Torna la paura per una nuova ondata. Richiesti tamponi obbligatori per chi entra in Italia dalla Cina. Una mossa inutile per contrastare il Covid, ma utile per sequenziare il virus. Ecco perché.
La nuova ondata di Covid-19 in Cina fa preoccupare il mondo intero, in particolare i Paesi vicini come Giappone e Taiwan. Anche l’Italia ha la sua dose di allerta e per tentare di limitare la diffusione del virus, oltre che a sequenziare possibili nuove sottovarianti, si è scelto di tornare a chiedere un tampone obbligatorio per chi rientra dalla Cina.
Il Ministero della salute ha infatti disposto l’obbligo di tamponi antigienici per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina o in transito in Italia. La situazione in Cina è piuttosto complessa perché non ci sono abbastanza dati per capire quando e come si sta diffondendo il virus. Mentre i dati ufficiali risultano piuttosto limitati, giungono notizie e immagini di ospedali sotto pressione. Questo perché, in seguito alle manifestazioni per il blocco delle restrizioni, il governo ha smesso di tracciare i positivi al virus e oggi non si dispone più di dati affidabili.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto ulteriori dati, ma al momento l’unica presa di posizione da parte degli altri Paesi è quella di chiedere tamponi all’ingresso. Si soppesa però anche l’idea di alzare un muro e frenare gli ingressi di chi proviene dalla Cina, anche solo per il transito. Infatti non è detto che un tampone negativo possa impedire la diffusione del virus o di una sua sottovariante.
Lo stesso dubbio nella gestione era stato sollevato tra il 2019 e il 2020, quando il blocco dei voli diretti non aveva certo impedito la diffusione del virus in Italia. I tamponi però hanno una loro utilità. Ecco perché i tamponi obbligatori per chi proviene la Cina sono una mossa tanto inutile quanto utile per fermare il Covid.
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Tamponi obbligatori per chi rientra dalla Cina: la decisione di Schillaci
Dopo la decisione autonoma dell’aeroporto di Malpensa, arriva l’ufficializzazione dell’obbligo di tamponi antigienici per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina o in transito in Italia. A confermarlo è stato il ministro della Salute Orazio Schillaci con l’obiettivo di capire cosa sta succedendo in Cina.
Infatti in Cina, in seguito alle proteste contro le restrizioni applicate dal governo, tutte le procedure di precauzione sono state eliminate senza un adeguato piano per prevenire la diffusione. A oggi il sistema di tracciamento è del tutto bloccato ed è difficile quantificare il numero di persone positive giornaliere e quindi l’entità della nuova ondata di Covid-19 in Cina.
Secondo una stima inglese ci sarebbero circa 1 milioni di nuovi casi al giorno e almeno 5.000 morti, un’altra stima racconta di almeno 250 milioni di persone (18% della popolazione) che hanno contratto il Covid-19 nei primi 20 giorni di dicembre.
La Cina dal canto suo sta procedendo con un piano di vaccinazione che, prima dell’eliminazione delle restrizioni, ammontava a circa il 40% delle persone anziane. Una percentuale piuttosto bassa, anche se in miglioramento rispetto ai mesi precedenti. Il governo cinese ha quindi deciso di intensificare il programma di vaccinazione con l’obiettivo di vaccinare con almeno due dosi il 90% degli over 80 entro la fine di gennaio 2023.
I tamponi obbligatori non fermeranno il virus
I tamponi obbligatori non fermeranno la diffusione del virus. Non è una novità, anzi. Fin dai primi mesi di diffusione era chiaro che bloccare i voli, così come richiedere un tampone obbligatoria a chi rientra dalla Cina non basta a fermare il virus. I problemi sono diversi: un falso negativo per esempio, oppure chi risulta negativo potrebbe diventare positivo dopo pochi giorni.
Altra difficoltà che si aggiunge al tampone obbligatorio in aeroporto è quello di concentrarsi solo su chi rientra dalla Cina. Infatti potrebbe accadere uno scenario in cui una persona in rientro dalla Cina atterri prima in un altro Paese e solo in seguito in Italia, magari non passando neanche per un aeroporto. Il quadro di incertezza è lo stesso riscontrato a inizio pandemia.
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La nuova ondata di Covid-19 in Cina potrebbe mutare il virus
A cosa serve quindi il tampone obbligatorio in aeroporto? Il tampone obbligatorio è il primo passaggio per il monitoraggio, per limitare la circolazione del virus, ma soprattutto per sequenziare il virus e capire se in Cina stanno circolando nuove varianti più pericolose del coronavirus che abbiamo imparato a conoscere e dal quale sappiamo difenderci.
In Italia siamo pronti a fronteggiare una nuova ondata, soprattutto se si tratta di un virus che conosciamo, più incerta è invece una situazione in cui una nuova variante che riesce a bucare i vaccini si dovesse introdurre nel Paese. Difficilmente si tornerà a sistema di regole stringenti, per questo è necessario continuare a essere responsabili ed eseguire le vaccinazioni consigliate contro influenze stagionali e Covid-19.
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