La guida completa al Superbonus nel 2023: quali sono i lavori ammessi, chi riceve l’agevolazione al 110% e chi al 90%, i limiti di spesa aggiornati, i requisiti per accedere al contributo e le novità.
Nel 2023 il Superbonus cambia. L’agevolazione per molti scenderà dal 90% al 110% e ci saranno alcune nuove regole. Il governo ha lavorato per cambiare il contributo per i lavori di efficientamento energetico nelle abitazioni, tentando di risparmiare alcuni miliardi di euro nei prossimi anni.
Contemporaneamente, tra decreto Aiuti quater e legge di Bilancio, si è tentato di sbloccare il caos sulla cessione del credito, aiutando imprese edilizie e banche, ma anche di introdurre ulteriori strette per limitare le frodi.
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Il prossimo anno, quindi, questo bonus rimarrà ancora uno tra i più onerosi per le casse dello Stato, ma anche tra i più vantaggiosi per i cittadini, ma bisognerà stare attenti ai nuovi limiti e requisiti. Vediamo nel dettaglio tutte le regole per il 2023.
Superbonus 2023, chi lo riceverà al 90% e chi al 110%
Nel 2023 l’aliquota del Superbonus scenderà al 90%. Riguarderà tutte le spese, ma non quelle per i lavori nei condomini per cui è stata depositata la Cilas (Comunicazione di inizio lavori asseverata superbonus) entro la fine del 2022.
Le scadenze, in realtà, sono due: entro il 25 novembre o entro il 31 dicembre, per le delibere già approvate entro il 18 novembre. In questo caso è obbligatoria un’autocertificazione dell’amministratore dei condominio sulla data dell’assemblea in cui è arrivata la delibera. In caso di falsa dichiarazione scattano le sanzioni, anche penali. Tutto ciò vale anche per i cosiddetti condomini «familiari» (immobili di un unico proprietario o in comproprietà con massimo quattro unità immobiliari per uso residenziale e accatastate in modo distinto).
Lo sconto fiscale al 110% vale infine per interventi di demolizione e ricostruzione se si è fatta domanda al Comune entro il 31 dicembre 2022.
Superbonus, cosa cambia per le villette
Per chi ha realizzato almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre vale il Superbonus 110% fino al 31 marzo 2023, poi scende al 90%. Per chi non avviato i lavori entro quella data ci saranno nuove regole per villette e immobili autonomi: potranno usufruire dello sconto solo coloro che usano quella come abitazione principale e che hanno un reddito di riferimento entro i 15mila euro annui, sommando i redditi della famiglia e dividendoli per i nuovi quozienti familiari. In questo caso non viene riconosciuta l’agevolazione al familiare convivente del proprietario.
I lavori ammessi
Per avere lo sconto bisogna realizzare almeno uno tra i lavori trainanti, a cui si possono aggiungere altri interventi (i cosiddetti trainati). I primi sono: cappotto termico o interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria.
I secondi: il montaggio di pannelli solari; il montaggio di accumulatori di energia collegati ai pannelli solari; gli interventi previsti dal vecchio ecobonus; la realizzazione delle colonnine per caricare le batterie delle auto elettriche.
I limiti di spesa e le regole nel 2023
Dal 1° gennaio ci si potrà rivolgere solo a imprese edili che posseggono o hanno chiesto la certificazione Soa per appalti che valgono oltre 516mila euro. Questa attestazione garantisce che l’impresa abbia la competenza necessaria e gli adeguati mezzi economici per portare a termine i lavori: un modo per evitare alcune truffe degli ultimi due anni, con soldi rubati allo Stato e lavori fantasma.
Come nel 2022 i limiti di spesa per il cappotto termico vanno dai 30mila ai 50mila euro a seconda del tipo di abitazione, mentre gli interventi sulle parti comuni degli edifici hanno soglie di spesa tra i 15mila e i 30mila euro.
Le scadenze del Superbonus
Queste, quindi, le nuove scadenze del Superbonus:
- edifici unifamiliari (le villette, immobili residenziali funzionalmente indipendenti): la scadenza per lo sconto al 110% è il 31 dicembre 2022 se entro il 30 settembre risulta effettuato almeno il 30% dei lavori, altrimenti lo sconto scende al 90% per chi ha un reddito entro i 15mila euro;
- edifici di Iacp ed enti assimilati: 31 dicembre 2023 a condizione che entro il 30 giugno 2023 sia effettuato il 60% dei lavori, con sconto al 110% o al 90% a seconda di quando è stata depositata la Cilas;
- condomini ed edifici a proprietà unica e con un numero di abitazioni da 2 a 4: la scadenza è il 31 dicembre 2023, con sconto al 110% o al 90% sempre a seconda di quando è stata depositata la Cilas;
Cosa cambia su cessione del credito e sconto in fattura
Per usufruire del credito d’imposta maturato, al 110% o al 90%, si potrà ancora: portare in detrazione il credito nella dichiarazione dei redditi; cedere il credito d’imposta alle banche; ottenere uno sconto in fattura dall’impresa edile.
Le novità del 2023 consistono in un’ampliamento delle cessioni che possono essere fatte nel sistema bancario, per consentire agli istituti di cedere i crediti in pancia e acquistarne di nuovi. La prima cessione può essere fatta a chiunque, le altre sono valide solo se ci si rivolge al sistema finanziario regolamentato per legge.
Si possono fare fino a tre cessioni e le banche possono poi dare i loro crediti a correntisti con partita Iva in ogni momento. Infine chi ha acquistato crediti fino al 31 ottobre può utilizzarli in un arco di tempo più lungo, cioè fino a 10 rate e le imprese in difficoltà che non riescono a cederli possono chiedere prestiti ponte con garanzia statale fornita da Sace.
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