“Taglio delle bollette all’80% per famiglie e imprese, zero Iva sui beni alimentari, modifiche al Reddito e salario equo per tutti”: l’intervista a Luigi Di Maio

Stefano Rizzuti - Giacomo Andreoli

05/09/2022

Italia al voto, le proposte economiche di Impegno civico in vista delle elezioni politiche. Bollette, reddito di cittadinanza, Iva e salario minimo: l’intervista di Money.it a Luigi Di Maio.

“Taglio delle bollette all’80% per famiglie e imprese, zero Iva sui beni alimentari, modifiche al Reddito e salario equo per tutti”: l’intervista a Luigi Di Maio

Taglio delle bollette energetiche all’80% per famiglie e imprese, riduzione del cuneo fiscale per alzare gli stipendi, salario minimo da concordare con chi produce, garanzia statale al 100% per i mutui degli under40 e modifiche al Reddito di cittadinanza, per mettere in contatto direttamente le aziende e i lavoratori: sono queste le proposte economiche lanciate in vista delle elezioni politiche dal leader di Impegno Civico e ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, intervistato da Money.it.

Secondo Di Maio bisogna intervenire assieme alla coalizione di centrosinistra per abbattere il costo di gas e luce ben prima della legge di Bilancio, per evitare “la chiusura di 120mila imprese e il licenziamento di 370mila lavoratori”, ma senza uno scostamento di bilancio. Quindi procedere con il tetto europeo al prezzo del gas, che “vede l’ostilità di Salvini e l’indifferenza dei suoi alleati di centrodestra”. Quanto alle coperture per finanziare il programma, l’attuale numero uno della Farnesina cita le “risorse extra che lo Stato incassa da Iva e accise derivanti dall’inflazione”, che quantifica in almeno 13,5 miliardi di euro, da stanziare per tagliare le bollette alle imprese da qui fino alla fine dell’anno.

Qual è il primo intervento, quello che ritenete più importante, che inserireste nella prossima legge di Bilancio?

In ordine di tempo, prima ancora della legge di Bilancio c’è un bisogno di vitale importanza, quello di intervenire con un decreto Taglia-Bollette per scongiurare la chiusura di 120mila imprese e il licenziamento di 370mila lavoratori, stando ai dati che ha fornito Confcommercio. La nostra proposta è che lo Stato, oltre all’80% delle bollette delle famiglie del ceto medio e in povertà, paghi la stessa percentuale delle bollette di tutte le imprese, dalla piccola attività alla grande azienda, fino alla fine dell’anno. Per farlo, occorrono 13,5 miliardi per la parte delle imprese, che si prendono, come la parte relativa alle famiglie che stiamo quantificando, dalle risorse extra che lo Stato incassa da Iva e accise derivanti dall’inflazione. Poi a livello Ue - lo diciamo ormai da mesi - serve il tetto massimo al prezzo del gas, una misura essenziale, ma anche un intervento che vede l’ostilità di Salvini e l’indifferenza dei suoi alleati di centrodestra. Il risultato è che si fa il gioco di Putin, lasciandolo imperversare con le sue speculazioni sul gas russo. Per quanto riguarda la legge di Bilancio, voglio ricordare che l’iter della legge delega sulla riforma fiscale si è, di fatto, interrotto con la caduta del governo. Anche di questo dobbiamo ringraziare il trio sfascia conti Salvini-Meloni-Berlusconi, che ora fa proposte per 160 miliardi di euro. In pratica, per pagare le spese pazze che loro propongono, a momenti dobbiamo chiedere un altro Recovery Fund. Con loro al governo c’è il serissimo rischio di bruciare i risparmi degli italiani e di indebitare il Paese fino al tracollo. Si deve invece proseguire con il lavoro fatto da questo governo, ad esempio sulla riduzione delle tasse, sul taglio del cuneo fiscale e sulla riduzione delle aliquote.

Sul fronte delle bollette, cosa proponete contro il caro energia per famiglie e imprese?

