In caso di sintomi influenzali, studenti e operatori scolastici devono sottoporsi al tampone: le novità dell’ultima circolare del Ministero della Salute.
Nuova circolare del Ministero della Salute riguardo al come trattare i casi di influenza nelle scuole.
La ripresa delle lezioni in presenza è ormai realtà in tutta Italia, ma non mancano i casi di scuole in cui è stato accertato uno o più casi di coronavirus: 400 istituti sono stati colpiti e 75 di questi sono stati chiusi.
Una situazione che ha reso necessari una serie di chiarimenti da parte del Ministero della Salute: da tempo, infatti, medici e pediatri chiedono di fare chiarezza riguardo alla necessità che studenti e insegnanti, come pure tutti coloro che lavorano a scuola, vengano sottoposti al tampone nel caso in cui si presentassero i primi sintomi da COVID-19.
Fino ad oggi, infatti, le indicazioni fornite per il rientro in classe non erano molto chiare su questo fronte: in caso di sintomi influenzali, infatti, vi è il solo obbligo di restare a casa e rivolgersi al medico di fiducia, al quale spetta la valutazione del caso. Tuttavia, questa valutazione non è semplice poiché, almeno nella fase iniziale della malattia, il COVID-19 generalmente presenta gli stessi sintomi della normale influenza.
L’unico strumento con cui accertare se si tratta dell’uno o dell’altro è quello di essere sottoposti al tampone. Ed è proprio su questo aspetto che è intervenuto il Ministero della Salute con la circolare del 24 settembre, diffusa per “fornire chiarimenti in merito agli attestati di guarigione da Covid-19 o da patologia diversa da Covid-19 per alunni e personale scolastico”.
Test necessario per studenti e insegnanti in caso di sintomi influenzali
Nella circolare del Ministero della Salute vi è un’importante novità: nel dettaglio, questo chiarisce che in caso di sintomi sospetti per alunni e personale della scuola il pediatra o il medico di famiglia devono fare tempestiva richiesta del test diagnostico al dipartimento di prevenzione.
Questa indicazione vale per quattro diversi scenari:
- se l’alunno è in classe e ha più di 37,5 di febbre e una sintomatologia compatibile con il COVID-19;
- se la stessa ipotesi si verifica quando lo studente è a casa;
- se è l’operatore scolastico a presentare sintomi quando è a scuola;
- se l’operatore scolastico accusa i sintomi quando è a casa.
In tutte queste situazioni bisogna come prima cosa chiamare il pediatra o il medico di famiglia, il quale darà le indicazioni necessarie per effettuare il tampone.
In caso di influenza, quindi, bisognerà effettuare il tampone per accertare che non si tratti di contagio da coronavirus; a tal proposito la circolare aggiunge anche che nella lista d’attesa gli operatori scolastici e gli alunni hanno la priorità.
Cosa succede in caso di positività al coronavirus
Nella circolare viene fatta anche chiarezza su cosa succede nel caso in cui un alunno, un insegnante, o anche un collaboratore scolastico, dovessero risultare positivi al test. Indicazioni che valgono sia per i casi accertati a scuola che per quelli domiciliari.
La positività va immediatamente notificata al dipartimento di prevenzione che avvia la ricerca dei contatti e darà indicazioni alla scuola sulle azioni necessarie per contenere il contagio. E per il ritorno in classe bisognerà attendere “la guarigione secondo i criteri vigenti”. Ciò significa che il rientro sarà autorizzato solo dopo che risulteranno negativi due tamponi (effettuati con distanza di 24 ore l’uno dall’altro).
Qualora invece il test dovesse essere negativo, e quindi si tratta solamente di una normale influenza, sarà compito del pediatra o del medico curante valutare il percorso clinico e diagnostico più appropriato, con la possibilità che questi richiedano di ripetere il test.
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