Sarà fondamentale non farsi distrarre dalla retorica di Trump, ma concentrarsi sulle politiche effettivamente implementate e sui dati concreti.
Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e la stagnazione dell’economia cinese promettono di plasmare profondamente i mercati globali delle materie prime nel 2025.
Tuttavia, le incognite abbondano, e l’unica certezza sembra essere la volatilità, con fattori molteplici e spesso contrastanti in gioco.
Fare previsioni sui prezzi delle principali materie prime – come il petrolio greggio, il gas naturale liquefatto (GNL), il minerale di ferro, il carbone e metalli come il rame – si prospetta particolarmente difficile. La firma di Trump è stata, e probabilmente continuerà a essere, l’uso strategico dei dazi. Nel suo programma elettorale, Trump ha minacciato dazi fino al 60% sulla Cina e al 20% su altre nazioni. Se attuati, tali provvedimenti potrebbero frenare la crescita economica globale, riallineare i flussi commerciali, aumentare l’inflazione e costringere a una politica monetaria più restrittiva. [...]
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