Come calcolare il giusto compenso? Una domanda alla quale molti infermieri liberi professionisti hanno difficoltà a rispondere; ecco la tabella che vi aiuta nel calcolo.
Qual è il guadagno di un infermiere libero professionista? Quando si può parlare di giusto compenso? Vista la difficoltà di trovare lavoro negli ospedali, sono sempre di più gli infermieri che decidono di intraprendere l’attività da libero professionista.
In questo caso quanto si guadagna? Quanto si può chiedere al paziente per ogni singola prestazione professionale? Da quando la legge n°27 del 2012 è entrata in vigore, abrogando i tariffari per gli infermieri liberi professionisti, non è semplice determinare il giusto compenso.
Agli infermieri infatti spetta il compito di determinare in maniera oculata l’ammontare dei compensi per ogni prestazione offerta ai clienti. Nel dettaglio, la legge n°27 del 2012 abolendo i tariffari professionali ha introdotto alcune norme a cui l’infermiere deve attenersi nel rispetto di colui che ne richiede la prestazione.
Tuttavia, non è semplice per un infermiere libero professionista, in mancanza di uno strumento ufficiale per la definizione dei prezzi, stabilire il compenso per ogni prestazione offerta. Per aiutarvi in questo arduo compito ecco l’elenco dei criteri e dei parametri con cui stabilire qual è il giusto compenso per un infermiere libero professionista.
Obblighi dell’infermiere libero professionista nei confronti del committente
La legge n°27 stabilisce che l’infermiere, prima di accettare il lavoro, deve informare il committente riguardo a:
- i dati della polizza assicurativa su eventuali danni provocati nell’esercizio della loro funzione;
- il grado di complessità del lavoro;
- il compenso dovuto corrispondente all’attività svolta.
Quindi, il paziente dovrà essere a conoscenza non solo dei rischi del trattamento, ma anche del compenso che dovrà conferire al professionista. La pattuizione del compenso quindi deve avvenire nel momento del conferimento dell’incarico e non successivamente. Inoltre, la somma deve essere adeguata all’importanza della prestazione offerta.
L’infermiere professionista ha l’obbligo di mostrare al committente un preventivo dettagliato in cui viene mostrato il costo di ogni singola voce. Nel dettaglio, nel preventivo bisogna indicare:
- compenso;
- spese;
- oneri;
- contributi;
- rimborsi (eventuali) per tirocinanti.
Per stabilire qual è il giusto compenso dobbiamo analizzare il decreto n°165 emanato dal Ministero della Salute lo scorso luglio, dove vengono stabiliti i criteri per la determinazione delle somme dovute per ogni prestazione offerta da medici, psicologi, farmacisti, veterinari e infermieri.
Come calcolare il giusto compenso?
Il decreto del 2016 riporta i valori medi di riferimento per ogni prestazione. Questa tabella rappresenta un’ottima base di partenza per il calcolo dei compensi, da cui però bisogna escludere le seguenti voci:
- le spese, che vanno rimborsate a qualsiasi titolo;
- gli oneri (come ad esempio la marca da bollo);
- i contributi dovuti ad eventuali ausiliari incaricati dal professionista.
Invece, per i parametri specifici che determinano direttamente l’entità del compenso bisogna prendere in considerazione i valori tabellari. Sul compenso però possono influire anche altri fattori, come il costo del lavoro e delle tecnologie sanitarie (ammortamento), dei consumi e di altri costi generali e del margine atteso.
Di seguito potete scaricare il documento che vi servirà come strumento per orientarvi verso la determinazione di un giusto compenso. Per gli infermieri vengono elencate 190 voci di intervento, che sono state suddivise in due gruppi:
- prestazioni di tipo tecnico: indicate con la lettera “T”, il loro valore può essere incrementato per un massimo del 25% in liquidazione;
- prestazioni di tipo relazionale: indicate con la lettera “R”, il loro valore può crescere fino al 100%.
Le norme da seguire
Quindi, per un autotutela preventiva, l’infermiere libero professionista deve operare nel rispetto di alcuni particolari adempimenti.
Come prima cosa non bisogna sottovalutare l’importanza del preventivo, che oltre ad avere un valore probatorio (nel caso un paziente si rivolga ad un giudice per un’eventuale controversia) permette al professionista di lavorare nella massima trasparenza.
A tal proposito è molto importante che un infermiere professionista sia a conoscenza dei valori indicati dalla tabella allegata al decreto del 2016. Infatti anche se come abbiamo visto non si tratta di parametri vincolanti, sono molto utili per determinare il giusto prezzo per un lavoro svolto.
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