Supplenti cambiati a metà anno? Ecco cosa può succedere

Giorgia Bonamoneta

1 Gennaio 2023 - 21:17

Problemi con il sistema di assegnazione dei supplenti, rischio cambio dei docenti a metà anno. Cosa sta succedendo?

Supplenti cambiati a metà anno? Ecco cosa può succedere

Il 2023 inizia con una brutta notizia per la scuola. Secondo quanto riportato da Repubblica, il tribunale del lavoro di Velletri ha condannato il ministero dell’Istruzione e del merito costringendo a nominare fino alla fine dell’anno un supplente scavalcato dall’algoritmo ministeriale che assegna gli incarichi. Sembra infatti che migliaia di supplenti siano stati incaricati proprio attraverso un algoritmo, ma che questo sia illegittimo perché non tiene conto del punteggio dei docenti.

Sembra infatti che questo sistema commetta degli “errori”, assegnando gli incarichi in modo tale che alcuni precari risultino scavalcati da altri. Sono diversi gli aspiranti docenti alla cattedra che hanno segnalato l’anomalia. Così lo scorso 16 dicembre la giudice Beatrice Marrani ha condannato il ministero dell’Istruzione e del merito per lo strumento di assegnazione. La condanna prevede il risarcimento di un docente con un incarico al 30 giugno o fino al 31 agosto. La motivazione è la “violazione dei principi di imparzialità costituzionalmente garantiti” ed ancora più grave che tale violazione sia avvenuta attraverso un errore del sistema informatico, perché poteva essere sistematico e risolto fin dalle prime segnalazioni.

Con l’algoritmo decretato insoddisfacente e inservibile non solo dalle associazioni dei precari e dei docenti, ma anche dal tribunale di Velletri, si rischia uno scossone del sistema di assegnazione e il cambio dei supplenti a metà anno. Ecco cosa è successo e cosa potrebbe accadere ora.

Sistema di assegnazione dei supplenti bocciato a metà anno: cosa cambia

Sono stati in migliaia a segnalare un malfunzionamento del sistema di assegnazione delle cattedre di supplenza. A gestire l’assegnazione dei supplenti è infatti un algoritmo. Da tre anni le supplenze non vengono più assegnate con le convocazioni, ma attraverso un algoritmo elaborato dal ministero dell’Istruzione. L’intento era quello di evitare gli assembramenti, il risultato è stato un sistema di assegnazione illegittimo che non tiene conto dei punteggi.

In altre parole l’algoritmo è stato rimandato a settembre, con la necessità di cambiare, riformulare o mettere fino a un sistema che vede migliaia di docenti precari vittime di errori di assegnazione. A sostenerlo è il Tribunale ordinario di Velletri (in provincia di Roma) che ha preso in carico la segnalazione di un docente di laboratorio di scienze scavalcato al primo turno di nomine. Come lui molti altri.

Oltre a un necessario aggiornamento del sistema di assegnazione, sembra evidente rispondere anche a tutti gli altri docenti che si sono visti scavalcati dall’algoritmo. La risoluzione del problem potrebbe essere però spostata a settembre, poiché oggi un cambiamento profondo comporterebbe il rischio di sostituire tutti i docenti supplenti a metà anno.

Perché il sistema non funziona: cosa ha decretato il tribunale di Velletri

Il 16 dicembre la giudice Beatrice Marrani ha dichiarato che il sistema di assegnazione elettronico viola i principi di imparzialità costituzionalmente garantiti. Per questo ha condannato il ministero dell’Istruzione e del merito a risarcire il docente perché il suo nome era stato omesso durante la fase di assegnazione e superato da altri candidati con punteggi inferiori al suo.

Secondo la sentenza il sistema commette degli errori nell’incrociare la posizione in graduatoria e le indicazioni preferenziali scelte dai singoli docenti durante la domanda di partecipazione alla procedura. Per questo si dicono soddisfatti i sindacati di categoria che vedono nella decisione del tribunale di Velletri una conferma delle preoccupazioni che migliaia di precari avevano espresso già a partire da agosto, quando il meccanismo aveva selezionato alcuni dei candidati e discriminati altri.

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