In attesa di poter varare il Taglia-Bollette e di ottenere il tetto massimo al prezzo del gas, dobbiamo andare avanti con i sostegni, ma senza scostamenti di bilancio. Dobbiamo anche insistere nell’azione a sostegno delle grandi aziende energivore. Intanto il governo sta intervenendo con il nuovo decreto bollette per calmierare l’aumento dei prezzi e con la proroga del taglio delle accise sulla benzina fino al 5 ottobre.

Un taglio dell’80% delle bollette per le imprese è davvero sostenibile per lo Stato? Non c’è il rischio che non bastino i soldi extra di Iva e accise e si debba ricorrere al deficit?

Servono circa 13,5 miliardi. E ripeto, non li otteniamo facendo deficit, ma con le maggiori entrate, ad esempio da Iva e accise, dovute anche all’inflazione. Riflettiamo anche su una cosa: se non provvediamo con il Taglia-Bollette, i costi per lo Stato saranno sicuramente maggiori. Adesso dobbiamo intervenire nel breve periodo, ma non possiamo pensare di andare avanti solo con i sostegni. Ecco perché parallelamente occorre il tetto massimo al prezzo del gas ed ecco perché stiamo facendo di tutto per coltivare una programmazione all’insegna dell’indipendenza energetica. Anche lavorando ad una transizione energetica, che però sia sostenibile per le aziende. Ricordo poi gli accordi sul rafforzamento delle partnership energetiche in seguito alle mie missioni in Algeria, Congo, Angola, Azerbaijan, giusto per citare alcuni Paesi.

Inflazione, proponete un taglio dell’Iva su alcuni prodotti: è sufficiente o serve anche un nuovo taglio del cuneo fiscale per i lavoratori?

Taglio del cuneo fiscale assolutamente sì. E poi bisogna azzerare l’Iva su tutti i beni alimentari, della natalità e farmaceutici. Dobbiamo combattere l’inflazione e difendere i risparmi delle famiglie italiane. Non servono altri debiti, ma crescita, lavoro e sviluppo. La bussola deve essere questa.

Qual è la vostra proposta sul salario minimo? Crede sia giusto fissare un minimo per tutti o proseguire con la contrattazione collettiva?

Sul salario minimo voglio dire tre cose. La prima, è il momento di mettere un punto e dire definitivamente basta a paghe da fame a 2 o 3 euro l’ora. La seconda, bisogna lavorare su questa misura insieme alle imprese. La terza, che sosteniamo solo noi di Impegno Civico, il salario deve essere anche equo: bisogna rendere giustizia ad anni e anni di sacrifici fatti da lavoratori, giovani e meno giovani, per formarsi e occorre calibrare gli stipendi su questa competenza. Voglio aggiungere che è anche arrivato il momento di fare un passo doveroso: dobbiamo aiutare gli under 40 a comprare casa senza anticipare un solo euro, con una garanzia di Stato del 100%.

Come vorreste cambiare il Reddito di cittadinanza? È una misura che va mantenuta e con più o meno investimenti rispetto a ora?

Dico subito una cosa, la legge sul Reddito di cittadinanza porta la mia firma e continuo a rivendicarne l’importanza per combattere la povertà. In altri suoi aspetti però non ha funzionato e bisogna intervenire migliorando il Reddito e rafforzandolo. Diciamoci la verità, i centri per l’impiego non hanno fatto la loro parte e allora dobbiamo intervenire con meccanismi grazie ai quali mettere direttamente in contatto imprese e lavoratori.

Quando era vicepresidente del Consiglio il governo Conte ha introdotto Quota 100, ora qual è la sua proposta in tema di pensioni anticipate? Bisogna superare o confermare Quota 102?

Il governo, prima che qualcuno lo facesse cadere, si stava occupando anche di questa riforma strutturale. Il prossimo governo dovrà riprendere il filo da dove è stato interrotto, ma ci tengo a dire che non si può intervenire ogni anno a intermittenza. Occorre una riforma equa, sostenibile e stabile. Lo dobbiamo alle future generazioni.

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