Sono quasi mille gli emendamenti presentati al dl Semplificazioni fiscali: vediamo quali sono i correttivi riguardanti il superbonus 110% e come può cambiare la cessione del credito.
Si continua a lavorare sul superbonus 110%, in particolare per sbloccare il meccanismo della cessione del credito. Ancora non si è concluso l’iter del dl Aiuti (oggi 7 luglio c’è il voto di fiducia) e si è già messa in moto la macchina dei correttivi: sono quasi mille -944 per la precisione- gli emendamenti presentati al decreto sulle Semplificazioni fiscali.
In generale, gli emendamenti presentati chiedono che venga presentata un’apposita attestazione che documenti la diligenza dei soggetti che acquistano crediti dagli intermediari finanziari.
Facciamo una panoramica dei correttivi presentati, non solo per la cessione del credito, sulle novità fiscali allo studio.
Superbonus 110%, come potrebbe cambiare la cessione del credito con gli emendamenti al dl Semplificazioni
Un punto comune agli emendamenti presentati al dl Semplificazioni fiscali riguardo la cessione del credito per il superbonus 110% prevede un’attestazione che confermi i requisiti dell’intermediario. In pratica si tratterebbe di una dichiarazione che l’intermediario finanziario rilascia per attestare che il soggetto che sta acquistando il credito è effettivamente in possesso dei requisiti che danno diritto alla detrazione.
Il Partito Democratico chiede di rivedere le regole per annullare le comunicazioni di sconto in fattura e cessione del credito all’Agenzia delle Entrate quando ci sono errori. Forza Italia spinge per l’esclusione della responsabilità in solido di banche e intermediari finanziari quando sono iscritti all’albo previsto dal Testo unico della finanza.
Infine, la maggioranza punta a modificare anche le certificazioni Soa, la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici di lavori: è un documento necessario e sufficiente a comprovare, in sede di gara, la capacità dell’impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere pubbliche di lavori con importo a base d’asta superiore a 150mila euro.
Decreto Semplificazioni fiscali, gli emendamenti provano a cambiare le scadenze
Un’altra buona parte degli emendamenti presentati prova a modificare il calendario fiscale. Nello specifico, la maggioranza chiede di spostare la scadenza delle imposte dirette e dell’Irap dal 30 giugno al 20 luglio, viste le richieste di proroga fatte dai commercialisti arrivano puntuali ogni anno.
Oltre alla proroga del tax day di fine giugno, gli emendamenti provano a cancellare una serie di micro tasse, imposte e accise che oramai non generano più nemmeno troppi incassi (per esempio, tasse di pubblico insegnamento, di istruzione superiore, di diritti di licenza su fabbricazione consumo e imposte sugli intrattenimenti). Nell’insieme, questi microtributi portano nelle casse dello Stato circa 10 milioni di euro: più complicazioni che gettito effettivo.
Il calendario dei lavori
Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera puntano a dare le inammissibilità giovedì 7 luglio alle 20. Secondo l’agenzia di stampa parlamentare Public Policy i ricorsi andranno fatti entro venerdì 8 luglio alle 9, e la pronuncia sui ricorsi presentati verrà fatta lo stesso giorno alle 12. I gruppi dovranno poi indicare gli emendamenti segnalati entro venerdì 8 luglio alle 19.
L’obiettivo è quello di chiudere l’esame entro venerdì 22 luglio. In questo modo il testo dovrebbe approdare in aula il 25 luglio, di lunedì. Entro fine settimana passerebbe al Senato per il via libero definitivo. Il provvedimento scade il 21 agosto: seguendo questo calendario si riuscirebbe a chiudere l’iter prima della pausa estiva, che il Parlamento vorrebbe far partire dall’8 agosto.
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