Proroga al 2023 prima della legge di bilancio e il meccanismo del ravvedimento operoso per sanare errori formali nei documenti sono solo alcune delle richieste dei professionisti sul superbonus 110%.
Le richieste dei professionisti in merito al superbonus 110% sono due: non aspettare la legge di Bilancio per ottenere la proroga al 2023 e inserire un meccanismo che ricordi il ravvedimento operoso per regolarizzare eventuali errori nei documenti.
Le novità introdotte dal decreto Semplificazioni, in particolare la CILA (comunicazione di inizio lavori asseverata) al posto dello stato di legittimità per poter cominciare gli interventi edilizi, sono un passo verso una burocrazia più snella.
Serve però la certezza di avere più tempo (almeno altri due anni) per fare i lavori più impegnativi, come quelli in condominio.
Proroga superbonus 110% al 2023 prima della legge di Bilancio: le richieste degli ingegneri
Le richieste degli ingegneri sul superbonus 110% sono state annunciate da Armando Zambrano, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri (Cni) e coordinatore della Rete delle professioni tecniche (Rpt), durante l’audizione sul decreto Semplificazioni alla Camera.
La prima richiesta è che non si aspetti la legge di Bilancio per la proroga al 2023, ma che l’allungamento dell’agevolazione trovi spazio in un provvedimento ad hoc. Se si aspettasse la manovra 2022, sottolinea Zambrano, si rischierebbe di “arrivare tardi e creare incertezze che frenano anziché aiutare”, soprattutto per quanto riguarda interventi più seri e lunghi come i lavori in condominio.
Inoltre, per quanto riguarda il 110% nei centri storici, Zambrano propone che l’agevolazione possa essere applicata con il salto di una sola classe energetica.
Ravvedimento operoso anche per il superbonus 110%?
Un’altra richiesta del presidente del Consiglio Nazionale degli ingegneri riguarda l’introduzione di una sorta di ravvedimento operoso per rettificare eventuali errori formali nei documenti da produrre per dare il via ai lavori.
Per quanto riguarda la procedura semplificata per il superbonus, introdotta dall’articolo 33 del decreto Semplificazioni, che prevede solo la presentazione della CILA per iniziare i lavori, Zambrano si dice soddisfatto:
“non c’è un eccesso di responsabilità perché non ci si chiede più di fare la verifica di doppia conformità sulla regolarità dell’immobile e al tempo stesso non c’è alcuna possibilità di sanare irregolarità dell’immobile con la procedura relativa ai lavori del Superbonus. C’è una neutralità del Superbonus rispetto agli eventuali abusi dell’immobile ed è un principio giusto.”
Anzi, Zambrano auspica un’eliminazione della doppia conformità, così com’è avvenuta per il superbonus, per tutti i lavori. In realtà il tema riguarda tutte quelle difformità che non si riescono a regolarizzare per una rigidità delle norme o perché le domande di condono sono state presentate, ma poi si sono perse nell’iter burocratico.
Ha affermato Zambrano:
“A noi non interessa se viene approvato o no un condono, ma se un condono è stato fatto bisogna avere la possibilità di portarlo fino in fondo. Altrimenti rischiamo di non poter intervenire con il Superbonus su tanti immobili che hanno difformità in corso di regolarizzazione e sprecheremmo un’occasione”
Infine, per quanto riguarda la rigidità delle norme, i professionisti chiedono di ampliare dal 2 al 3% il margine di tolleranza rispetto alle difformità.
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