Che fine farà il superbonus 110% dopo le elezioni politiche del 25 settembre? Vediamo quali sono le posizioni dei partiti.
Qual è il futuro del superbonus 110% dopo le elezioni politiche del 25 settembre? E quali sono le posizioni dei partiti? A chiederselo sono sia le famiglie che hanno iniziato o pensano di dare il via ai lavori, sia le imprese che si occupano degli interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica.
Nel frattempo, slitta alla settimana prossima l’esame degli emendamenti al dl Aiuti bis presentati dal Movimento 5 Stelle e da Italia Viva. In realtà, si è rischiato l’azzeramento degli emendamenti a causa del clima tra i partiti. Da un lato, il governo rimane contrario a molte delle modifiche, dall’altro ogni partito prova a far valere la propria posizione, com’è ovvio che sia in piena campagna elettorale. I Cinque Stelle accusano il governo di voler far fallire 50mila imprese, mentre l’esecutivo rinfaccia al Movimento di aver mettere a rischio i 17 miliardi stanziati per il decreto, con gli aiuti per imprese e famiglie.
Lo scontro riguarda in particolar modo il meccanismo della cessione del credito, secondo il quale il cittadino può recuperare subito quanto speso per i lavori edilizi cedendo a un altro soggetto (banche comprese) il credito maturato nei confronti dello Stato. Il governo Draghi, visti i miliardi di euro di truffe sotto ai giri di cessione del credito, è intervenuto varie volte per provare a risolvere i punti più critici.
Per sapere come cambierà ancora il superbonus dovremo quindi aspettare le prossime settimane. Nel frattempo, vediamo quali sono le posizioni dei partiti sul 110%.
La posizione del Movimento 5 Stelle per il superbonus 110%
Partiamo dalla posizione del Movimento 5 Stelle, per il quale il superbonus è stato e continua a essere uno dei cavalli di battaglia, insieme al reddito di cittadinanza. Nel loro programma si legge:
“Stabilizzazione delle agevolazioni edilizie per permettere la pianificazione degli investimenti sugli immobili e continuare a migliorare i livelli di risparmio energetico e di conseguenza risparmiare sulle bollette.”
Per quanto riguarda la cessione del credito, bisogna “sbloccare e far circolare i crediti d’imposta per evitare il fallimento delle imprese che ancora oggi non riescono a trasformarli in liquidità per pagare fornitori e dipendenti.”
Superbonus 110% e le proposte del centrodestra (FdI, Forza Italia e Lega
Le posizioni rispetto al superbonus 110% all’interno della coalizione di centrodestra sono diverse. Nel programma di Fratelli d’Italia non c’è alcun riferimento specifico.
La Lega propone “un intervento sulla misura del Superbonus che garantisca garanzie per l’accesso all’agevolazione fiscale per tutti i soggetti che hanno già maturato il diritto. Rendere il Superbonus più coerente e applicabile, contemperando le esigenze di contenimento degli oneri a carico dello Stato con quelle di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico degli edifici, rispondendo agli interessi e alle preoccupazioni di proprietari di casa, imprese e tecnici.”
Forza Italia, invece, parla di razionalizzazione e semplificazione della normativa sugli incentivi edilizi, sull’efficientamento energetico e sul sismabonus, «rendendola strutturale».
Centrosinistra (PD, Sinistra Italiana, Verdi e +Europa) e superbonus 110%
Inizialmente il programma del PD presentato il 3 agosto (quindi quando Azione faceva parte della coalizione) prevedeva la correzione del superbonus 110% seguendo le linee guida impostate dal governo Draghi. Quando Calenda ha rotto il patto e ha formato Azione insieme a Italia Viva di Renzi, il PD ha aggiornato il suo programma, togliendo qualsiasi riferimento ai bonus edilizi.
Elezioni politiche 2022
Nessun riferimento al 110% nemmeno nel programma di Verdi-Sinistra Italiana.
Per quanto riguarda +Europa, il programma per le elezioni prevede di “valutare periodicamente (ogni 2-3 anni) i principali programmi di spesa, soprattutto se introdotti di recente (es. reddito di cittadinanza, superbonus 110%), per valutarne l’efficacia e quindi poter decidere se mantenerli o meno, evitando l’accumulo di programmi inutili nel tempo”.
Terzo polo: la posizione di Azione e Italia Viva sul superbonus 110%
Il programma del terzo polo, cioè Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi, non fa alcun riferimento al superbonus 110% o alla cessione del credito. Tuttavia, visto che sia Calenda che Renzi sono grandi sostenitori di Draghi, si può ipotizzare che l’intenzione sia quella di ridimensionare l’incentivo (e forse proprio per questo hanno preferito non farne parola nel proprio programma).
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