È stato un gennaio da record per la Svizzera che ha esportato negli USA una quantità di oro tre volte superiore al mese precedente.
La Svizzera è una delle nazioni leader nel campo della trasformazione dell’oro. Si pensi che quattro delle sette più grandi raffinerie di oro al mondo si trovano proprio nel paese elvetico. Una è nel cantone Neuchâtel e tre nel Ticino. La Svizzera soddisfa fino a due terzi della domanda mondiale di oro e esporta diverse tonnellate ogni mese sopratutto negli Stati Uniti.
Complice l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, a gennaio la Svizzera ha segnato un nuovo record nell’esportazione di oro verso gli USA. Stando ai dati della Federal Customs Administration, la Svizzera lo scorso mese ha esportato 192,9 tonnellate di oro negli USA. Una cifra più di tre volte superiore rispetto a dicembre. Il valore complessivo del carico è stato di 15,3 miliardi di franchi svizzeri.
Anche questo mese le raffinerie d’oro in Svizzera lavorano a pieno regime per soddisfare la domanda mondiale in crescita. E febbraio potrebbe far registrare numeri ancora alti. Con il balzo di gennaio, le esportazioni di oro hanno superato anche quelle dell’industria chimica e farmaceutica, settore leader in Svizzera. Il valore delle esportazioni del settore chimico-farmaceutico si è fermato a 12,5 miliardi di franchi. Ma perché c’è stato questo balzo vertiginoso delle esportazioni di oro negli USA?
Timore di dazi e i commercianti acquistano più oro
Il motivo starebbe nell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca e alle sue politiche dei dazi. Siccome Trump ha allarmato i commercianti di oro americani con le sue minacce di dazi sulle importazioni, prima che questi possano diventare esecutivi, i commercianti stanno acquistando grossi carichi di oro per evitare di farlo successivamente vedendosi costretti a pagare poi ingenti dazi.
Trump vuole ispezionare le riserve di oro degli Stati Uniti
Restando in tema oro, Donald Trump sembra avere una nuova fissazione che è proprio per il prezioso metallo. Nel corso del suo intervento al Cpac, il raduno internazionale dei conservatori più importante dell’anno, il presidente degli Stati Uniti ha detto di voler verificare che le riserve aurifere degli USA siano ancora nel famoso caveau di Fort Knox. Trump sospetta che l’oro in realtà non sia più lì. «Non vorrei aprire e trovare gli armadi vuoti. Se l’oro non ci sarà, saremo molto arrabbiati», ha detto.
Per il segretario al Tesoro Scott Bessent, ogni anno gli Usa effettuano un controllo al caveau assicurando che tutto l’oro sia presente e contabilizzato. C’è chi dice che Trump vorrebbe usare le riserve d’oro degli USA per venderlo e diminuire l’enorme debito pubblico statunitense. Ad oggi la riserve auree degli Stati Uniti ammontano a circa 425 miliardi di dollari. Parte di questi lingotti è conservato nel caveau del Fort Knox, struttura gestita dalla zecca dello Stato con misure di sicurezza che la rendono impenetrabile.
In quel caveau potrebbero esserci anche parte dei lingotti che appartengono all’Italia. Il nostro paese infatti ha il 43,29% delle riserve d’oro conservate proprio negli Stati Uniti. Si tratta di 1.100 tonnellate per un valore di 85 miliardi di euro. Il restante è conservato in caveau in Svizzera, Regno Unito e a Roma presso la sede della Banca d’Italia.
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