«Tagliamo i contratti precari, a partire dagli stage. M5s e terzo polo? No al dialogo con chi non ha credibilità» l’intervista ad Anna Ascani (Pd)

Giacomo Andreoli

23 Agosto 2022 - 09:29

Anna Ascani, vicepresidente del Pd e sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico, spiega a Money.it quali sono le strategie del centrosinistra in vista delle elezioni del 25 settembre.

«Tagliamo i contratti precari, a partire dagli stage. M5s e terzo polo? No al dialogo con chi non ha credibilità» l’intervista ad Anna Ascani (Pd)

Dobbiamo rivedere la giungla dei contratti precari, cominciando dagli stage gratuiti. Alleanza con il Movimento 5 Stelle o con il terzo polo? Abbiamo dialogato con tutte le forze europeiste e progressiste possibili, gli altri hanno mancato di coerenza e credibilità: ora puntiamo a stravolgere i sondaggi parlando dei temi”.

È determinata a rifuggire ogni accusa Anna Ascani, vicepresidente del Partito democratico e sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico con delega alle telecomunicazioni. A Money.it spiega quali sono le strategie del centrosinistra per vincere le prossime elezioni del 25 settembre, puntando su lavoro, scuola e giovani. Un riferimento, però, lo fa anche al nuovo registro delle opposizioni, con le strategie in campo per cercare di fermare il telemarketing selvaggio o illegale dei call center su cellulari e telefoni di casa.

Dopo la rottura con Calenda oggi l’alleanza di centrosinistra secondo i sondaggi è 15 punti percentuali sotto al centrodestra, come pensate di recuperare?

Da sempre i sondaggi sono parte delle strategie di comunicazione in campagna elettorale e sono spesso strumentalizzati per condizionare l’elettorato, utilizzando quello che i politologi definiscono “effetto bandwagon” ovvero la tendenza a votare il candidato presentato come il favorito. Consapevoli di ciò, dobbiamo tenerne conto ma con l’ambizione di sovvertire previsioni e pronostici: la campagna elettorale è ancora lunga. Fare politica, in questo momento, significa convincere ad andare a votare astensionisti ed elettori giustamente disorientati, e convincerli a votare per il nostro programma. Puntiamo a stravolgere i sondaggi con la forza delle idee e delle proposte, invece di inseguirli.

Renzi e Calenda vi criticano dicendo che avete rifiutato l’agenda Draghi tenendo dentro chi ha votato contro il governo. Perché allearsi con Sinistra Italiana e Verdi ed escludere il Movimento 5 Stelle, oltre che Italia Viva?

L’agenda Draghi parte da un’eredità di 434 decreti ancora da attuare, molti dei quali necessari per la buona riuscita del Pnrr. Il Pd è un grande partito di centro-sinistra e, allo stesso tempo, è il partito di governo che ha inteso raccogliere questa eredità, aprendo il dialogo a tutte le forze politiche che vogliono porsi come alternativa alla destra sovranista di Giorgia Meloni e si riconoscono nei valori del nostro programma. La costruzione paziente di alleanze e candidature di personalità come Carlo Cottarelli, mira proprio ad assicurare all’Italia stabilità e continuità del lavoro svolto per l’attuazione del Pnrr, un’occasione che il nostro Paese non può permettersi di consegnare a chi non ha dimostrato responsabilità in questi anni di crisi globale. Dialogare con tutte le forze progressiste ed europeiste per allargare la coalizione era doveroso per vincere le elezioni e garantire governabilità, ma non si può dialogare con chi non ha dimostrato coerenza e credibilità.

Il nuovo registro delle opposizioni è attivo da un mese: basterà per evitare tutte le chiamate indesiderate dei call center?

Con la riforma, adottata quest’anno, che siamo riusciti a sbloccare dopo due anni di stallo, il registro pubblico delle opposizioni è stato reso disponibile a una platea potenziale di 98 milioni di utenze telefoniche nazionali. Solo nelle prime due settimane abbiamo registrato 1,8 milioni di nuove numerazioni iscritte con un incremento costante e rapido di iscrizioni che ad oggi superano i 2 milioni. Parallelamente, sono aumentati e stanno ancora aumentando gli operatori e i call center in regola con la nuova disciplina, e questo contribuisce ad aumentare l’efficacia dello strumento, anche se resta aperto il problema del telemarketing illegale che necessita anche di interventi complementari al registro su cui abbiamo iniziato a lavorare. Una valutazione complessiva dell’efficacia si potrà fare solo nei prossimi mesi, al termine dell’attuale fase di start-up.

Il Pd vuole rafforzare la scuola pubblica: gli stipendi di insegnanti e personale di quanto possono essere aumentati?

La proposta di Enrico Letta è di aumentare gli stipendi degli insegnanti portandoli al livello della media europea. Si tratta un impegno chiaro e concreto, che mette la scuola al centro della nostra idea di Paese. Dalla scuola si deve partire per ricostruire un’Italia più forte, coraggiosa e inclusiva. Per questo la nostra priorità sarà un grande investimento sulla scuola: dalle strutture, che vanno rese più inclusive, agli insegnanti, che oggi hanno stipendi sotto la media europea. E ci tengo a far presente che l’idea non nasce con la campagna elettorale: personalmente, da viceministro dell’Istruzione già a partire dal 2019, mi sono fatta portavoce della proposta di assegnare al personale scolastico più soldi per il rinnovo del contratto, rispetto agli altri dipendenti statali.

E per gli studenti?

L’aumento di stipendi agli insegnanti va contestualizzato nel percorso già intrapreso a favore degli studenti e delle studentesse e dell’occupazione, rafforzando i percorsi di lauree Stem (science, technology, engineering and mathematics) e l’adozione di misure di incentivo alle imprese per la loro assunzione. Tra gli strumenti attivati al ministero dello Sviluppo economico, tanto per fare un esempio, ho fortemente sostenuto il credito d’imposta formazione 4.0, con una dotazione finanziaria di 300 milioni di euro a valere sul Pnrr, incentiva le imprese che intendono investire nella formazione. Scuola, giovani e lavoro sono tra le priorità del programma del Pd e devono necessariamente essere trattate in maniera congiunta e sinergica con il mondo delle imprese, per favorire innovazione e crescita.

Con il centrosinistra come volete rivedere la giungla di contratti precari (stage, cococo, finte partite Iva e lavoro intermittente)?

La revisione dei contratti ci deve essere e dovrà essere complementare a una riforma incentrata sul salario minimo, una proposta operativa su cui già sta lavorando il ministro del Lavoro e che poteva essere approvata se la destra non avesse fatto cadere il governo Draghi. Noi l’abbiamo inserita all’interno di un programma ampio di tutele del lavoro dei giovani con l’obbligo di retribuzione degli stage e maggiori garanzie per la sicurezza sul lavoro che si aggiungono a quanto già fatto in questi mesi perché non si ripetano incidenti e tragedie. Parallelamente alle maggiori garanzie nei contratti, bisogna lavorare sul sostegno ai lavoratori più esposti alla crisi economica e alla trasformazione digitale. In questi anni mi sono impegnata sul rafforzamento delle competenze digitali della forza lavoro nei settori maggiormente innovativi. L’offerta ai giovani di maggiori opportunità di trovare lavoro qualificato è anche un’arma contro lo sfruttamento.

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