La legge taglia poltrone, che prevede una drastica diminuzione di deputati e senatori, è ormai vicina alla sua approvazione definitiva: ecco quanto si potrà risparmiare con questa misura da sempre voluta dal Movimento 5 Stelle.
Manca ancora un ultimo passaggio, il via libera in quarta lettura da parte della Camera dove il governo gode di un’ampia maggioranza, ma già nel Movimento 5 Stelle si festeggia per l’ok dato dal Senato alla cosiddetta legge taglia poltrone.
La misura, fortemente voluta dai pentastellati come una sorta di prosieguo di quella lotta ai costi della politica iniziata con il ricalcolo dei vitalizi e che dovrebbe concludersi con il taglio anche degli stipendi dei parlamentari, a Palazzo Madama è passata con 180 voti favorevoli, 50 contrari e zero astenuti.
Non essendo stata raggiunta la maggioranza di due terzi durante la votazione, adesso però potrebbe essere richiesto un Referendum come previsto dall’articolo 138 della Costituzione, anche se l’opposizione non sembrerebbe avere molta voglia di imbarcarsi in una consultazione dall’esito scontato.
Nel dettaglio comunque con la taglia poltrone ci saranno nel complesso 345 parlamentari in meno: i deputati passeranno da 630 a 400 mentre i senatori da 315 a 200. Una sforbiciata questa che andrebbe a portare non indifferenti risparmi per le casse statali.
Qui il nostro focus sulla Riforma del taglio dei parlamentari
Quanto si risparmia in Parlamento con la taglia poltrone
Alla legge taglia poltrone ormai non resta che aspettare l’autunno, quando con ogni probabilità verrà calendarizzato il voto finale da parte della Camera dove il governo del cambiamento non ha problemi di numeri.
Le leggi che prevedono una modifica della Costituzione devono essere votate per quattro volte, due per ogni Camera, con un intervallo di almeno tre mesi. Dato però che non è stata raggiunta la maggioranza di due terzi come previsto per le seconde letture, potrebbe essere richiesto un Referendum.
Difficile però che dopo il via libera ufficiale un quinto dei deputati e senatori, 500.000 elettori oppure cinque Consigli regionali possano richiedere un Referendum, visto che la vittoria del Sì questa volta sarebbe schiacciante a differenza del 2016 dove invece la riforma era molto più complessa.
Entro la fine dell’anno quindi la taglia poltrone dovrebbe comparire in Gazzetta Ufficiale, certificando così la futura diminuzione in totale di 345 parlamentari. Naturalmente poi andrà anche adeguata la legge elettorale, visto che andrebbero a cambiare i criteri per le varie circoscrizioni.
Ma quanto si risparmierà con questa legge voluta dal Movimento 5 Stelle? Secondo i calcoli dei pentastellati, sforbiciando di quasi un terzo il numero dei parlamentari si potranno avere 100 milioni di spese in meno ogni anno.
“Il risparmio sarà di 61 milioni - ha invece asserito il senatore di Forza Italia Lucio Malan - Con la Riforma Renzi, bocciata dal Referendum, sarebbe stato di 50 milioni. Perché prima eravate contrari e oggi siete favorevoli? Nei primi 11 mesi di governo il debito pubblico è aumentato di 34 miliardi. Il che vuole dire 61 milioni e mezzo ogni sei ore”.
Stime diverse ma alla fine il risparmio c’è e sarà tangibile, visto che nell’arco dei cinque anni di una legislatura la cifra diventa importante fino a raggiungere i 500 milioni se i calcoli dei 5 Stelle sono giusti.
Più in generale, il taglio del numero del numero dei parlamentari appare come una misura ineccepibile anche perché, visto l’ampio ricorso degli ultimi governi allo strumento del decreto legge, ormai il Parlamento è stato sempre più svuotato dal suo significato originale.
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