uno tra i padri assoluti della pedagogia, lo riteneva una tappa fondamentale dell’infanzia e consigliava di utilizzarlo come forma di apprendimento, soprattutto in un’età compresa tra i 2 e i 7 anni.

Anche l’illustre pedagogista Maria Montessori riconosceva e attribuiva sostanziale valore al gioco simbolico: attraverso le esperienze libere condotte in un ambiente adeguato e sicuro si facilita, infatti, la possibilità di sperimentare in autonomia, così da consentire al bambino di sviluppare competenze cognitive ed emotive fondamentali per la propria crescita.

2) Essere modelli positivi per i propri figli

Un secondo aspetto molto importante al fine contribuire allo sviluppo dell’intelligenza dei propri figli rappresenta forse la sfida più grande per ogni genitore, quella di fungere da buon esempio.

Per via di alcune ragioni evolutive, oltre che sociali, i nostri figli tendono a imitare i comportamenti dei genitori, perché sono da loro considerati come dei punti di riferimento fondamentali, da cui apprendere le regole della vita.

Questo modello è per l’appunto noto come apprendimento per imitazione, o apprendimento osservazionale, ed è stato ampiamente studiato da Albert Bandura. Secondo il noto psicologo, infatti, i bambini tendono a interiorizzare i comportamenti degli adulti loro più vicini, includendo sia le azioni positive che quelle negative.

Di conseguenza, è semplice comprendere come comportamenti sbagliati e «poco intelligenti» attuati da parte dei genitori possano essere nocivi e tendano a essere emulati, anche a distanza di molto tempo.

3) Promuovere l’intelligenza emotiva

Quello di intelligenza emotiva è un concetto reso celebre da Daniel Goleman, psicologo e scrittore statunitense, e si riferisce alla capacità di saper riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni, oltre a saper interpretare quelle degli altri.

Spesso, a questa tipologia di intelligenza viene attribuita erroneamente una rilevanza minore rispetto ad altre generalmente considerate come più importanti, come quella logico-matematica, linguistica o spaziale e visiva.

Alcuni studi, però, hanno dimostrato come talvolta l’intelligenza emotiva, soprattutto in alcuni ambiti, possa essere un indicatore di successo anche più importante del quoziente intellettivo (QI).

Ad esempio, una ricerca dello stesso Goleman spiega come l’intelligenza emotiva negli ambienti di lavoro incida su circa il 67% delle competenze complessivamente richieste, contro un 33% relativo alle competenze tecniche legate al tradizionale QI.

Promuovere questo tipo di intelligenza nei bambini è quindi un altro degli aspetti fondamentali per favorire il loro sviluppo, sia sul piano personale che interpersonale.

Per farlo è quindi importante aiutarli a riconoscere e nominare le loro emozioni e favorire l’espressione dei loro sentimenti tramite il dialogo e l’ascolto attivo. Inoltre, è necessario promuovere l’empatia e insegnare loro non solo a comprendere le emozioni degli altri, ma anche a comportarsi di conseguenza.

4) Praticare la lettura ad alta voce nei primi anni di vita

È piuttosto noto come la lettura sia un’abitudine particolarmente formativa e utile ai fini dello sviluppo di alcune abilità cognitive.

Recenti studi hanno indagato come alcune specifiche modalità di lettura siano più efficaci di altre nel favorire la crescita cognitiva; un valido esempio è rappresentato dalle attività di lettura ad alta voce che, secondo una ricerca condotta in Brasile, giocherebbe un ruolo positivo nello sviluppo linguistico ed intellettivo del bambino.

In particolare, cimentarsi in attività di lettura ad alta voce assieme ai propri figli contribuirebbe a migliorare l’autoregolazione, un importante meccanismo collegato al controllo di importanti capacità cognitive come attenzione e concentrazione, oltre ad aiutare nel regolamento delle emozioni.

Perché i primi anni sono fondamentali per lo sviluppo dell’intelligenza?

Il costrutto di intelligenza è stato studiato per decenni in campo psicologico e ad oggi ne esistono numerose definizioni; tra le più accettate troviamo quella della American Psychology Association (APA) che la descrive come “una proprietà della mente che comprende le abilità connesse alla capacità di pensare in modo astratto, di ragionare, pianificare, risolvere problemi, usare il linguaggio e di apprendere dall’esperienza attraverso il pensiero”.

Sono stati numerosissimi, infatti, i ricercatori e gli studiosi che si sono interessati a questa tematica, contribuendo alla costruzione di una letteratura scientifica sul funzionamento delle abilità cognitive molto vasta.

In particolar modo, è stato evidenziato come il periodo dell’infanzia sia una fase cruciale per l’apprendimento e come un’adeguata formazione durante i primi anni di vita porti a un incremento delle potenzialità intellettive nell’individuo adulto.

Questo è attribuibile ad un concetto molto noto in neurobiologia, quello di plasticità neurale, ovvero la capacità del cervello di modificare la sua struttura e le sue funzioni in risposta all’esperienza e all’apprendimento.

Durante questa fase, infatti, le cellule neurali stabiliscono nuove connessioni con le altre e rafforzano quelle esistenti, rendendo i processi mentali sempre più efficienti, come parte fondamentale del processo di crescita di un individuo. È importante notare, però, che nel cervello del bambino questa capacità è particolarmente accentuata, e questo rende i primi anni di vita una fase essenziale per uno sviluppo adeguato.

Le strategie migliori per aumentare l’intelligenza dei propri figli si basano quindi sull’utilizzo di metodi di apprendimento adeguati, in grado di favorire e sfruttare al massimo la propensione del bambino a imparare che, come abbiamo visto, è persino biologica.

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